Secondo me Vincenzo, Dario e gli altri del comitato Buson hanno intrapreso un'iniziativa personale e se ne assumono correttamente le responsabilita'.

E' stato inevitabile che la loro iniziativa venisse associata al movimento. Vorrei anche vedere, visto che pressoche' tutta l'esistenza di Vincenzo Donvito, tanto per citare il piu' conosciuto dei promotori, e' "riversata" nel movimento. Dal punto di vista del metodo, quindi, Vincenzo e Dario hanno ragioni da vendere.

Personalmente sono d'accordo anche sul merito, anche se non intendo entrarvi adesso.

E' vero che siamo liberamente associati ad un'iniziativa politica molto verticale e concentrata da Pannella su pochi obiettivi nazionali che lui personalmente mette a punto ogni giorno, per cui, da questo punto di vista, non dovremmo far altro che eseguire e militare per questi pochi obiettivi nazionali. Ma se facessimo solo questo, saremmo in tutto e per tutto uguali ai militonti tribali degli altri partiti-tribu' che combattiamo. Grazie a Dio, invece, siamo persone, ed ogni tanto ci gira di fare anche qualcosa per noi, di nostra iniziativa.

Magari succedesse piu' spesso. Magari i Riformatori toscani si inventassero dieci, cento, mille comitati Buson, liste civiche, associazioni locali di riformatori (con la "r" minuscola). Magari Vincenzo Donvito si autoproclamasse "segretario regionale" di un partito riformatore e radicale toscano o fiorentino. Allora avrebbero senso i tuoni di Roma. Sarebbe bello, perche' sarebbero annunci di pioggia su una terra fertile di iniziative e prospettive. Ed ovviamente contrasti. Invece, adesso, i rimproveri a Vincenzo e a Dario, sembrano fulmini di uno Zeus sterile lanciati contro le sedie vuote di un Olimpo ormai deserto.

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