Caro Dario,
quando vedo scritto nero su bianco "carne da tavolo" e "chiedere senza battere ciglio di fare questo o fare quello", mi incazzo.
Ora tu sai benissimo che la Direzione e' convocata per Domenica e Lunedì. Di cosa dovremmo informarti e informare tutti? Di quello di cui dobbiamo ancora discutere approfonditamente? Delle decisioni ancora non prese?
La sera del 15 Giugno, e l'indomani in conferenza stampa e nei giorni precedenti in TV e sulle pagine a pagamento del Corsera, Marco Pannella ha parlato dei 35 referendum faidate, dei "depositi d'armi" disseminati in tutta Italia. Faidate per categorie interessate, singoli cittadini.
Ieri, al telefono, mi ha chiesto se qualche club, qualche punto di riferimento, qualche iscritto si fosse organizzato per mandare la gente a firmare nei comuni. Gli ho risposto la verità "tranne qualche eccezione, nessuno si stava muovendo". E' rimasto meravigliato: "nemmeno gli iscritti dei Club?" "Nemmeno gli iscritti dei Club!".
Insisto, non è obbligatorio per nessuno far parte di un Movimento che fino ad ora si e' chiamato "Pannella" e che, a breve, chiuderà i battenti. Cosi' come non e' obbligatorio prenderne l'eredita' continuando a far vivere i club in sede locale. Certo, occorrono atti di volonta' e Marco da molti mesi a questa parte non ha voluto sollecitare qualsiasi azione di "richiesta" nei confronti dei Club o dei PDR convinto che, se di fronte alla politica proposta, non c'era da parte di questi una risposta SPONTANEA armata di "convinzioni", voleva dire che nei fatti la Forza del Movimento nel suo complesso era molto, molto ridotta.
Non c'è nei fatti quel movimento (non necessariamente il nostro) "partigiano", capace di azioni "partigiane" nei confronti di un regime potente, tanto capillare e insidioso da diffondersi, senza che magari ce ne rendiamo conto, fin dentro le nostre fila.
Caro Dario, io mi ritengo fortunata perche' ho potuto lavorare a fianco di Marco per molti anni. Non so quanto me lo sia meritato, ma e' successo cosi'. Marco ha e trasmette convinzioni e anche quando ti manda a cagare non lo fa mai gratuitamente. Forse la mia risposta non e' "politica", ma e' quello che mi sento di scriverti ora.
La sera del 15, ma gia' dal pomeriggio, Marco era preoccupato del mio e del tuo sconforto e di quello, magari, di milioni di democratici. E ha voluto rilanciare - e secondo me lo ha fatto benissimo - sul domani, non perche' volesse sorvolare sugli "errori", ma perche' sentiva la responsabilita' di non dover spezzare quel filo che in tanti anni siamo stati capaci di far allungare. Sapeva e sa che se gli iscritti al Movimento si fossero l'indomani recati alle segreterie comunali, se si fossero organizzati per questo, per portare altri a firmare, avremmo avuto maggior forza per prendere decisioni accorte, anche quella, magari, di cambiare completamente strategia. Sono convinta che e' la forza a dare maggiori possibilita' di scelta, non gli scoramenti o le debolezze ai quali in certi momenti ci sentiamo di abbandonarci.
Per ora, mi interrompo, e ti saluto con molto affetto
--- MMMR v4.50unr