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Caro lettore, fortunato. Di poter scegliere se esercitare o meno il diritto di voto, che ti e' riconosciuto da quella Costituzione con cui, registrandoti all'anagrafe, i tuoi genitori ti hanno fatto stringere un patto, che, poi, chi dovrebbe vigilare per il suo rispetto, e' il primo a violare.
Sei fortunato perche' tu sai che il 15 giugno ci sono i referendum.
Ecco cio' che e' accaduto, sta accadendo e continuera' ad accadere se..........
A gennaio la sentenza della Corte Costituzionale che, di fronte alla richiesta di 12 milioni di italiani di votare su 20 quesiti, ha fatto strage di legalita', Diritto e decenza, cassandone quattordici. La Corte ha confermato il suo essere di parte, impedendo -in violazione della legge- che i cittadini si potessero esprimere su quesiti in cui -sempre la Corte- in passato si era pronunciata in modo diverso ..... e la legge sui referendum non e' cambiata, ma i giudici -evidentemente- sono cambiati.
Poi il Governo, il Senato, il Presidente della Repubblica che hanno fissato la data per il 15 giugno: a scuole chiuse e con un decimo degli italiani gia' in vacanza. Data legittima, per carita', ma di una legittimita' scritta quando le scuole chiudevano a fine giugno, quando gli italiani in vacanza a giugno non ci andavano. Ufficialmente il 15 giugno e' stato scelto per non contrastare con la tornata amministrativa di aprile: si e' preferito privilegiare il voto di alcuni milioni di italiani a svantaggio di quello dell'intero corpo elettorale.
E ancora i goffi tentativi legislativi. Con proposte di legge tese solo a impedire il voto, ma mai a interpretare lo spirito dei proponenti i referendum. Tutto e' ancora in gioco, e c'e' da aspettarsi il peggio. Un solo esempio. La richiesta di abolire l'Ordine dei Giornalisti dovrebbe essere impedita con l'approvazione di una legge -animatore Stefano Passigli- che abolisce si' l'Ordine, ma instaura l'obbligo di laurea per la professione giornalistica, e l'iscrizione ad una cosa che e' solo diversa dall'Ordine per il nome.
E infine questa campagna elettorale. Mentre scrivo -23 maggio- a parte i vuoti cartelli di metallo per le strade, non c'e' traccia di propaganda da parte di chi -per dovere codificato- dovrebbe farla: Rai-Tv soprattutto.
Insomma, NON DEVI SAPERE. Questo e' l'imperativo. Capisci, perche' sei fortunato?
Il problema non e' diventato se votare SI o NO, ma votare. A Belgrado -col regime di Milosevic- i cittadini per strada sono riusciti a ottenere che si votasse per le amministrative. Ma a Roma, chiedere di votare non e' possibile. Per strada ci sono andati solo i pannelliani ..... e cio' che e' accaduto non sara' neanche storia, perche' gli storiografi ...... (leggiti gli inserti che l'Unita' regala in questi giorni sulla storia d'Italia nell'ultimo ventennio, e capirai meglio nelle mani di chi siamo).
E' regime? No, non piu'. E' dittatura. Quando un regime comincia a legiferare -concertandolo anche con la cosiddetta opposizione- per dare corpo giuridico a cio' che fino al giorno prima -in violazione delle leggi- era solo tollerato, vuol dire che lo Sato sta andando speditamente verso la sua chiusura, verso l'impossibilita' di essere riformato con le sue stesse leggi: alla democrazia si e' sostituito il consociativismo.
La buffonata dello Stato maschio con quegl'illusi di indipendentisti veneti. I divieti di sventolare il vessillo di San Marco. Il vice-presidente del Senato che impedisce ad un senatore di parlare in aula del comportamento del Presidente della Repubblica. Sono solo alcuni recenti episodi che si aggiungono, per meglio capire dove siamo e, soprattutto, con chi abbiamo a che fare.
Questa e' l'Italia che va al voto del 15 giugno.
E tu, lettore fortunato, devi cercare di guardarti dentro e fuori. Devi cercare di capire se dare corpo e speranza a cio' in cui credi e vorresti, oppure se stare ad aspettare che questi altri credano e facciano per te. Certamente andrai a votare il 15 giugno, ma non basta. Certamente farai un minimo di campagna elettorale, ma non basta. Magari darai anche qualche soldino a chi questa campagan elettorale cerca di farla, ma non basta. Se proprio sei un appassionato: verrai anche ad aderire a chi ti fa ancora sperare con questa campagna referendaria, ma non basta.
E sai perche'? Pensa, in questi giorni abbiamo depositato 44 richieste di referendum liberali, liberisti e libertari, su gran parte dello scibile che possa essere abrogato per liberare l'Italia. E abbiamo chiesto alle parti interessate (industriali, commercianti, operatori del diritto, artigiani, lavoratori, operatori della scuola, della sanita', etc ...) di farsene carico in prima persona, con noi come prestatori di mano d'opera per esperienza acquisita sul campo referendario. Abbiamo chiesto di scegliere quelli che sembravano piu' importanti, ma a parte le pacche sulle spalle, non c'e' stato alcun impegno formale, e abbiamo rinunciato. Un progetto di speranza con uno strumento, il referendum, che e' l'unico che in Italia abbia consentito riforme di civilta', l'unico in grado di dare Diritto li' dove il Parlamento lo massacra con immobilismo e consociativismo.
Ora di fronte a te hai la Bicamerale: guardala -ascoltala magari grazie alle onde di Radio Radicale- e sorridi, perche' il sorriso non te lo hanno ancora portato via. E la Bicamerale -tra gli altri massacri- ha in programma anche la modifica in senso restrittivo della legge referendaria (forse la Corte Costituzionale non bastava piu'?).
E allora cos'e che puo' bastare? Nulla, per ora. Prima di tutto comincia a non guardarmi piu' con quel sorrisino misto ad invidia con cui abitualmente osservi i radicali, ma entra nei mei occhi: raccogli con energia cio' che ti rode dentro e verifica se lo puoi leggere anche in me. Smettila di fare il Bartali ("e' tutto da rifare") della situazione e concentrati, per ora, sul 15 giugno. Cosi', per cominiciare a pensare e ad organizzare con me la rivoluzione gandhiana contro la dittatura. E magari, vai anche a rivederti il film su Gandhi. Comincia a pensare e a fare cio' che sai fare, e cio' che in passato hai creduto di fare con la politica, ma su cui ora hai perso speranza.
Ho da proporti solo la mia esperienza, la mia disponibilita' a non rassegnarmi e a difendere ed affermare la liberta', anche quella dell'involontario esule Bettino Craxi.
Ci vediamo prima e dopo il 15 giugno.