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Conferenza Arpa
Donvito Vincenzo - 23 maggio 1998
ANTIPROIBIZIONISTI DI TUTTO IL MONDO....
N.12/ANNO IV - 24 MAGGIO 1998 (NUMERO SPECIALE IX CONGRESSO)

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Agenzia settimanale sulle politiche delle droghe

A cura del CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista, federato al

- PRT-Partito Radicale Transnazionale (ONG di status consultivo, categoria I)

- The Global Coalition for Alternative to the Drug War

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direttore: Vincenzo Donvito

Tutti i diritti riservati

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http://www.agora.stm.it/coranet email: cora.news@agora.stm.it

**** IX CONGRESSO

**** PARIGI 5/7 GIUGNO 1998

**** IL PROIBIZIONISMO SULLE DROGHE E' UN CRIMINE

Cara amica, caro amico,

Il Cora e' un'associazione di cittadini e di personalita' politiche antiproibizioniste a livello europeo, impegnata per la legalizzazione come metodo piu' razionale per gestire il problema droga. Siamo contenti per l'avvio di politiche di depenalizzazione o di riduzione del danno, ma crediamo che siano insufficienti e cieche proprio per il primo obiettivo che si prefiggono: l'abbattimento del commercio mafioso, clandestino, illegale e criminale.

* Il Congresso di Parigi

Il CORA terra' il suo IX congresso a Parigi, il 5-6 e 7 giugno prossimi, con lo slogan "Proibizionismo sulle droghe: un crimine contro l'umanita'". Il Congresso e' aperto a tutti, mentre il diritto di parola e' riservato agli iscritti. Il nostro obiettivo e' raggiungere 100 iscritti in Francia, e per questo vi invitiamo a comunicarci, al piu' presto possibile, la vostra disponibilita', la vostra intenzione di partecipare a questo congresso. Abbiamo deciso, in questo momento, di convocare la nostra assemblea politica a Parigi per due ragioni. La prima e' che, in questi ultimi mesi, i segnali provenienti dalla Francia ci hanno portato a credere che dopo l'Italia e il Belgio, il Cora potrebbe li' costituirsi in modo sostanziale. La lettera d'informazioni confidenziali di Emmanuel Ratier, vicino al Front National di Jean-Marie Le Pen, nel suo dossier sulle lobby della droga (n.43), ha presentato il CORA come il motore propulsore dell'antiproibizionismo in Europa. La seconda ragione e' che la Francia rappresenta

oggi, con la Svezia, il baluardo del proibizionismo sulle droghe in Europa, utilizzando una strategia aggressiva che elimina, legalmente, ogni dibattito interno e che, nello stesso tempo, tenta di imporre una aspra strategia repressiva agli altri Paesi dell'Unione Europea, in particolare esercitando pressioni illegittime sui Paesi Bassi, redarguiti per il loro pragmatismo tollerante.

* Il proibizionismo sulle droghe e' un crimine

La via della denuncia radicale della vacuita' proibizionista, che il CORA ha sempre seguito, insieme a chi non si lasci prendere dall'illusione di un possibile compromesso con il permissivismo o la riduzione dei rischi sanitari, ci carica di una responsabilita' enorme oltre che di un'opportunita' di lotta politica. E' questo cio' che hanno capito i piu' accesi burocrati del proibizionismo, e non solo la Francia: ne sono prova le procedure avviate dall'eurodeputato socialdemocratico svedese Anderson, per espellere il CORA dagli uffici del Parlamento Europeo.

In questo momento dobbiamo lavorare per dare nuova forza e nuovi obiettivi alle nostre ragioni e convinzioni. Dopo che all'ultimo Congresso di Bruxelles abbiamo immaginato una prima forma di organizzazione politica degli antiproibizionisti dell'Unione Europea, saremo a Parigi per lanciare la campagna "il proibizionismo sulle droghe e' un crimine". Uno slogan che intende mettere in evidenza la necessita' di non accettare passivamente il proibizionismo sulle droghe come un errore di percorso della politica e del politico, in rapporto al quale, un giorno o l'altro, il tempo rendera' giustizia. E' inoltre necessario denunciare sempre le ragioni etico-morali, che assumono la forma di una scelta assassina della democrazia, del diritto e della scienza stessa, con conseguenze disastrose da un punto di vista economico, sanitario e sociale.

