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Conferenza Arpa
Arpa Lucca - 12 luglio 1997
A.R.P.A.
Associazione Radicale Pensiero e Azione

via della Stufa, 21 - 55100 Lucca

tel. e fax 0583/491758

Al Presidente

dott. Vincenzo Da Massa Carrara

Cassa di Risparmio di Lucca S.p.A.

piazza San Giusto

55100 LUCCA

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Al Vicedirettore Generale

rag. Arnaldo Terreni

Cassa di Risparmio di Lucca S.p.A.

piazza San Giusto

55100 LUCCA

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Al Presidente della

Regione Toscana

Vannino Chiti

- sede -

50100 FIRENZE

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Al Presidente del

CE.SE.CA.

Centro Servizi Calzaturieri

dott. Guglielmo Cordoni

via Piaggiori Basso, 212

Segromigno in Monte

55012 CAPANNORI

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Al Presidente della

C.C.I.A.A.

avv. Enrico Montauti

- sede -

55100 LUCCA

Oggetto: AIUTI ALLE AZIENDE LUCCHESI AD ANDARE IN CINA

Apprendiamo dalla stampa, in data odierna, che la Cassa di Risparmio di Lucca - in accordo con la Regione Toscana, con il CE.SE.CA e con la Camera di Commercio di Lucca - aiuterß le aziende della provincia a "sbarcare in Cina" fornendo ai propri clienti assistenza logistica e finanziaria, poich "la Repubblica popolare cinese uno dei mercati in via di sviluppo, soprattutto il pi· grande produttore di calzature e in questi anni sta cercando di modernizzare la produzione attraverso l'acquisto di tecnologia".

Supponiamo che ci che Vi ha spinto a prendere questa decisione sia l'aspetto finanziario, con l'intento di promuovere scambi commerciali. Noi vogliamo anche credere che oltre al semplice aspetto "finanziario" nella Vostra azione vi si possa leggere anche l'intento di promuovere amicizia con un paese che sta vivendo una fase di vivace e tumultuoso sviluppo, proprio di tutto il continente asiatico.

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Siamo certi, tuttavia, che non ignoriaTe la particolare situazione della Cina, che fonda gran parte di questo sviluppo su metodi di conduzione della politica interna e della stessa produzione economica che contrastano profondamente con le convinzioni democratiche, umane e religiose del nostro Paese e con le basi dei diritti stessi (umani e sindacali) della persona, sancite da risoluzioni, carte e trattati internazionali.

E' noto che la Cina detenga di gran lunga il triste primato delle esecuzioni capitali (l'85% del totale mondiale), che i processi siano delle rappresentazioni farsesche della giustizia, che ai cittadini cinesi sia limitato il libero transito nel proprio paese e l'uscita dal proprio paese, che non esista la possibilitß di manifestare o di organizzare altra idea che non quella di regime senza incorrere in severe sanzioni, che non esista per i lavoratori alcun diritto e che venga organizzato il lavoro forzato dei carcerati e quello dei bambini (in violazione dei trattati internazionali) ai fini di una politica di dumping che strangola la concorrenza in settori come quello calzaturiero e quelli dell'artigianato e dell'industria leggera in genere, ove le regole che giustamente tutelano i nostri lavoratori non consentono di reggere la competizione selvaggia dovuta allo sfruttamento della mano d'opera.

Si parla di "mercato globale": ma non ci devono essere regole ?

I nostri produttori si stanno trasformando, spesso e sempre pi· frequentemente, in meri importatori di quella "mano d'opera" organizzata nei lavori forzati dei carcerati cinesi e in quella dei bambini cinesi. I centri commerciali che affollano le tangenziali sono una vetrina delle merci orientali, spesso copie fedeli o grossolane di merci giß prodotte in lucchesi da piccole e medie industrie ora chiuse o trasformate in magazzini.

A noi parrebbe strano che non vediaTe l'incongruenza di una partita di carte, ove sia notorio che le stesse siano truccate. E che anche Voi, che aveTe delle vite dedicate alla causa del lavoro e della nostra provincia, non vediaTe la sofferenza di lavoratori schiavi e bambini !

La partita che si gioca intorno al tavolo del "mercato globale" non pu essere un banco delle tre tavolette, ove si alletta la comprensibile aviditß di pochi "compradores" per poi gettare sul lastrico l'economia provinciale, magari con effetti dirompenti sul mondo del lavoro locale (licenziamenti) !

Confidiamo, quindi, che vediaTe oltre i suadenti allettamenti per porre sul tavolo la questione di principio del diritto, della libertß e della democrazia e che fornireTe la necessaria assistenza logistica e finanziaria, oltre che all'esportazione di macchinari, anche all'esportazione in Cina dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili e della democrazia.

Gli argomenti non mancano.

I clamori sul ritorno di Hong Kong sotto il dominio della Repubblica popolare cinese, la recente - ed proprio di ieri - modifica del sistema rappresentativo parlamentare sempre ad Hong Kong non oscurano la situazione di crudele occupazione del Tibet con il deliberato disegno di cancellazione etnica di un popolo e di un patrimonio culturale di valore inestimabile.

Numerosi dissidenti nella stessa Cina languono nelle galere (langoi) poich chiedono che alla libertß economica venga affiancata libertß personale. Quelle stesse galere che, in numerosi casi, sono attrezzate in "fabbriche artigianali" dei prodotti che noi consumeremo. Quelle stesse galere dove i piazzali di carico dei camion vengono anche utilizzati quali piazzali di esecuzioni capitali.

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A Wei Jingsheng, il pi· famoso tra i dissidenti cinesi, il Parlamento dell'Unione Europea ha accordato il Premio Shakarov come riconoscimento della sua lotta per la democrazia e la libertß. Ebbene Wei Jingsheng, che ora proposto al Premio Nobel per la Pace 1997, aveva scontato una condanna di 15 anni di carcere, poi liberato e nuovamente arrestato per aver "osato" chiedere la democrazia per la Cina. Oggi nuovamente detenuto e deve scontare una condanna per altri 14 anni in un regime carcerario che prevede, con la compiacenza governativa, anche i pestaggi e ci , certamente, non migliora le sue giß precarie condizioni di salute. Per Wei Jingsheng anche il Presidente della Repubblica Francese, Jacques Chirac, ha richiesto la sua immediata liberazione quale uno dei punti di accordo "franco-cinese" in materia di "scambi commerciali".

Non vi pare, allora, che sia giusto sollevare queste elementari e civili questioni con i Vostri interlocutori ?

Non vorreTe, speriamo, e non vorremmo, ne siamo certi, che tacendo invece, non finiaTe, magari inconsciamente, di esportare "macchinari" per poi importare, nascosto tra le figurine di gesso e le scarpe di moda prodotte a Shanghai, anche il sangue e qualche virus della sopraffazione e della violenza di regime per i quali, come Voi e noi sappiamo, non esistono vaccinazioni definitive.

Con i nostri ossequi.

Lucca, 12 luglio 1997 Marco Affatigato

segretario

 
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