mi sembra il caso di fare un digiuno di dialogo con questi signori.L'informazione locale e' molto importante, e sulla questione referendum stanno tutti pisciando all'impazzata. Un po' per assenza di interlocutori sul luogo (il caso di Firenze e' drammatico e incosciente, per chi si dice rappresentate dei radicali o non so cos'altro in zona), un po' per mancanza di costanza. Il caso di Arezzo, invece, e' decisamente criminale, perche' la presenza c'e'.
Quindi consiglio tavolino in piazza S.Jacopo, comunicati continui sulla denuncia di questi censori (senza usare mezzi termini e guanti di gomma, ma carta vetro e parole precise che diano il senso di quanto siano pezzi di merda), e digiuno di dialogo. Chiedendo anche ad altri politici di altre formazioni di fare, magari, il classico giorno simbolico.
Importante e' far usicre la notizia dall'ambito locale, quindi anche una lettera ad Umberto Cecchi (direttore de La Nazione) non guasterebbe: impostata non sulla repressione delle scelte editoriali della loro redazione locale, ma sul dato criminogeno di non riportare tutte le posizioni, a maggior ragione dei comitati promotori.
Lo slogan potrebbe essere "la Nazione di Arezzo e' peggio della Corte Costituzionale?", ricordando l'audizione di quest'ultima dei Comitati del No, riconosciuti con dignita' rappresentativa; dove il peggio de la Nazione sta nel fatto che, mentre la Corte Costituzionale ha sentito il Comitato promotore, altrettanto non e' successo per il foglio aretino.
Prepararsi al peggio. Sono solo gli inizi. E non bisogna essere comprensivi, ma pestare in modo durissimo.