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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 27 luglio 1997
RESOCONTO RIUNIONE DEL 26 LUGLIO A FIRENZE

- presenti:

Luciano Marci - Firenze, Pietro Moretti - Poggibonsi, Marco Bazzichi - Firenze, Giovanni Lopez - Firenze, Alessandro Garzi - Firenze, Alessandro Calamai - Firenze, Antonio Bacchi - Firenze, Ilaria Paoletti - Firenze, Gianluca Pancani - Firenze, Andras Bereny - Bergamo, Phyllis Dyason - Bergamo, Massimo Moretti - Poggibonsi, Carlo Del Nero - Massa, Fioravante Scognamiglio - Prato, Davide Bacarella - Prato, Stefania Stefanelli - Firenze, Valerio Giannellini - Firenze, Roberto Rogai -Firenze, Sandra Neri - Firenze, Alessandra Impallazzo - Livorno, Patrizio Tronci - Pistoia, Donatella Poretti - Arezzo, Dario Russo - Pisa?,.

- hanno fatto sapere che non potevano essere presenti per impegni gia' presi, ma che erano molto interessati agli sviluppi dell'incontro:

Filippo De Martino - Grosseto, Vasco Giannotti - Lucca, Stefano Tonelli - Lucca, Sante Bazzoni - Torrita di Siena, Franco Laruccia - Forli', Claudio Bonomi - Bergamo, Carlo Serafini - Firenze, Enrico Bianchi - Firenze, Stefania Piombanti - Firenze, Maurizio Gubinelli - Bergamo.

- metodo convenuto a conclusione della riunione:

Resoconto della riunione spedito a tutti che, se hanno osservazioni, le inviano a me che le integrero' nel documento, che divverra' la piattaforma dell'associaizone. Invio del documento a un numero piu' ampio di persone, non ad indirizzari ma a indirizzi mirati. Convocazione dell'assemblea di costituzione con la formula "associazione senza scopo di lucro" e registrazione di atto costitutivo e statuto, prevedendo la formula degli aderenti all'associazione, anche se non soci fondatori.

RESOCONTO

Preso atto dello scioglimento del movimento politico di riferimento per inadeguatezza dello stesso a fronteggiare la situazione politica degenerata in dittatura, il problema centrale e' stato quello di non ripetere gli errori fatti, non far passare il tempo mentre il regime lavora contro di noi, essere incisivi e non aspettare gli imput organizzativi di Marco Pannella.

La confluenza dell'iniziativa di Pannella nell'associazione "Lista Pannella", e' vista come logica conseguenza. Pannella si e' ripreso il suo nome, perche' le persone e i club a cui lo aveva messo a disposizione non ne facevano uso cosi' com'era nell'accordo stabilito al congresso. Le firme non si raccolgono piu' con i militanti, e altrettanto le iscrizioni e i contributi. Per questo i club e i loro componenti sono un intoppo e, qualche volta, anche un pericoloso disturbo. Se esistono capacita', genialita', creativita' e operativa', e' bene che si esprimano in altre direzioni, perche' quella coperta dal marchio Pannella non riesce a raccogliere utilita' e potenziamento da quelle come la nostra. Un movimento che negli ultimi anni e' stato essenzialmente Pannella e la Toscana -quest'ultima dietro alle iniziative di Pannella ma non sotto il suo controllo- e' un movimento che non e' piu' tale, ma anche un po' buffo, oltreche' inutile.

Gli amici bergamaschi intervenuti hanno presentato la loro associazione "Lombardia Libertaria" con gia' diverse sedi in Lombardia e riferimenti in Veneto. Un'associazione con impostazione anarco-capitalista, che si era trasformata in club Pannella, e che oggi si propone di partecipare con proprie liste all'elezione del Parlamento del nord, cosi' come e' stato impostato dalla Lega Nord, e di marcare l'iniziativa sull'organizzazione della disobbedienza fiscale. La loro presenza -hanno rimarcato- era motivata dal comune sentire su molte cose e dalla necessita' di aggregare/coordinare iniziative che si presuppone saranno molto simili.

