gia' spedita alle sedi fiorentine e regionali.Chi lo spedisce alle sedi dei partiti nella propria provincia, e' pregato di farlo sapere, altrimenti ci pensiamo da qui.
Alle forze politiche fiorentine e toscane - totale 3 pagine
oggetto: manifestazione per la liberta' del Tibet - 9/10 marzo 1997 a Ginevra
Firenze, 3 Febbraio 1997
Gentili amici,
anche quest'anno, in occasione dell'anniversario dell'invasione cinese del Tibet, il comitato internazionale per la liberazione del Tibet, di cui il Partito Radicale e' membro attivo insieme alle comunita' degli esuli tibetani, ai Tibet Support Group e al Gruppo Interparlamentare per la liberazione del Tibet del Parlamento Europeo, stiamo organizzando diverse manifestazioni nel mondo. A Whansington-Usa, New Delhi-India, Sydney-Australia e Ginevra-Svizzera.
In Europa gia' lo scorso 10 marzo 1996 abbiamo portato quasi 10 mila persone a sfilare per le strade di Bruxelles, e siamo riusciti a far sventolare la bandiera tibetana sul pennone di oltre 600 Comuni nel mondo (piu' di 50 nella sola Toscana).
Quest'anno la manifestazione si svolgera' in due giorni, domenica 9 e lunedi 10 marzo. In particolare, la manifestazione del 9 (su cui puntiamo, per questione logistiche, su una piu' massiccia mobilitazione) si muovera' verso la sede della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Dalla Toscana contiamo di orgnanizzare alcuni pullman ch raggiungano Ginevra nelle prime ore di Domenica 9 per tornare in serata.
Vi scriviamo per sapere se avete intenzione di aderire all'iniziativa, e, di conseguenza, che tipo di partecipazione e mobilitazione intendete fare.
In allegato vi invio la piattaforma politica della manifestazione.
Saluti
Vincenzo Donvito
coordinatore del Partito Radicale in Toscana per la campagna Liberta' per il Tibet
PIATTAFORMA PER LA MANIFESTAZIONE DEL 9-10 MARZO 1997 A GINEVRA
I cittadini d'Europa, del Tibet e di altri paesi del mondo, che partecipano a Ginevra alle manifestazioni del 9 e 10 marzo 1997 per la liberta' del Tibet;
- considerando che in Tibet si sta giocando una pagina essenziale per l'avvenire dell'umanita', per la sopravvivenza di un popolo che lotta con le sole armi della nonviolenza;
- considerando che e' un dovere dei cittadini del mondo intero di sostenere, in nome dei principi della responsabilita' universale e della nonviolenza, questa lotta che riguarda l'intera umanita'
rivolgono un pressante appello:
- all'Assemblea Generale della Nazioni Unite
- al suo Segretario Generale
- al suo Consiglio di Sicurezza
- ai membri della Commissione ONU dei Diritti dell'Uomo
- ai Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo
- alle Assemblee parlamentari di tutto il mondo
- ai rappresentanti della comunita' economica internazionale
affinche' siano esperiti tutti gli sforzi politici e diplomatici possibili per aprire al piu' presto - sotto l'egida delle Nazioni Unite - un negoziato tra il governo della Repubblica Popolare di Cina e il governo tibetano in esilio per la pacifica risoluzione della questione tibetana, cosi come il Dalai Lama non ha mai cessato di proporre.
I manifestanti chiedono inoltre che:
1. venga da subito posto fine alle violazioni dei diritti della persona nel Tibet e vengano rilasciati tutti i prigionieri di opinione detenuti in Tibet con particolare riferimento a Ngawang Choephel e Ngawang Sangdrol;
2. la liberta' di religione venga effettivamente garantita e, in particolare, che sia liberato Gedhun Choeky Nyima, il giovane Panchen Lama, e la sua famiglia;
3. vengano interrotti immediatamente i trasferimenti di popolazione cinese in Tibet e venga iniziato il processo di decolonizzazione restituendo ai Tibetani le terre e le proprieta' espropriate durante i 40 anni di occupazione cinese.
4. la questione della decolonizzazione del Tibet venga urgentemente affrontata dal Comitato sulla Decolonizzazione dell'ONU;
5. siano liberati tutti i prigionieri di coscienza in Cina a cominciare da Wei Jingsheng, leader del Muro della Democrazia e Premio Sacharov 1996 del Parlamento europeo, e Wang Dan, uno degli ispiratori del Movimento studentesco cinese del 1989;
6. siano chiusi i campi di concentramento, i famigerati "laogai", dove sono attualmente tenuti in disumane condizioni di detenzione decine di migliaia di prigionieri politici;
7. siano prese misure immediate da parte dei Governi di tutto il mondo affinche' non siano piu' importati i generi di consumo prodotti nei campi di lavoro cinesi;
8. venga dato seguito, da parte dell'Unione europea e dei governi degli Stati membri, alle risoluzioni adottate dal Parlamento europeo e dai Parlamenti tedesco, belga e lussemburghese.
I manifestanti:
- esprimono il loro sostegno al popolo tibetano, al movimento democratico cinese, a tutte le vittime dell'occupazione cinese in Tibet e del regime totalitario cinese;
- sostengono i coraggiosi e costanti sforzi del Dalai Lama per ripristinare pacificamente le liberta' politiche, culturali e religiose del popolo tibetano;
- si appellano al popolo cinese ed al suo governo perch_ sia iniziato un processo di pace, fondato sul dialogo e sul negoziato, unica soluzione in grado di mettere termine alla tragedia in corso nel Tibet.
- si appellano alle responsabilita' dei Governi democratici affinche', con tutti gli strumenti a loro disposizione, tutelino i diritti fondamentali della persona, politici, civili, religiosi e sindacali in Tibet, nel Turchestan Orientale, nella Mongolia interna ed in tutta la Cina;
- chiedono alle forze economiche del mondo di esercitare le loro responsabilita' e capacita' di indirizzo politico, affinche' gli investimenti e tutte le transazioni economiche siano subordinati al rispetto dei diritti dell'uomo e dei diritti dei popoli;
- sottolineano con forza la loro comune volonta' di perseguire al di la' della presente manifestazione, la mobilitazione in favore della liberta' del Tibet e dei principi di responsabilita' universale e della nonviolenza.