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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 14 luglio 1997
E mo'.
Io ieri, al congresso, ero tra quei pochissimi -forse l'unico- che avendo presentato e votato la mozione finale approvata, non si e' alzato ad applaudire/applaudirsi con l'applausometro di Radio Radicale.

Sono contrariato dalle esaltazioni di massa, e le temo perche' spesso portano alla giustificazione anche di cio' che non si capisce.

E vi do' una lettura dei fatti.

Sono stati fatti fuori i club, o meglio il fantasma dei club.

Meglio cosi'. Lo auspicavo gia' da un anno.

Ma sia chiaro che Pannella si e' tolto di mezzo qualcosa che -per la sua grama esistenza- gli dava anche fastidio, ma che, sostanzialmente, per lo sviluppo della sua organizzazione, contrastava ed era d'impedimento.

Le telefonate fatte direttamente da Roma per avere soldi. I moduli nelle segreterie e quindi senza necessita' di tavoli. Tutto concentrato nella mitica direzione, che si spostava come un sol uomo per seguire i movimenti e le iniziative del presidente, le uniche legittimate, assecondate e finanziate. Sono tutti indicatori del metodo che Pannella ha deciso di seguire. Un club, un qualunque altro soggetto legittimato all'uso della sigla del club o del movimento, sono stati per lui come una mina vagante, perche' toglievano soldi che voleva a Roma, distraeva la poca attenzione dei media.

E non e' un caso che il livello qualitativo medio della direzione e' decisamente basso: non dirigenti di partito, ma esecutori di indicazioni, pronti a tutto in qualunque momento. Forse qualche dirigente di partito comnciava a far capolino da qualche club, ma gli e' stata tagliata la testa. Cosi' come e' stata tagliata la testa al nostro gruppo in Toscana.

Sembra quasi una tradizione pannelliana che si rinnova: il partito radicale, i deputati, i club. Zac e controzac.

L'unica cosa che Pannella ci legittima a fare, e' la politica radicale, perche' il nome partito radicale e' solo piu' grande del suo.

Il fatto che abbia tenuto in vita la Lista Pannella, al dil a' delle convenienze tecnico-economiche, e' sintomatico, specialmente se, nell'ultima pagina del nuovo giornale "Terzo Stato", nel riquadro delle varie iscrizioni ai vari soggetti, troviamo anche una quotta di adesione alla Lista Pannella.

Ora e' libero, di usare il nome Pannella come gli pare e piace: e' libero di essere se stesso senza che qualcuno, usando il suo nome, faccia magari un comunicato sul "Comitato per Buson libero" (salvo poi fare quell'inutile -perche' tardiva- comparsa al processo dei veneti serenissimi, ed aver regalato a Bossi la gestione politica della galera di Buson e co.: un'occasione d'oro persa ... e solo perche' non se n'e' accorto in tempo ed e' rimasto stizzito perche' qualcun'altro, dicendo quello che comodamente avrebbe detto lui qualche giorno dopo, lo ha fatto prima di lui: un bell'esempio di monarca e non di presidente di un movimento).

Ma ora lui e' lui, e soprattutto noi siamo noi, ed io sono io, come te sei te.

Sicuramente faremo tante cose al seguito di Pannella, ma solo se sapremo perfettamente chi siamo e quali sono le nostre capacita', altrimenti aspireremo ad un posto in direzione-e gia' qualcuno di noi si e' iscritto alla lista di collocamento passsando attraverso qualche talamo- o staremo solo dietro alla Lista Pannella facendo i militonti, e dando quindi apporti minimi e frustranti, o esaltanti come tutti quelli in piedi che battevano le mani a parole sentite mille volte.

Cazzo, e' arrivato il Martinez, m'ha distratto e la conclusione logica di questo discorso .... me la sono persa dietro ai racconti delle sue scopate a Cuba.

Nel prossimo intervento faro un'ipotesi di organizzazione, perfezionata, durante un allucinante ritorno in macchina da Roma con i Moretties (concluso, per fortuna, con un'ottima cena vegetariana), rispetto a quella gia' descritta e che per comodita' chiamero' "ipotesi Cln".

 
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