* L'attuale politica proibizionista

Comunque, tutti gli elementi costitutivi di un atto criminale vi sono riuniti: il proibizionismo ogni anno uccide migliaia di consumatori di droghe; riduce in pericolo di morte migliaia di altre persone; consente, consapevolmente, la diffusione di malattie mortali; consente, direttamente e oggettivamente, che reti internazionali del crimine organizzato vi lucrino; finanza tutti gli altri traffici criminali; fonda e giustifica tutte le politiche repressive delle dittature e di alcune pseudo-democrazie; tutti crimini commessi intenzionalmente e con cognizione di causa. Il proibizionismo e' la forma piu' perfetta della lotta che la barbarie conduce contro la civilta'. E' un crimine, e nello stesso tempo un crimine di guerra

.

Questo vale anche per le decine di milioni di consumatori che lo Stato getta nella mani della criminalita' o condanna al contagio di virus che possono essere letali. E altrettanto per i coltivatori, che prima coltivavano, come noi facciamo con il tabacco e l'uva, ma che oggi sono trattati come criminali, mentre sono anche schiavi della criminalita'. Ma questo vale anche per tutti i cittadini vittime di violenze sempre piu' atroci, piu' assurde perche' evitabili, e che sono causate piu' dalla necessita' di procurarsi le droghe vietate che dalle droghe stesse, o, ancora, dal controllo degli astronomici profitti illeciti.

Siamo ormai in una situazione dove le nuove droghe come l'ecstasy, non hanno piu' bisogno di essere coltivate, ma possono essere prodotte in una cucina, in qualunque citta' d'Europa. E questo avviene perche' la nuova frontiera della lotta alla droga ha bisogno di una mostruosa e irresponsabile macchina burocratica in grado, con la forza dell'ideologia, di diffondere sistematicamente violenza.

Siamo eccessivi? L'Ultimo rapporto dell'Organizzazione Internazionale per il Controllo degli stupefacenti - un organismo indipendente, composto da persone scelte dagli Stati membri dell'Onu, con il solo incarico di controllare la diffusione delle droghe - dice che il consumo di droghe aumenta perche' c'e' il rock e Internet, e perche' organizzazioni antiproibizioniste favorevoli alla legalizzazione (di tutte le droghe, per di piu') sono responsabili di un cedimento dei controlli, e che occorre arginarle, anche con il ricorso a leggi speciali, negando loro, se necessario, la liberta' superflua d'espressione.

Noi intanto useremo questa liberta', e lo faremo in occasione del congresso di Parigi, in un Paese dell'Unione Europea, patria delle liberta' e dei dirtti dell'uomo, dove parlare di legalizzazione costituisce un reato perseguito da una legge nazi-stalinista (il tristemente celebre articolo LC630 del Codice di Salute Pubblica), che considera ogni discorso alternativo sugli stupefacenti, sospettoso di presentare positivamente le droghe. Noi lo faremo a Parigi, in una sala del Parlamento, dove il 5 giugno si aprira' il nostro congresso. Un luogo vicino, istituzionale, dove non mancheranno - e ne siamo convinti - coloro che tenteranno di vietare il Congresso.

* La manifestazione di fronte alle Nazioni Unite

Il 7, inoltre, manifesteremo davanti alle Nazioni Unite, contemporaneamente alle manifestazioni che si tengono in tutto il mondo per le "1998 Global days against the Drug War", alla vigilia della conferenza dell'Onu dov'e' prevista l'ennesima riproposizione del proibizionismo, versione planetaria, sotto l'attenta egida del direttore dell'UNCPD, Pino Arlacchi, e che il Partito Radicale Transanazionale ha pubblicamente denunciato alla Commissione sulle droghe di Vienna.

