COMUNICATO STAMPA DELL'ARPA - associazioen radicale pensiero e azione
DIRITTI UMANI. L'ARPA VOLA A NEW YOR CON AL DELEGAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA PER VISITARE SILVIA BARALDINI, DETENUTA IN UN CARCERE USA.
Firenze, 23 agosto 1996. Angelita Bonugli, per conto dell'Arpa-associazione radicale Pensiero e Azione, farà parte della delegazione del Consiglio Regionale della Toscana che il prossimo 26 agosto si recherà nelle carceri di Danbury (U.S.A.) per rendere visita alla cittadina italiana Silvia Baraldini, detenuta presso l'istituzione americana per scontare una lunga condanna.
Già in passato il Partito Radicale si era occupato del "caso Baraldini", chiedendo, inascoltato, l'applicazione della Convenzione di Strasburgo.
Lo scorso maggio, inoltre, Angelita Bonugli si era incontrata con il presidente della regione Toscana per fare il punto della situazione -dopo il viaggio dello stesso in Usa e dopo una sua visita in carcere alla Baraldini.
Nel cogliere l'occasione offerta dal Consiglio regionale della Toscana, l'Arpa ha invitato i parlamentari italiani a sottoscrivere un appello che solleciti le autorità italiane a rinnovare la richiesta del trasferimento della Baraldini in Italia, per finire di scontare la pena inflittagli dalle autorità americane in un luogo più vicino ai suoi famigliari.
"Quest'iniziativa -fa sapere Vincenzo Donvito, segretario dell'Arpa- vuole essere il tentativo di porre un diverso rapporto giuridico internazionale tra il nostro Paese e gli Stati Uniti d'America. La recente sentenza della Corte Costituzionale sul "caso Venezia" (negazione dell'estradizione in Usa per un cittadino italiano che aveva commesso un reato per cui era prevista l'applicazione della pena di morte -non prevista dai nostri codici), ha aperto una breccia sull'abituale sudditanza dell'Italia agli Usa per tutto quello che concerne il Diritto e la sua applicazione nel contesto internazionale. Una breccia umanitaria e civile -nella tradizione delle ferme posizioni dell'Italia contro la pena di morte e la concezione della pena come vendetta, anche in sede Onu- che intendiamo rafforzare anche con il tentativo di una soluzione diversa per il caso Baraldini. Un successo che potrebbe servire a rafforzare una concezione e un'applicazione della norma -in sede di rapporti internazionali- che andrebbe a vantaggio
di tutti."