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Conferenza Arpa
Partito Radicale Marco - 5 marzo 1997
festa urgente

a parte gli scherzi, mi pare che, anche se si fa un salto nel passato le cose non ci aiutino molto a capire l'oggi.

della passione per le politiche locali di dario sappiamo tutti, ma sappiamo anche tutti che questo cacchio di movimento non se ne interessa, o almeno non per fare politica locale...

l'esempio dei dossier delle azioni del passato e' molto interessante e sarebbe utile poterlo avere in giro, magari pure qui scannerizzato, ma ci dobbiamo sempre ricordare che oggi non siamo le truppe di una volta, almeno a parole, e, sempre a parole,

vogliamo fare politica liberale liberista e libertaria.

ora, mettendo da parte i miei dubbi circa la liberalita' e il liberalismo come basi fondanti del movimento, che quando ancora non si chiamava tale voleva il partito democratico, sbaglio gia' in partenza, mi pare che in epoca di maggioritario, se pur

bastardo, certe scelte vanno fatte.

non tanto, o comunque non solo, o di qua o di la', ma se veramente si ha a cuore un cambiamento, riforma lib lib lib e si e' individuato il metodo i referendum, pragmaticita', realismo, ottimizzazione vorrebbero che ci si desse da fare su quelle cose in

modo efficace, perseguendo quelle politiche laiche di cui ci riempiamo la bocca.

le amministrazioni locali potrebbero, avrebbero potuto essere una bella palestra per la tanto, troppo, spesso sbandierata classe dirigente che favoleggiamo in giro di essere, ma la politica delle non alleanze o non entrature ha scelto altro. lo so lo so,

tra un po' si rivota, pisa e lucca, ma dubito che ci potremo esprimere allora.

quindi????

siamo, anzi devo dire che io non mi ci sento molto piu' dentro, a questo punto e da un po' di tempo (estate '96) in un circolo un po' strano, mi verrebbe da dire vizioso ma l'espressione non mi piace.

e questo circolo mi pare che si vada restringendo sempre piu' su se stesso.

perche' si fa politica?

per cercare di cambiare le cose che intorno a noi non ci piacciono (nel bene e/o nel male) per interessarsi del bene pubblico e influenzarlo.

se pero' si vede che esso non si smuove di un millimetro, ma che anzi peggiora... be' allora, visto che l'autrocritca e' PROIBITA, allora si dovrebbe prendere atto, come dicono quelli che non hanno argomenti per controbattere alle proprie sconfitte, e

smettere. dalle nostre parti la politica non e' un mestiere, non lo ordina il medico eccetera eccetera.

fare un bagno di regime. di societa' civile di vacanze di viaggi e di concorsi pubblici, tutte cose da regime, ci potrebbe aprire gli occhi, perche' mi pare che il movimento sta realmente diventato una banda di volantini alla quale non me la sentirei

di affidare il futuro della gia' sgangherata baracca che si chiama italia.

a chi allora? be' oggi non andrei a votare, e non solo perche' mi costerebbe diverse centinaia di migliaia di lire di volo, ma perche' nessuno di questi signori fa politica. nessuno

pannella preferisce le piazze ai palazzi, buona scelta, ma di conseguenza chi lo circonda e' da piazza e non da palazzo.

tutte le stronzate sullo stare insieme anche sotto l'acqua, la neve, il caldo eccetera, servono per dare il contentino a chi si fa in 4 per eseguire il dettato del volantino.

se veramente si hanno a cuore dei cambiamenti non si dovrebbe mai soffermarsi sulla costanza delle situazioni, ma sperare ed adoperarsi perche' esse siano le piu' brevi possibili e soprattutto che sortano il migliore dei risultati possibili.

il resto e' idealismo, buono per delle simulazioni teorico/politiche ma ahime' poco influenti sul nemico regime.

questo fiume di pensieri per ora risponde alla classica domanda: "si, ma poi?" ma poi studiare, leggere e soprattutto ascoltare chi non si conosce come se fosse il piu' saggio della terra, e soprattutto mandare a cagare i radicali, che con 'sta storia

dell'essere inchiodati da 3 o 4 frasi fatte si stanno mandando in malora da soli.

buon giorno

--- MMMR v4.60unr * +[periodo di prova scaduto da 7851 giorni.]+

 
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