Un'ipotesi -quella anarco-capitalista- commentata positivamente da molti, e vista come un possibile obiettivo a lunga scadenza. Ma -non credo di sbagliarmi- oltre l'interesse epistemologico, non ha suscitato grandi passioni. Perplessita' invece, e' emersa rispetto alla scelta di partecipare all'elezione del Parlamento del Nord, anche per il diverso contesto territoriale, che forse non fa percepire certe priorita'.

Partire dall'iniziativa locale, con risultati tangibili che riaccendano nei cittadini la speranza che qualcosa e' possibile e che non si debba sempre accettare tutto e uniformarsi al vezzo dominante. Questo un motivo conduttore di alcuni interventi, insieme a quello della necessita' di comunicare, oltre cio' che fino ad oggi abbiamo fatto, le forme di assenza di liberta': il cittadino non ha coscienza della mancanza di liberta', perche' riesce a farsi la sua nicchia, entro cui tutto e' possibile anche violando le leggi, essendo un Paese a tradizione e prassi trasformista.

Riformare non e' piu' possibile, ci abbiamo provato in diversi modi e tutt'oggi i moduli dei referendum sono nelle segreterie comunali, a disposizione di chiunque voglia dare il suo contributo contro il regime ...... ma si intravedono scarse possibilita' di riuscita dell'iniziativa. Occorre passare ad una fase rivoluzionaria, con l'ipotesi di un coinvolgimento individuale molto piu' forte, e con possibili reazioni del regime che potrebbero portare anche alla privazione della liberta' personale.

Ma non tutti se la sentono o si possono permettere simili scelte.

Non far nulla, perche' e' tutto inutile se non usando nonviolenza e disobbedienza civile?

No. Esistono vari livelli di operativita'.

Se si devono solo fare iniziative per petizioni o referendum, o qualche altra cosa che sappiamo gia' in partenza che finira' come carta straccia, la cosa non e' incoraggiante. Ma se queste iniziative sono legate alla promozione e all'appoggio di atti rivoluzionari in corso, la musica cambia.

Quindi c'e' chi puo' partecipare mettendo a disposizione anche la sua liberta', e chi puo' partecipare per cercare di ridare la liberta' a chi e' stata levata. Un esempio semplice: c'e' chi va ad occupare la Rai perche' non da' notizia di un'iniziativa, e magari s'incatena alla scrivania del direttore, con rischi comprensibili per la sua liberta', ma nello stesso tempo c'e' chi promuove quest'iniziativa, cercando consensi per strada e presso altre organizzazioni o personalita' politiche e civili. Un altro esempio: si vuole organizzare un dibattito con Massimo Teodori per rimarcare il taglio diametralmente opposto a quello ufficiale di trattare la questione mafia. Se l'iniziativa e' quella e basta, e' probabile che possa essere un momento marginale di cultura politica. Ma se questo dibattito casca in un contesto di un atto rivoluzionario in corso, l'attenzione -anche degli stessi organizzatori- e il clamore potrebbero essere diversi.

Tutto questo ha bisogno di finanziamenti, disponibilita', professionalita' e tanta eco. E' stata accennata un'ipotesi di nostra presenza all'estero (in particolare Usa) per far conoscere -essenzialmente agli emigrati italiani- la situazione italiana al di la' delle abituali veline e cliche', e su questo chiedere il sostegno.

Un gruppo d'azione per far crescere la conoscenza di cio' che sta succedendo in Italia con il consolidamento della dittatura, dove il 4 per mille, la proroga del contributo dello Stato per l'acquisto di un'automobile nuova, l'inciucio bicameralista, il probabile indulto, sono solo la punta di un iceberg. Quest'azione all'estero e' vista anche nei confronti dell'informazione, in modo da creare un rapporto periodico di controinformazione, da cui i media stranieri possono attingre per una lettura diversa dei fatti italiani; ed e' probabile una ricaduta sui media italiani, sempre molto servili, provinciali e attenti ai giudizi dei loro colleghi stranieri.

