non uso cartucce del genere ...Veniamo al dunque.
Il "referendum di strada" non esiste nell'ambito dei diritti dei cittadini per partecipare direttamente al processo legislativo, mentre la petizione esiste, basta soltanto che quest'ultima non sia caricata di significati e aspettative che non ha, ma sia semplicemente considerata come una lettera collettiva che chiede qualcosa a qualcuno.
Il "referendum di strada" crea confuzione su un meccanismo -quello referendario per l'appunto- basato sul si' e sul no, e suull'automatismo giuridico legislativo che ne segue. E in questo momento, in cui ce ne sono ben 20 in gioco, tra cui anche uno sulle droghe, la confusione e la creazione di inutili aspettative e' maggiormente dannosa. Anche perche', nel momento in cui si fa parte di un movimento che e' mobilitato su alcuni argomenti (referendum abrogativi come da art.70 della Costituzione, campagna di sostegno alle inizaitive antiproibizioniste/giudiziarie di Marco Pannella), con precisi strumenti, mettersi a utilizzare altri strumenti -specialmente con quelle prerogative che ho descritto sopra- non contribuisce a dire che ci sono tot migliaia di cittadini per validare questa o quella politica con quell'obiettivo specifico, ma solo un movimento che per l'appunto si muove cosi' come gli capita.
E, fintantoche c'e' assenza d'iniziativa, tutto va bene, ma quando l'iniziativa c'e', cose del genere le considero valide solo quando sono un valore aggiunto. E non e' proprio il caso di quanto stanno facendo a Torino, dove si distinguono per assenza militante e indisponibilita' ad iniziative coordinate con la segreteria del nostro movimento (ovviamente non parlo della mozione droga in consiglio comunale e sue conseguenze). Ma su Torino avrei da raccontarvene delle belle, ma non e' oggetto di questo intervento.
Altra cosa. C'e' da capire cosa dobbiamo in questo momento fare per portare consenso e finanziamenti alla campagna antiproibizionista e sui 20 referndum piu' in generale.
Io sono dell'opinione che e' finito il momento di iniziative di dialogo con i proibizionisti, a meno ch non siano loro, specificamente, a chiamarci in causa e ad organizzare il tutto. Il pianeta antiproinbizionista e' molto piu' ampio diquanto noi abbiamo messo in movimento in questi anni (ricordo che abbiamo anche vinto un referendum in materia), e, siccome c'e' da evidenziare il fatto che siamo solo noi -per il momento- a muoverci in questo senso, con gli strumenti limitati che abbiamo e la lotta all'ultimo coltello con i mezzi di condizionamento delle informazioni che dobbiamo combattere ogni giorno, e' molto meglio usare il nostro tempo per chiamare a raccolta tutti gli antiproibizionisti, e niente di meglio che farlo su cio' che abbiamo gia' messo in movimento (referendum e inziative Pannella), altrimenti la battaglia andra' a ramengo perche' diventera' terreno di caccia degli antiproibizionisti radical-chic (guardate un po' cosa sta gia' facendo l'Arci in Toscana e il risalto che viene dato alle sue in
ziative ..... riflettete compagni ... riflettete compagni ....), che lo sono un giorno si' due no e giusto quando e' di moda, mentre noi si va in galera e passiamo gli inverno a raccogliere firme sotto la neve e le estati a mangiare la polvere dei vari Arezzo-wave e Pelago on the road e Livorno/Effetto Venezia. E il problema non e' quello dello ius primae noctis, ma solo di un'impostazione di lotta che ci porti a risultati di liberta' e non di nuova regimentazione con l'etichetta gestita dai presunti buoni. Non e' un fatto secondario, questo.
Se alcuni di voi hanno fatto tavoli e altri iniziative con questo taglio in questi ultimi mesi, se ne saranno resi conto. Il problema e' solo di raccogliere e indirizzare il consenso per una battaglia di liberta', colalborando con i Manconi di passaggio, ma solo colalborando, non regalandogli alcunche'. Figurarsi poi per i proibizionisti: io per ora trovo solo proibizionisti fanatici e molto spesso cretini, che non convinceremo mai, perche' o sono demagogici, fideisti o hanno altri interessi dietro il loro proibizionismo (vedi Muccioli figlio da un alto e gasparri dall'altro -che gioca la parte del proibizionista pur non essendone convinto, ma essendo invece convinto che un aprtito di destra debba essere necessariamente proibizionista), e non perdo tempo adiscutere con loro, perche' mente lo faccio, mi lascio sfuggire altri 10 antiproibizionisti disponibili a firmae, dare contributi, mobilitarsi, che aspettano solo l'occasione che -ripeto- solo noi siamo in grado di fornirgli.
Ultima chiosa per Dario. Non esiste una linea Toscana di fare iniziative o tavoli. L'importante e' che si facciano iniziative e non si stia dall'alto delle proprie torri -magari perche' si e' convinti di avere finalmetne il Verbo e la chiave di lettura e di movimento per la Vera Rivoluzione, e di conseguenza si sta a guardare con sufficienza chi crede nell'azione. E nel fare queste iniziative, si puo' anche fare i "referendum di strada", ma l'importante e' sapere che poi ognuno esprimera' le sue opinioni. Ma, per concludere, sono disposto ad esprimere opinioni e confrontarmi, quasi esclusivamente sul terreno dell'azione conseguente alle scelte d'iniziativa politica. Il resto non mi interessa. Del resto, credo che la forza del nostro essere radicali e riformatori in Toscana, dalla Toscana, nasca proprio da quest'impostazione.