chiedo scusa, ma il messaggio e' lungo.
credo che i termini, ma anche i toni, della lettera di Dario siano comprensibili e condivisibili, pero', e non lo dico per polemica, ma proprio come fa Dario, per sincera voglia di parlarne, non capisco bene ti termini della questione.
semplicisticamente mi verrebbe da dire che dario vuole iscriversi per poi partecipare ai congressi eccetera per partecipare attivamente alle scelte e/o attivita' del partito radicale.
se cosi fosse (Dario dice di aver militato per il 1996, quindi non si lamenta di questo), ma ripeto, la mia e' una lettura riduttiva, vorrei avere una conferma.
gia' in passato rispetto alla direzione del movimento ho sentito certi toni, mentre invece nei confronti del cora no. dico questo non perche' voglia che mi si faccia una classifica dei gruppi "buoni" o "cattivi", ma perche' mi pare che le volte in cui e'
stato proposto qualcosa, raramente e' stato negato il sostegno, oppure scoraggiata l'azione.
certo negli ultimi tempi il partito radicale si e' sempre piu concentrato sull'onu, senno' io che ce sto a fa':)))) creando molti problemi nuovi che affrontiamo quotidianamente rischiando sempre di fare la figura dei peracottari con altre ONG che stanno
qui da anni, ma ce la mettiamo tutta.
a questo proposito vorrei sottolineare la differenze tra ONG e partito, quelle ricordate da Dario sono le piu' famose in assoluto al mondo:
- Greenpeace, predilige le azioni clamorose per i media, ma all'onu non fa niente (mentre invece sulle convenzioni del Law of the Sea, ci sarebbe bisogno di qualcuno che almeno monitorasse i negoziati)
- Amnesty International, predilige la compilazione di rapporti e ha una formidabile esperienza e competenza legale di diritto internazionale ed umanitario, ma non si puo' impegnare con soggetti politici.
voglio fare solo 2 esempi, anzi 3 e forse 4, che potrebbero di per se valere un'iscrizione futura.
pena di morte, tribunale, esperanto e droga.
la mozione proposta all'assemblea generale del 1994 fu un fulmine a ciel sereno e spacco' i governi del mondo su una questione molto sentita e delicata, fu fatta alla radicale, senza cioe' diplomazia, o la va o la spacca, facendo votare un organo che non
e' abituato a confrontarsi, ma che adotta documenti per consenso. si perse come sappiamo, anzi il governo italiano perse, ma noi sappiamo che la proposta e il testo erano made in TRP. Poi c'e' stata la risoluzione approvata alla commissione dei diritti
umani di Ginevra che chiede la moratoria, anche questa volta in collaborazione con in governi di italia e francia, mozione passata anche con un discreto margine.
Ebbene gli esperti, o professionisti che dir si voglia, dei diritti umani (AI), non avevano mai messo in cantiere la proposta della moratoria, ne' tantomento vedevano di buon occhio il voto in materia.
per il tribunale stessa musica, se non fosse stata per l'offerta fatta dalla bonino al sesto comitato dell'assemblea generale del 1994 (questo governo berlusconi non smetteremo mai di rimpiangerlo:) i 185 governi starebbero ancora li a traccheggiasi con
gli studi preliminari e approfonditi senza decidere una data e un luogo per la stesura definitiva del trattato di istituzione della corte. dal 1994 i ritmi e le attenzioni dei paesi nei confronti della corte sono cambiati radicalmente, per l'appunto.
per la lingua internazionale again, senza lo status consultivo di categoria 1 del partito niente ECOSOC che prende in considerazione la sperimentazione dell'esperanto in una delle sue commissioni.
infine la droga. molto interessante e' stato incontrare ethan nedelman della banda soros, per capire come le nostre idee e i nostri metodi e tecniche siano molto avanzate, e interessanti.
non solo la trovata geniale di individuare l'onu e la mossa strategica del busdachin di farsi riconoscere ai massimi livelli, ma intrecciare sempre di piu' i contatti e le azioni tra parlamento europeo e onu.
l'amico nadelman, siccome deve amministrare diversi milioni, di dollari:) promuove la riduzione del danno e per ora mi paiono sclerotizzati su quello, ma guardano con interesse e stima le nostre azioni radicali, e soprattutto i successi che in questo
campo abbiamo ottenuto in italia, e in parte stiamo cercando di ottenere in campo internazionale (europa). Sulla droga siamo i soli al mondo a portare avanti l'antiproibizionismo,
e se si riesce a giocare bene la carta strategicamente, potremo avere dei successi - sicuramente a lungo termine - mondiali.
in tutto questo la militanza dove sta? be' le firme sugli appelli, quelle per le risoluzioni, la lobbying al parlamento europeo e all'onu, le marcie le dimostrazioni i digiuni eccetera ancora si fanno, certo sempre meno, ma si fanno. se qualcuno viene
pagato, come me, per fare certe cose, che sono a meta' strada tra la militanza e la competenza, credo che il problema del ruolo di altri attivi si ponga, certo e' che se si decide di dedicare alcuni mesi o anni della propria vita a certe attivita' fuori
dalla citta' in cui si ha una casa oppure una famiglia, forse qualche onere non e' male averlo coperto, ma non me la sentirei di dare dei semplici impiegati ai cosiddetti "collaboratori" del partito radicale:)))
scusate la lunghezza, ma ero stato in silenzio molto a causa dell'ondata tribunale del mese di agosto.
ciao
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