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Conferenza Danubio
Stango Antonio - 1 ottobre 1994
INTANTO, PUBBLICHIAMOLO

Ho letto l'elenco di correzioni presentato da Michele, che ringrazio. Io stesso ho iniziato a segnare alcuni punti che a mio parere dovrebbero essere corretti, od ampliati.

Una volta fatto questo, credo che sarebbe bene pubblicare il rapporto, facendone un libro che andrebbe distribuito sia nelle librerie che abbinandolo ad una rivista, meglio se specializzata nel settore ambientalista. Il volume dovrebbe contenere una cartolina da compilare ed inviare agli organizzatori della campagna, nonché una o più altre indirizzate ad organismi su cui fare pressioni: diventerebbe quindi uno dei principali strumenti dell'iniziativa.

Sia la pubblicazione che l'eventuale presentazione sul Danubio suggerita da Michele vanno inseriti nel progetto della campagna e nel relativo preventivo, e non escluderei di trovare fra i finanziatori sia la Commissione Europea - ed in particolare il commissario per l'ambiente - che alcuni enti governativi di Paesi rivieraschi. Penso soprattutto all'Austria ed alla Germania, che, pur essendo meno colpiti di altri dal punto di vista ambientale e da quello politico dai molti mali del fiume e del suo bacino, hanno un grado elevato di attenzione e di disponibilità economica.

Si intende che il materiale va tradotto - e molto bene - in alcune lingue, a cominciare dal tedesco. L'inglese potrebbe forse sostituire efficacemente diverse delle altre lingue dei Paesi dell'area. Una prefazione affidata ad una grande firma internazionale - anche retribuendo in modo adeguato la decina di cartelle che andrebbero richieste - potrebbe certo facilitare la diffusione ed il prestigio del lavoro.

E' chiaro poi - almeno per noi - che la questione della creazione di un nuovo diritto transnazionale è forse anche più importante di quella strettamente ambientale. Poiché la cosa ha un enorme rilievo dal punto di vista della stessa dottrina del Diritto Internazionale, occorrerebbe provare a reperire fondi acquisendo la partecipazione al progetto di almeno un'università od un istituto accademico; il che implicherebbe anche la possibilità di utilizzare la risorsa umana costituita da ricercatori e studenti, che potrebbero inserire la collaborazione svolta in questo ambito nel loro curriculum universitario o post-universitario. Lo schema presentato da Giandonato Caggiano mi sembra idoneo a consentire questo tipo di apporto.

 
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