Io non sono scandalizzato per il fatto che i dirigenti del movimento siano stipendiati. Non mi sembrano stipendi da favola, ma senz'altro inferiori a quanto percepiscano i dirigenti in settori diversi dalla politica.
Ho pero' il sospetto che i dirigenti del Movimento non siano in grado, in caso di licenziamento, di trovare un posto di lavoro alternativo altrettanto o meglio pagato. Ho il sospetto che i dirigenti, una volta cooptati nella burocrazia romana, si rendano conto di "aver trovato l'America", e con questa premessa non siano in grado di essere propositivi, perche' corrono il rischio di non essere apprezzati dal Capo e di perdere il posto. Se minacciassero le dimissioni non farebbero paura altro che a se stessi, e questo non fa salire il loro potere contrattuale.
Riguardo all'affermazione perduchiana secondo la quale i militanti periferici avrebbero dovuto dire a Roma: "Non Vi preoccupate per le richieste ai comuni, ci pensiamo noi da Firenze (per esempio), e troviamo anche i soldi per pagarci i fax" mi pare, con tutto il rispetto, una stronzata. Avrebbe dovuto essere Roma, una volta resasi conto di non farcela, a chiedere aiuto a chi presumibilmente poteva essere ritenuto in grado di fornirlo. e questo per due motivi essenziali.
In primo luogo il coordinamento nazionale del Movimento non e' compito della Donatella o di Dario o di Vincenzo o di qualche iscritto molisano, ma e' compito precipuo della Direzione nazionale.
In secondo luogo, ma questa e' soltanto una malignita', ritengo che una offerta del genere, lanciata 2-3 settimane fa, avrebbe ricevuto la reazione "Ecco il solito Pierino che si vuole mettere in evidenza rompendo le palle a noi..."