Il 95% degli italiani non sa che esiste una corrente di pensiero e di proposta come la nostra, che si esprime anche con i contenuti dei 35 referendum e nella tradizione del pensiero liberalsocialista di Salvemini ed Ernesto Rossi. Pannella, essenzialmente grazie a Radio Radicale, riesce a coprire il restante 5%, e ogni tanto (digiuni della sete, fantasmi) riesce anche a sforare oltre, ma subito e' ben riassorbito e messo nell'angolino. Che esista un disappunto dei cittadini verso l'ammucchiata di regime e' dimostrato, con un esempio di questi giorni, dal fatto che solo il 4-5% ha scelto di devolvere il 4 per mille dei suoi tributi al sistema dei partiti, ed e' dimostrato anche dal 30% degli italiani che si sono recati a votare il 15 giugno.

Noi scegliamo di lavorare per sforare l'omerta' dell'informazione, ma non raccimolando nel contenitore pannelliano, perche' li' non siamo in grado di portare alcun valore aggiunto. Dobbiamo fare per conto nostro, in altre direzioni.

L'ipotesi e' quella di intervenire "pesantemente" tutte le volte che manca l'informazione o viene dettata ad arte della dittatura, anche riguardo all'informazione negata sulle apparenti micro vittorie "locali" che danno speranza e forza per agire piu' in grande. Un metodo per far crescere la coscienza rivoluzionaria dei cittadini, a partire dal riconoscimento di non vivere in liberta'. Un contributo a partire anche dalla nostra specificita', dall'aver, per esempio, creato una struttura come via Cavour 68 che, pur nei suoi giganteschi limiti e doverose critiche, e' un punto di riferimento e di potenzialita' grazie al quale riusciamo ad essere una trentina di persone un pomeriggio di sabato di fine luglio a Firenze, con un tasso di presenti e assenti motivati, rispetto agli invitati, che sfiora il 90%.

Un gruppo di lavoro che, sempre per la sua specificita', seguira' con attenzione -cercando anche di coordinarsi- le iniziative e le proposte di Marco Pannella, auspicando che si possa determinare un movimento che, con numeri completametne diversi da quelli a cui ci siamo abituati- contribuisca a creare un unico soggetto che si candidi a governare il Paese con il 51%.

Questo, grosso e a mio modo, cio' che ci siamo detti Sabato.

Aspetto contributi entro una settimana. Poi procedero' alla stesura di una vera e propria piattaforma politica di proposta e organizzazione, con relativo statuto, per convocare l'assemblea costituente, anche questa a breve.

Sono graditi anche consigli per il nome. Io ho pensato a CNL che, oltre ad evocare "la liberazione dall'oppressore e l'uscita dall'emergenza della seconda guerra mondiale", dovrebbe significare: Club Nonviolento Liberale Libertario, o Circolo, o Comitato o Congresso (che fa un po' comunardo ....), o Centro .....

Un invito, per finire. Il fatto che siamo qui a concepire, pensare, arrovellarci, capire, fantasticare, non credo ci debba esimere da fare iniziativa politica. Sono perfettamente conscio che puo' sembrare difficile, perche' non abbiamo il nome Pannella dietro cui siglare le nostre pernacchie, ma non dimentichiamoci che abbiamo i 35 referendum che, pur se non incoraggiano per i noti motivi, contengono buona parte della nostra storia e delle nostre proposte, e che, qualunque presa di posizione o iniziativa su questo o su quell'altro argomento e' legittimata all'uso della dizione "Comitato Promotore Referendum" nel momento in cui rimanda i cittadini a firmare presso le segreterie dei Comuni. Per esempio: sulla sentenza italiota della Cassazione sulla droga, quanti di noi hanno fatto un comunicatino, chiesto alla radio o alla tv locale in odore di sinistra di fare dei servizi o dei fili diretti?

Per chi legge in Agora' -conferenza Arpa: stampate questo testo e fatelo circolare presso chi ritenete interressato. Oltre che dall'unione, la forza nasce anche dalle idee, osservazioni, critiche e, perche' no, stroncamenti.

Altrettanto invito vale per chi lo legge via fax: fotocopiate e spedite.

Ciao

Vincenzo

Firenze, 27 Luglio 1997

 
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