Oggi La Nazione fa un articolo molto esaustivo sulle indagini in corso.La proposta di Dario e Gianfranco Mannini (che ho risentito piacevolmente al telefono ieri sera dopo, credo, quattro anni) mi sembra ottima, e non e' questione di antimilitarismo. Chiedere che a Camp Derby non sia rinnovata la concessione (?) mi affascina per tutto quello che implica, a partire dalla "non necessita' del militare", che e' quello che piu' ci caratterizza come affermatori di coscienza, oltre a distinguerci dall'opportunismo medio dell'obiettore di coscienza. Il nostro valore di riferimento e' il Diritto, non certo l'antimilitarismo (che di per se' e' anche una espressioen che e' tale solo perche' nega qualcos'altro ... come la storia di non violenza e nonviolenza), ed e' in base a questo che modelliamo strategie e battaglie.
Serve oggi Camp Derby? Ha sempre avuto comportamenti legali rispetto agli accordi con i Governi italiani? A queste domande dobbiamo rispondere e agire di conseguenza. L'obiezione piu' semplice - i servizi segreti, che sovrintendono alla sicurezza, non possono essere che altrimenti- non ci interessa, perche' questo ragionare fa parte della logica del muro di Berlino, che oggi, per l'appunto non c'e' piu'. Oggi ci sono le condizioni perche' tutto sia alla luce del sole, anche se la prospettiva degli Stati Uniti d'Europa e' sempre piu' lontana.
Qui sorge un problema. Non farsi smentire da Pannella. Quindi sentirlo in anticipo, anche per sapere se ha intenzione di stare zitto (l'occasione della sua andata a Pisa potrebbe servire alla bisogna).
L'altro problema e' il Partito Radicale -meglio conosciuto in questo periodo come comitato organizzatore per le celebrazioni ginevrine dei ricchi tibetani in esilio. Ma qui non c'e' da contrattare alcunche'. C'e' solo da non mettersi a coinvolgere segretari e presunti tesorieri. "hanno cose piu' importanti da fare". Questo significa che non dobbiamo appoggiarci se non su noi stessi: la sigla Arpa e' quanto di meglio possa essere utilizzato in questo momento.