* I progetti per il futuro

Armati di nonviolenza, con e per la forza del diritto, della liberta' e della democrazia, e' indispensabile passare immediatamente all'azione:

- promuovendo e/o sostenendo delle LISTE ANTIPROIBIZIONISTE NELL'UNIONE EUROPEA per le elezioni del Parlamento europeo del prossimo giugno 1999, domandando a organizzazioni, partiti e personalita' pubbliche di fare loro la proposta di legalizzazione. Non si tratta, in questa fase, di organizzare direttamente le liste, ma di creare le condizioni perche' la presenza antiproibizionista nel prossimo Parlamento sia rafforzata.

- organizzando una campagna straordinaria di finanziamento che ci consenta di dotarci di strumenti minimi essenziali, di tecnologie adeguate per comunicare e agire in Europa.

- organizzando una rete di militanti nonviolenti, pronti a dar corpo alle loro speranze e ai loro obiettivi; perche' s'iscrivano o contribuiscano al CORA (quota minima d'scrizione annuale per il 1988 Lit.100.000), e annunciando la presenza al Congresso.

Dr. Eric Picard Marco Cappato

(Segretario) (Tesoriere)

* Se decidete di partecipare al Congresso, contattate immediatamente, a Bruxelles:

- Guendaline De Sario, tel. 0032-2- 2842827

- Ottavio Marzocchi, tel.0032-2-2842258

- Email: cora.belgique@agora.it

Aspettiamo la vostra risposta e vi ringraziamo in anticipo per qualunque cosa decidiate di fare.

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Il Congresso e' aperto a tutti i cittadini. Per problemi d'organizzazione e' necessario iscriversi in anticipo.

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Nome: __________________________________________________

Cognome:________________________________________________

Indirizzo:______________________________________________

Cap:__________________ Citta':__________________________

Email:________________ Tel._____________________________

Fax:__________________

Eta':_________________ Professione:_____________________

- Partecipero' al Congresso di Parigi, e saro' presente:

( ) venerdi' 5 giugno al Parlamento

( ) sabato 6 giugno a la Maison de la Chimie

Verso (indicare la valuta)___________ per ( )iscrizione o ( ) contributo al CORA

* PARIGI

C/O Reseau Voltaire

F-93201 Saint-Denis cedex

Tel. ++33. (0) 1.48092054

Fax ++33. (0) 1.48092015

Numero di conto 10067.00101.10320834404

* BRUXELLES

C/O PE rue Wiertz D3-7H252

1047 Bruxelles

Email: cora.belgique@agora.it

Tel. ++32. (0)2-2847189/2842258

Fax ++32. (0)2-2949198

Numero di conto 310.1075919.81

URL http://www.agora.stm.it/coranet

ISCRIZIONE AL CORA, minimo Lit.100.000

* * * *

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Il Cora, coordinamento radicale antiproibizionista, e' l'organizzazione politica degli antiproibizionisti dell'Unione Europea.

Il CORA e' stato fondato nel 1988 ed ha per obiettivo la fine di quel regime proibizionista sulle droghe che ha favorito la costituzione di un sistema internazionale di mafia, violenza e corruzione, in continua crescita, favorendo lo sviluppo di politiche autoritarie, e minacciando liberta' civili e garanzie democratiche.

Sostiene la legalizzazione delle droghe. Per delle leggi efficaci che regolamentino e controllino produzione, vendita e consumo. Vuole impedire che la repressione sia un ostacolo alle cure e al reinserimento dei tossicodipendenti, trasformando un problema sociale e sanitario in una questione criminale e di ordine pubblico.

E' impegnato perche' cessi la confusione tra le diverse droghe e i loro effetti. Confusione che espone i consumatori a gravi rischi, impedendo di affrontare il reale problema.

