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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 14 maggio 1997
Tutto quello che Marco P. dice non toglie alcunche' ai motivi ispiratori del Comitato Buson: persone che per esprimere una loro idea sono dovuti ricorrere ad un atto di illegalita', perche' altrimenti la loro gola era tagliata. E poco importa se avevano avvisato la polizia prima (sai quante azioni ho fatto io senza avvisare la polizia ......), ma quel che conta e' che era un atto che non poteva non avere conseguenze di restrizione della liberta' di chi lo compiva (forse Buson &c. non si aspettavano la reazione imbecille a cui abbiamo assistito, ma cio' non sposta il problema).
E questo avrebbe potuto minare i rapporti con la Confindustria? Bisogna intendersi, Marco, cosa stiamo facendo e quali sono le mozioni politiche su cui creiamo operativita' politica.

Sintetizzo in "alle armi alle armi" il nostro patto d'azione: tutti capiamo. E allora? Cosa deve fare chi aderisce a questo patto? Metterlo in opera o no? Io lo metto in opera, con tutto me stesso, perche' -anche per scelta di vita- mi coinvolge in tutti gli aspetti della mia vita. Altri, evidentemente, non fanno altrettanto, per motivi che sono vari, ma che sono essenzialmente riconducibili alla gregarieta' passiva -cosciente o meno che sia, poco importa- nei confronti del leader/presidente. E sono io illiberale, inopportuno, perche' faccio questo? Mah!

I referendum -che sicuramente non faremo con Confindustria proprio perche' sono solo cinque quelli su cui ci stanno, e proprio perche' Fossa non vuole assolutamente Pannella tra i suoi alleati- sono lo specchio della nostra politica. E la lotta che Pannella sta facendo e' proprio in questo senso: per fare si' un servizio agli imprenditori presunti liberali, ma chi fornisce il servizio siamo pur sempre noi, i radicali. E gli imprenditori confindustriali sono si' disposti a dire di votare Ulivo con dentro Bertinotti, ma storcono il naso perche' c'e' anche il referendum sul finanziamento pubblico. Capisci ora cosa gli fa, 'sta storiella di Buson? Nulla.

Tu dirai: ma Pannella s'e' incazzato per il Comitato. E' certo che si incazza -ti rispondo- perche' e' suo metodo che tutto deve essere generato da lui, tutto deve rientrare in un piano preordinato da lui ma che lui stesso spesso non conosce o costruisce li' per li', e chi gli sta intorno non puo' far altro che aspettarlo e magari passare a lui il telefono perche' e' piu' bravo ad ordinare la carta per i giornali presso un fornitore in Germania (ascoltato con le mie orecchie ....). E, quindi, qualcosa che non prevedeva -da buon padre/padrone- lo fa schizzare. Salvo poi -ascoltato con le orecchie mie e conservato su nastri magnetici- dire a Radio Radicale, in un colloquio con Iuri Maria Prado, le identiche cose che io avevo detto due giorni prima: identiche.

Ed io, Marco, cerco di essere me stesso. E nessuno mi puo' negare di mettere accanto al mio nome la dizione partito radicale e/o club Pannella-riformatori. Io lotto perche' ci credo, e quando lotto penso anche moltissimo (chi mi e' piu' vicino lo sa molto bene ....) prima di fare qualcosa: che non nasce mai da un cappello magico (nonostante qusta volta l'iniziativa sia stata concepita con Dario :-) ), ma da una sofferenza, un'esigenza di liberazione. Altri -molti dei quali a Roma- fanno solo se e' opportuno, se credono che quello che stanno per fare possa andar bene al padre/padrone, ma poi non fanno mai, perche' potrebbero sbagliare. Voglio andare contro Pannella? Non me ne frega niente: Pannella non e' un mio avversario, ma un compagno con cui lotto e il Presidente del movimento a cui aderisco.

 
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