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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 22 luglio 1997
Riunione di Pisa
i ladri non c'erano, sono rimasti a casa :-)

In compenso c'era il Russo e il suo Soviet, con tanto di telecamera naif che faceva molto Cln rumeno nei primi giorni del dopo Ceausescu. E, cosa piu' eclatante, c'era la massa, o meglio il masso, no..., forse e' meglio il massone, ma la stazza era da massino ..... insomma arpa.ms!

Il Soviet, guidato dal suo Russo, ospitava, per l'occasione anche un alto dirigente di una repubblica baltica, e tutt'insieme si sono posti il problema del dopo Stalin: la transizione dalla fase di stabilizzazione della Repubblica sovietica alla fase prerivoluzionaria.

Com'era prevedibile, gli israeliti riabilitati dopo le purghe staliniane, hanno alzato la testa, e sono emersi in tutto il loro splendore: sette rabbini per dodici partiti, trascinati dall'ardore del rigore tradizionalista religioso (referendum e progetti di legge d'iniziativa popolare, nonche' petizioni) e con la speranza che i fondi degli israeliti d'Oltreoceano comincino a giungere e rendere piu' verdi i deserti di Palestina, con la costruzione di tanti Cln (CKibbutz Laddove Nonsipuo') in cui tramandare il rigore e alimentare lo spirito con pensiero e azione.

Giammai l'arabo usurpatore e' apparso nelle vesti di Arafat, ormai considerato un nemico del passato, da commiserare per le sue disgrazie processuali in quel di Perugia, ma ha sempre fatto capolino con la ferocia di Habbas, e Settembre Nero sempre dietro l'angolo pur nelle vesti dell'amante moraviano del Paese dei cedri.

Dopo tanto discutere di innesti che potrebbero rinverdire il deserto, e dei ceppi europei che male hanno concimato, gli zii gioiellieri di Manhattan sono apparsi lontani e restii a dare orecchio e tasca a cio' che non fosse integralmente conforme alla rigida tradizione degli antichi talmud.

L'israelizzazione del Soviet del Russo ha superato il primo confronto celebrando un rito religioso propiziatorio, a base di vino koscher e pane azimo, ponendo attenzione al rapporto del giovane mandato al fronte, nella valle dei salici, a origliare e interrogare il nemico che celebrava i fasti e le orge del suo potere. Udito il rapporto, i rabbini -ormai divenuti pochi- si sono abbracciati e baciati con il propiziatorio "l'anno prossimo a Gerusalemme", alle 17.

 
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