ô8 MARZO: una buona occasione per una riflessione mondiale sul ruolo della donnaö.
Siamo ormai giunti alle porte dellÆ8 marzo e su TV, stampa, nei locali pubblici si inneggia a festeggiare con offerte commerciali ômolto appetibiliö. Ma la data dellÆ8 marzo non deve essere solo un appuntamento per andare a cena o a ballare, mi auguro invece, e con me se lo augurano anche i compagni e le compagne che nellÆambito dellÆA.R.P.A. Associazione Radicale Pensiero e Azione si battono per il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini, che possa rappresentare un momento di riflessione sulla ôdimensione della donnaö in un contesto di globalizzazione mondiale. La popolazione del pianeta ha raggiunto quasi la soglia dei 6 miliardi di persone e continua ad aumentare ad un ritmo di 94 milioni di persone allÆanno, malgrado che nel 1994 sia stato adottato alla conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo, un programma mondiale per il rallentamento della crescita demografica. Pensate che il 90% dellÆesplosione demografica interessa i Paesi pi· poveri, mentre lÆUnione Europea, di cui facciamo parte, dev
e far fronte al crescente invecchiamento della sua popolazione.
Proprio la conferenza del Cairo nel æ94 ha stabilito una stretta correlazione fra livello di formazione e diminuizione della fertilitß, fra la maggiore partecipazione delle donne alla vita attiva e la loro emancipazione economica e la riduzione della dimensione della famiglia. A tutti chiaro, ci auguriamo, che per garantire il successo di qualsiasi politica demografica e di sviluppo umano debba essere abolita la ôdiscriminazioneö nei confronti delle donne ed il divario fra Nord e Sud del mondo. Fermo restando che nessuno deve mettere in dubbio che la libertß di scelta in materia in materia di procreazione costituisce un diritto umano fondamentale e deve essere condannata ogni politica di pianificazione familiare violenta, coercitiva e discriminatoria, come ad esempio la sterilizzazione forzata che in molti Paesi, primo fra i quali la superpotenza Cina, viene regolarmente applicata; nei Paesi in via di sviluppo devono essere adottate con urgenza misure volte ad offrire una migliore pianificazione delle nas
cite affinch le donne apossano avere accesso ad una attivitß economica al di fuori delle mura domestiche e, libere dalla schiavit· della povertß, possano migliorare la propria condizione. Nei Paesi sviluppati dellÆUnione Europea, invece, la popolazione invecchia rapidamente a causa, in parte, della diminuizione delle nascite che un fenomeno riconducibile alla situazione delle donne. In realtß come le nostre, contraddistinte da alti tassi di disoccupazione le donne, che pi· degli uomini occupano posti di lavoro precari, non si sentono pronte a fare una famiglia. Per cui per affrontare il problema dellÆinvecchiamento della popolazione si dovranno creare migliori condizioni di vita che consentano alle donne di conciliare maternitß, vita privata e lavoro.
EÆ in questo ambito che invitiamo le donne a pretendere segnali chiari dai governi dei loro Paesi, siano essi di destra, di centro o di sinistra, poich per essere realmente libere di vivere a pieno la propria dimensione femminile, le donne devono essere sistematicamente incluse come beneficiarie e partner nella ideazione, la pianificazione, la applicazione e la valutazione di tutti i progetti e i programmi di sviluppo.
La Segreteria