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Conferenza Arpa
Arpa Siena - 27 giugno 1997
Ormai sono convinto che la totale assenza di opposizione in questo paese
occupato fa si che gli italiani, le categorie, gli intellettuali, tengano lo

stesso atteggiamento verso questo regime che avevano per quello fascista.

Le alleanze possiamo trovarle solo se i possibili

alleati saranno certi di non "offendere" troppo il potente, onde evitare

rappresaglie (sindacati, magistratura etc.) e poter magari anche chiedere

scusa (autocritica).Quindi, si ai referendum se pochi, se non rivoluzionari.

Quante volte ci siamo sentiti dire che erano d'accordo con noi sull'oggetto

del referendum ma che lo strumento referendario era troppo "drastico"

(rivoluzionario)?

Oggi, puntare su pochi referendum per cercare una larga allenaza e'

come cercare di "tenere accesa sotto il moggio

la fiaccola dell'ideale", come dicevano le "opposizioni" ufficiali

durante i primi anni del fascismo, rimproverando gli antifascisti

fiorentini come Rossi, Calamandrei, i f.lli Rosselli che rischiavano

la galera per un volantino o per un giornaletto clandestino.

Sono riusciti a stravolgere la legge con sentenze illegali (Corte

Costituzionale) e poi, come sembra avverra', a trasformare in legge

cio' che per anni hanno fatto illegalmente. Sono riusciti a ribaltare

un plebiscito quale il referendum sul maggioritario, sono

riusciti dinuovo a prendersi il finanziamento pubblico e quasi riuscivano

a rendere lecito il finanziamento illecito. Come si puo' sperare di

trovare alleati fra costoro. E quand'anche ci riuscissimo promuovendo

due, tre referendum, dopo quello che e' successo credete che non siano capaci

prima di farceli fuori con la CC o poi con il parlamento? E' quello che

il potere vuole, l'opposizione con il contagocce. Se usiamo lo strumento

del referendum va usato per rivoluzionare o altrimenti facciamo il loro

gioco. Sono troppi e non ci riusciremo mai? Meglio che prestarsi a fare

l'oppositore di regime.

Pietro.

 
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