Riporto di seguito l'articolo (unico) apparso su "Il Manifesto" nel maggio scorso che riporta la notizia dell'avvenuta firma di una convenzione per la protezione e la gestione del Danubio, avvenuta nel maggio 94.
E' interessante segnalare che sulla stampa ungherese non fu riportato nemmeno il flash della Reuter da cui il Manifesto trasse lo spunto per il piccolo articolo.
Una ultima e non secondaria osservazione: dall'avvenuta sigla della convenzione ad oggi ci sono state elezioni politiche e cambiamenti degli esecutivi in alcuni degli stati firmatari: in Ungheria, per esempio, la sigla avvenne sotto il governo conservatore di Boross. Oggi dopo le ultime elezioni primo ministro e' il socialista Gyula Horn. In Slovacchia ci sono state le elezioni politiche sabato scorso e il partito del nazionalista Meciar ha vinto col 35% dei voti, trovandosi nella difficile posizione di dover formare il nuovo esecutivo con degli alleati "scomodissimi". Sempre in queste elezioni la Coalizione ungherese ha conseguito il 10% piazzandosi al terzo posto, mentre il Partito della sinistra democratica e' il secondo partito slovacco con l'11%.
Ad ottobre ci saranno le elezioni in Austria e la Bulgaria mi sembra si avvi verso uno scioglimento anticipato del parlamento con relativa indizione di nuove elezioni se non riuscira' nel tentativo di formare un nuovo governo.
Non ho nessuna notizia della avvenuta o meno ratifica parlamentare di tale convenzione da parte degli 11 parlamenti nazionali. Con sicurezza posso solo dire che il parlamento ungherese non ha mai messo all'odg la questione.
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ACCORDO SUL DANUBIO
da il Manifesto del 05-07-94
Undici paesi attraversati dal Danubio hanno firmato mercoledì a Sofia una convenzione per la protezione e la gestione del fiume. La convenzione è stata siglata da Austria, Bulgaria, Germania, Moldavia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ucraina, Ungheria, Croazia, Repubblica Ceca e dal Consiglio d'Europa. Serbia e Montenegro non hanno preso parte alla riunione. La convenzione prevede cooperazione per controllare e ridurre l'inquinamento del Danubio e la creazione di un sistema di sorveglianza. La convenzione deve ora essere ratificata dai parlamenti dei paesi firmatari.
Il Danubio è il secondo fiume d'Europa per lunghezza, 2860 chilometri, ed ha un bacino fluviale di 817.000 chilometri quadrati. Nasce in Germania, la sorgente è nella Selva nera, e sbocca con un ampio delta nel Mar nero scorrendo per gli ultimi mille chilometri in Romania. Il delta è una regione ricchissima di flora e fauna; per la sua protezione sono stati stanziati fondi consistenti dal Gef, lo sportello verde della Banca mondiale. L'accordo siglato a Sofia dovrebbe dar vita a interventi coordinati per disinnescare una serie di pericoli che minacciano il Danubio. Nel 1992, in piena guerra jugoslava, 3 milioni e mezzo di rifiuti tossici stavano per riversarsi nel fiume per la rottura di una diga nel Montenegro. Nel tratto bulgaro incombe la centrale nucleare di Kozloduy di cui la Bulgaria ha riattivato tutti e sei i reattori, nonostante le polemiche relative alla sicurezza dell'impianto, per poter far fronte al fabbisogno di energia. I reattori infatti, vecchi di vent'anni, sono stati disattivati più volte
per incidenti. Un casus belli è poi la diga di Nagymaros. Un progetto per ricavere energia elettrica iniziato agli inìzi dell '80 che coinvolgeva l'Ungheria e l'ex Cecoslovacchia contro il quale si sono battuti gli ambientalisti europei, primi fra tutti gli ungheresi di "Danubio Blu". In ballo la distruzione di un patrimonio naturale insostituibile e il rischio per due milioni di persone di restare senz'acqua per l'abbassamento del livello del Danubio in alcuni punti e di allagamento di altre zone per il suo possibile straripamento. L'Ungheria sì è ritirata dal progetto, che è andato avanti nella parte slovacca. a Gabcikovo.
Durante la riunione di Sofia, Bulgaria e Romania si sono accordate per costruire un ponte sul Danubio che colleghi i due paesi. 350 400 milioni di dollari il costo totale del progetto, informa la Reuter. Entro un mese e mezzo dovrebbe essere individuata la località. Il portavoce del ministro dei trasporti bulgaro ha detto per quella data dovrebbe aver completato la prima fase del lavoro la società inglese cui è stato affidato lo studio di fattibilità. Che dovrebbe completarlo entro 14 mesi. Romeni e bulgari hanno infatti opinioni diverse sul sito. Secondo i bulgari il ponte dovrebbe migliorare i collegamenti tra Medio Oriente e centro Europa. Il crollo dell'Est europeo ha infatti rilanciato l'idea del Danubio come grande via fluviale, legame tra Occidente ed Oriente.