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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 11 settembre 1996
localismo, radicalismo, alternativa

rilassatevi! Non intendo illuminarvi con un saggio sulla poltica da Voltaire a Pannella Giacinto detto Marco.

Ma solo alcuni punti di vista e alcuni consigli.

E' evidente che il nostro movimento e il nostro partito non c'entrano molto con la politica amministrativa locale cosiddetta. Come non c'entrano molto i partiti che hanno un riferimento nazionale, e che sempre, sono rappresentati nei vari consigli non per meriti sul campo o simpatia dei personaggi locali, ma per strascichi delle capacita' e notorieta' nazionali (da cui la feroce corsa -che qualche volta ha visto anche qualcuno tra noi- ad accaparrarsi il simbolo nazionale per elezioni locali cosiddette).

Questa, per me, e' una delle ragioni -se non la principale- del disastro e delle incapacita' della politica locale cosiddetta.

E' evidente che noi dobbiamo sottrarci a questo infernale meccanismo. E se abbiamo tempo, voglia, idee, capacita', costanza, vale la pena impegnarsi anche in questo senso. Ma attenzione alle priorita' della vostra vita e della politica. Sulle coscienze dei cittadini e sui meccanismi istituzionali locali cosiddetti, fa a molto di piu' un risultato positivo di un referendum nazionale -per esempio sugli orari degli esercizi commerciali- che non 100 delibere frutto di non so quali convergenze tra presunti Aennisti, forzitalioti, reduci socialisti e chi piu' ne ha piu' ne metta.

Il meccanismo sarebbe quello di levare alle forze politiche nazionali il primato della gestione amministrativa cosiddetta locale ..... e se ci fosse il sistema elettorale uninominale, molto sarebbe piu' semplice, perche' si' che conterebbero i personaggi locali e la loro capacita' di essere e fare proposte di vita accettabili, dalla fogna bianca al banchino del mercato rionale, dai rifiuti alla chiusura dei centri storici al traffico privato, etc....

Come levarlo? A partire da noi stessi, e soprattuto non regalando niente a nessuno, tantopiu' agli attori di governo e di opposizione dell'attuale inciucismo istituzionale della politica locale cosiddetta.

Quindi non accordi tra presunti radicali/riformatori e trinariciuti aennisti o rifondatori o altro. Ma progetti e proposte tra cittadini. E su questo, se non ci facciamo prendere dall'inciucismo e dall'ammucchiantismo dilagante ad ogni livello, se ne possono vedere delle belle: cosi' come con i referendum: schieramenti che si spaccano, principi e valori che saltano dalle gabbie in cui erano costretti, compagni sinceri che diventano i piu' stronzi razionalizatori della conservazione del potere consolidato, etc...

Come farlo? Cosi' come facciamo politica tutti i giorni. Dai 20 referendum ai digiuni per dialogare col Polo, dalle mozioni contro la pena di morte ai tavoli per il Tibet .... insomma avete capito! E questo significa che, se si pensa difare una petizione o un referendum locale cosiddetto, conviene farlo da soli, per diverse ragioni, tra cui la prima e' quella che nel panorama attuale della politica a ogni livello, SOLO NOI siamo in grado di raccogliere firme vere per qualsivoglia iniziativa di partecipazione diretta dei cittadini al meccanismo legislativo, e siccome siamo dei meravigliosi ingenui, se lo facciamo insieme ad altri -che sono il contrario della nostra meravigliosa ingenuita'-, praticamente regaliamo loro tutto, se invece lo facciamo per conto nostro, siamo "costretti" a gestirlo da soli fino in fondo .... e gli "altri" sarebbero costretti a venire sulle nostre posizioni. Della serie: non sprechiamo il nostro patrimonio, di idee e di metodo!

E noi chi siamo? Cittadini di che? Secondo me e' ambiguo chiamarsi riformatori o radicali a livello locale, perche' diamo a credere di essere un riferimento di un progetto di una forza politica nazionale, e il progetto locale cosiddetto sappiamo che non c'e', e non vogliamo che ci sia per quanto ho ricordato prima.

La politica locale cosiddetta, nella maggiorpartedei casi, va oltre gli schieramenti politici. Perche' uno di destra non dovrebbe essere favorevole ad una raccolta differenziata dei rifiuti, ed uno di sinistra non dovrebbe essere d'accordo a strade e giardini senza delinquenti? Se poi la Asl deve dare l'assistenza gratuita o meno agli extracomunitari, sicuramente non dipende dalle scelte di quella Asl, ma da leggi nazionali e, speriamo presto, europee.

Noi, per storia e capacita' e cultura, abbiamo gli strumenti per portare la politica locale cosiddetta oltre gli schieramenti politici, per farla approdare sulle questioni amministrative, della cosiddetta buona amministrazione, che vi invito a leggere come "non dispensatrice di potere e di prebende, e di favori, ma governo per tutti". Ed e' qui il nodo centrale del problema: per essee buoni amministratori non occorre essere di destra, di sinistra, di sopra o di sotto, ma onesti, capaci e altruisti -categorie degli esseri umani che vanno oltre le scelte politiche. Con associazioni e gruppi di persone che si aggregano per ottenere questo o quello (e abbiamo ampiamente dimostrato di scegliere alla radice dei problemi -qui si' che conta il metodo ....), su cose concretissime, di lettura semplice, immediata e senza i fronzoli e i marchi di questo o quello schieramento.

Tra le altre cose -non me abbiate se insisto su questo aspetto, ma Dario mi ci ha tirato per i capelli (ops!)- e' proprio questo uno dei motivi per cui ho creato l'Aduc.

Qui il discorso diventa troppo lungo. Sarebbe meglio un "botta e risposta", cosi' puo' anche divenire materiale d'uso oltre che di dissertazione. Prendetelo come punto di partenza.

 
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