Vuole la legalizzazione delle droghe per controllarne il consumo, diminuire i rischi da abuso e, quindi, ridurre i morti per overdose e la diffusione di malattie come l'Aids.

Non vuole una liberalizzazione delle droghe. Perche' esiste gia'. La droga circola senza alcun controllo e il suo traffico e' nelle mani di migliaia di mafiosi. In tutte le citta', in tutti i paesi, esistono bar, parchi, case private, negozi, vicoli, piazze, dove ogni giorno, a qualunque ora, si possono acquistare droghe proibite. Anche nelle caserme e nelle prigioni. I venditori non mancano perche' la droga, proibita, e' un mercato succoso. Ed e' cosi' anche per il tossicodipendente, che ha bisogno della sua dose, senza alternative: rubare e rivendere. La criminalita' organizzata realizza profitti enormi che ricicla in attivita' legali, estendendo il suo controllo su politica, economia e Stato.

Il CORA e' un'associazione aperta a tutti: vi aderiscono cittadini comuni e rappresentanti politici di tutte le tendenze. I finanziamenti del CORA provengono da iscrizioni individuali, contributi e iniziative di autofinanziamento.

- trasferimento degli attuali finanziamenti per la repressione verso i trattamenti;

- piu' accessibilita' alle cure e al reinserimento, con conseguente riduzione della diffusione di malattie come l'Aids;

- garanzia sulla qualita' dei prodotti ed eliminazione dei veleni che sono oggi usati per il taglio delle droghe di strada;

- informazione corretta sui rischi del consumo e l'abuso delle sostanze

- fine dell'inquinamento dei mercati finanziari grazie al continuo riciclaggio di denaro sporco frutto del narco-traffico;

- liberare i tribunali dai migliaia di processi che riguardano consumatori, tossicodipendenti e piccoli spacciatori;

- riduzione della sovrappopolazione carceraria;

- ammorbidimento del sistema doganiero;

- riduzione dei furti per procurarsi il denaro necessario all'acquisto della droga;

- maggiore sicurezza nelle citta';

- migliore efficacia della polizia, che potra' concentrarsi sulla repressione dei crimini piu' gravi;

- liberazione delle risorse economiche dei Paesi del Sud, che oggi sono seriamente ipotecate dal potere dei narcotrafficanti;

- tassazione di prodotti per coprire i costi sociali dell'abuso di droghe;

- una politica piu' onesta, liberata da corruzione e intimidazioni mafiose

- piu' rispetto per le liberta' dei cittadini;

- maggiore rispetto delle leggi;

- fine dell'inquinamento criminale di politica, economia e giustizia;

Il CORA e' un'associazione federata al Partito Radicale Transnazionale, Organizzazione Non Governativa di categoria 1 riconosciuta dall'Onu.

Il CORA ha istituito l'Osservatorio sulle leggi delle droghe (OLD) allo scopo di verificare periodicamente l'impatto delle politiche antidroga. L'OLD si basa su donazioni raccolte da organismi ufficiali e attraverso studi scientifici e statistici. Pubblica rapporti e documenti monografici.

Campagna parlamentare internazionale per la revisione delle Convenzioni internazionali. Promossa dal Cora nel luglio 1996.

Il CORA aderisce alla Global Coalition for Alternative to the Drug War (Coalizione Globale per un'Alternativa alla guerra alla droga), rete internazionale con piu' di 70 organizzazioni impegnate per una riforma delle leggi sulle droghe. Il Congresso del Cora si svolgera' contemporaneamente alle "Global days against the Drug War, 5-10 giugno 1998" (Giornate globali contro la guerra alle droghe), durane le quali si svolgeranno manifestazioni in piu' di 40 citta' in tutto il mondo, allo scopo di fare pressione sui Governi riuniti a New York per la Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in cui discutono sulle Convenzioni Internazionali sulle Droghe.

 
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