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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 29 dicembre 1997
Riflessione
sulla possibilita' d'azione politica in questo momento.

A partire dalla constatazione che l'unica cosa possibile e' la rivoluzione, tutta da costruire, e che non basta annunciarla chiamando alle armi, perche' come, dove e quando sono fondamentali.

Ho dubbi fortissimi che esistano i soggetti rivoluzionari disponibili a raccogliere, oggi, il testimone della rivoluzione, e a correre con chi, come noi, ne percepisce l'urgenza. I dubbi mi crescono ogni volta che mi immergo in situazioni da cui per lungo tempo sono stato assente e mi accorgo di essere un marziano, quando ascolto le interviste per strada di RR, quando di fronte ad un cittadino vessato che a parole strangolerebbe il primo burocrate che gli potrebbe capitare sotto mano, davanti alla proposta di trasformare in politica la sua incazzatura, si trae indietro "perche' tiene famiglia" (ultimamente me ne sono capitati diversi, nel settore droga, Stato ladro, fisco e altro). E mi sto convincendo -a ragion veduta- che anche il piccolo imprenditore piu' incazzato del nord-est, magari iscritto alla Life, se per i suoi casini col fisco si facesse avanti il solito funzionario farabutto che gli chiedesse una mazzetta ragionevole per mettere tutto a tacere, il nostro rivoluzionario accetterebbe pur contiuand

o ad essere iscritto alla Life.

Questo lo deduco dai 35 referendum snobbati, proprio in quella zona. Il voto a Bossi, dira' qualcuno? Marginale e voluttuario: gli incazzati non hanno alternative in questo momento, e se un qualunque sindaco ulivista proponesse ai suoi amministrati di farsi belli pur fottendo quelli del Comune accanto .... tutti col Sindaco ulivista. Sottovalutazione del fenomeno leghista? Non credo. Credo invece che se il Bossi non ottiene un risultato a breve, non avra' vita facile. Ma questo e' un altro discorso, per il momento.

Quindi i soggetti rivoluzionari vanno creati, perche' quelli che ci sono, sono vicini al lumicino. Pensiamo ai compagni dell'ex Mov.Club Pannella che si sono sciolti per fare non so quanti partiti, e che invece sono solo partiti in attesa che il Pannella si inventi il nuovo imput.

La creazione di questi soggetti e' impresa ardua, ma non impossibile, MA VANNO CREATI CON DEGLI STIMOLI. Non basta chiamarli alle armi (quelle di ognuno di noi dovrebbe avere, come ci grida il Pannella toccandoci anima e cuore), ma occorre anche dargli un'indicazione di queste armi, e creare i luoghi dove si puo' imparare ad usarle e dove le stesse dovrebbero essere stoccate.

L'uso delle proprie armi non e' cosa semplice, perche' spesso non si sa di averle, o si pensa che siano alcune, ma sono spuntate e/o autoincensatorie.

A maggior ragione credo ci sia difficolta' nel chiamare alle armi attraverso quei mezzi e attraverso chi dovrebbe essere abbattuto con queste armi. Un esempio crudo: la richiesta di risarcimento che e' alla base del digiuno che parte il 1 gennaio; banalizzando, si chiede che attravero il Tg1 venga trasmesso un messaggio riparatore che, di per se', dovrebbe essere da stimolo per la rivoluzione. Ho ancora presente in testa quell'orribile trasmissione Tg2 Dossier: la giornalista che non sapeva neanche di cosa stesse parlando, tanti bei servizi curati da chi invece conosceva la materia, e un titolo, un'impostazione da "panda": "i radicali", come se fossero un fenomeno da analizzare, alla stregua, che ne so, dei "testimoni di Geova" o i discepoli di Osho Rajneesh o, forse rende ancora meglio il concetto, "quelli del partito d'azione, che tanto hanno dato per la costruzione della nostra democrazia" ..... appunto: "hanno dato", e che sono ormai un fenomeno da rubrica di una trasmissione dossier. Finita questa trasm

issione, la giornalista cretina che conduceva continuera' ad essere tale e la Rainvest non avra' subito un minimo di influenza. Non solo, ma il messaggio passato attraverso quella trasmissione, rimane li', consumato da un ascoltatore che lo avra' mediato attraverso i suoi paraocchi, e basta.

Il dubbio che mi viene e' se il mesasggio per la costruzione della rivoluzione debba passare attraverso il megafono della dittatura, e non piuttosto attraverso i mezzi alternativi che siamo in grado di costruire.

E questo significa che RR e' fondamentale. Il primo punto di partenza per la cui sopravvivenza si deve fare tutto: la condizione senza la quale ci condanniamo ad un percorso ancor piu' lungo di quanto gia' non si prospetti con RR vivente.

Da RR puo' e deve venire il resto. Perche' RR significa Radio Pannella, attraverso cui diffondere e seminare lo stimolo rivoluzionario che, pero', dovra' essere organizzato e proposto, non solo declamato. Ma questo l'ho gia' detto prima.

E leggo debolezza nell'iniziativa della Bernardini. Debolezza, non inutilita'. Mentre la vedrei forte se incentrata esclusivamente sul furto della Rai.

Io continuo da qui, discutendone e disposto a tutto.

 
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