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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 26 giugno 1997
Bac&Tabac

La politica faidate e' solo un mezzo, che ha bisogno di essere riempito di contenuti. Quindi hai ragione nel chiamarla "nulla" rispetto al contenuto. Ma e' altro.

Le palle, evidentemente, non le hai ancora piene :-), perche' hai sposato proprio cio' che ha detto Pannella in questi giorni e quanto anch'io ho commentato qui e in conf.movimento: il comitato per il no al referendum che dovrebbe ratificare i lavori della Bicamerale.

Stai, comunque, sottovalutando i 35/34. In particolare il fatto che sono depositati in tutti i luoghi che sai, con il significato che possono rappresentare per le aggregazioni spontanee di cittadini (le prime telefonate che stiamo facendo alle segreterie dei Comuni in Toscana, oltre ai soliti -meno di prima- boicottaggi, ci sta dando un po' di sorprese numeriche: niente di sconvolgente, per carita', ma certamente chi si prende la briga di andare a firmare 35 referendum cosi' come non sono propagandati, un po' d'incazzatura dentro ce l'avra', ed anche tanta voglia di dirlo all'esterno).

Questi referendum rappresentano il programma politico libertario e liberista, su cui edificare la lotta per il nuovo soggetto socio/politico che dovra' raccogliere la volonta' dei cittadini di mandare a casa questa dittatura.

Non li prendere cosi' di sottogamba.

Sulle alleanze siamo d'accordo: e' il motivo per cui non siamo oggi per strada a raccogliere firme su nuovi referendum.

Per i prossimi referendum che tu paventi, mi lasciano perplesso (non ho detto contrario) e mi viene questa riflessione:

Segni, Barbera, Martino mi sembrano tutte debolezze e non forze, in particolare Barbera e Martino. Altri, al momento non ne vedo, ma intuisco che con loro siamo al punto di prima.

Per arrivare ad un'alleanza forte, non basta mettersi a tavolino e decidere cosa si fa e con chi si fa (magari cercando di calmare la mega-presenza di Pannella), ma va conquistata sul campo di battaglia, in modo che la componente che noi radicali vogliamo sia piu' rimarchevole, non vada anacquata: parlo di libertarismo e liberismo (cosi' com'e ben disegnato nei 35/34). E non parlo neanche di un'alleanza di soggetti politici diversi, quanto piuttosto di individui che decidono su un obiettivo e sui mezzi per raggiungerlo.

Non so se mi sono spiegato bene. Provo con altri concetti.

Oltre a questi signori citati, abbiamo bisogno anche di cittadini, vecchi e nuovi militanti. Soprattutto nuovi, perche' i "vecchi" sono troppo pochi pur se il 60% di loro fosse infiammato da neo-ardore rivoluzionario. Cittadini che, oltre ad essere motivati civicamente, abbiano anche interessi diretti rispetto al loro lavoro quotidiano, e che riescano a percepire il coinvolgimento diretto della loro attivita' nelle nostre battaglie.

Ti faccio un esempio. Conosci l'UPPI (Unione piccoli proprietari immobiliari)? Credo di si'! Ebbene, un qualche interesse per l'abrogazione dell'equo canone (per restare nell'ambito dell'esempio che porto) ne avrebbero (e' di qualche giorno fa la nuova proroga degli sfratti di altri sette mesi). Sai quanti sono? Duecentocinquantamila iscritti con piu' di 90 sedi in Italia ....... anche perche' in Italia i proprietari immobiliari sono 25 milioni di soggetti!!!!

Il modo in cui tu invece continui a concepire la battaglia referendaria, e' quello dei suoi denigratori (non t'incazzare :-)) che dicono "il referendum va fatto su grandi battaglie, che coinvolgono grandi ideali ..." e giu' con divorzio, aborto, bla bla. Il problema e' che su questi referendum non trovi un cane che ti segua (tantopiu' quelli a cui ti ho assimilato nella concezione del referendum), anche perche' sono referendum facilmente assorbibili dal regime. Alla fine -per esempio- raccogli anche le firme contro il finanziamento pubblico dei partiti e le riforme del sistema elettorale, ma poi sarai di fronte alla Corte Costituzionale con Martino, Barbera e Segni, che erano con noi anche a urlare contro la preannunciata falcidia dei 20 dello scorso gennaio. Se invece ci vai con l'Uppi e qualcun'altro (sempre per restare al solito esempio), e' un po' diverso.

Ma, infine, a parte la funzione -che ti reinvito a pensare- dei 35/34, chi l'ha detto che la strategia debba essere quella dei referendum?

Chiudo sul serio. Io comincerei a pensare -viste le sorti a cui potrebbero andare incontro i referendum .... anche se fino all'ultimo bisogna lottare perche' queste sosrti non siano tali- ... io comincerei a pensare ad un uso massicico e frequente della disobbedienza civile, sui diversi argomenti che, radicalmente, ci sembrano piu' esplosivi.

 
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