1) mi sembra che questa conferenza, ormai, stia cercando di sviluppare idee e iniziative non proprio direttamente legate al tema che siamo stati invitati a discutere e cioe' il "fiume". Capisco che sia difficile come tema e che sia, forse, una via possibile quella di attraversare il tema specifico per approdare ad una altra visione delle problematiche: ma non sono convinto che questa sia per noi la via d'uscita piu' opportuna.
Non sono mai stato molto entusiasta di fronte alla "politicizzabilita'" delle tematiche culturali. Preferisco concepire la Politica come matrice di cultura e non viceversa. L'iniziativa politica capace di far ricadere anche sull'Intelletuale la sua forza di proposizione ai cambiamenti.
Ipse dixit. Detto questo mi pare che il tema su cui dovremmo trovare una via di uscita e' sempre quello del fiume, che ahime', stimola poco, si "impantana" facilmente ma che esiste, nel bene o nel male delle scelte da fare.
Sinceramente, forse per una mia miopia, non credo che la proposta di una Confederazione Balcanica - anche per le riflessioni di sviluppatesi in questa conferenza - sia una via praticabile come INIZIATIVA POLITICA; che essa possa essere una entusiasmante fonte di riflessione culturale e di stimolo per una categoria di persone anche dell'area danubiana puo' essere vero. Ma e' una altra cosa.
In questa area, scusatemi se ve lo ricordo, ci sono guerre civili, minoranze poco disposte alla riflessione, nazionalismi esasperati, tensioni in numerosi confini.
2) Legato a quanto scritto sopra, ritengo che indubbiamente uno dei temi su cui il partito deve svolgere una approfondita riflessione e' quello del federalismo.
Ed e' quello, semmai, l'approccio "generale" (quindi NON solo il "fiume") sulle questioni aperte nell'aerea. Mi spiego. Oggi molti dei paesi dell'aerea danubiana stanno spingendo per entrare nella Unione Europea.
Ma a noi radicali l'Europa di Mastricht va bene? Quale modello di trattato auspichiamo?
Se andassimo a proporre "confederazioni danubiano-balcaniche" oltre, ripeto (in alcune zone come Ungheria, Slovacchia, Austria, Rep. Ceca) ad apparire "datati" ci porteremmo, seconde me, dietro le componenti nazionaliste, populiste di questi paesi, quelle cioe' osteggiano l'integrazione europea con tutti i mezzi possibili.
Avremmo dalla nostra, probabilmente, i nazionalisti-populisti di Csurka in Ungheria, Haider in Austria ecc.
E' inevitabile che verremmo immediatamente descritti come gli anti-europei, od almeno questo e' vero, secondo me, in una parte dell'aerea (Ungheria, Rep. Ceca, ecc.).
Forse mi sono spiegato male, ma semmai ritornero' in un secondo momento, od in un'altro intervento su questo punto specifico.
Ricordatevi che i miei giudizi e le mie analisi sono, come dire, viziate da 5 anni trascorsi a Budapest, dove ho visto passare l'ultimo periodo socialista, la transizione democratica, la "nuova" democrazia, il ritorno dei socialisti al governo, il bisogno di europa e dove ho visto una Budapest cambiare volto, aspetto: da una citta' intensamente "danubiana", per molti versi triste, romantica, antica, mitteleureopea ad una citta' - fortunatamente - piu' occidentale, piu' "fiorentina", con (e li cito solo per provocazione) i Mac Donald, i porno shop, Pizza Hut, ma anche piu' "aperta" di 5 o 50 anni fa; da Kosztolany e Csath Geza al Gran Premio di Formula 1, da Sissi e gli Esterhazi ai mega-concerti, dal Gulyas leves al Big Mac; ma anche i nuovi scrittori, il nuovo Peter Esterhazi, rampollo della nobile famiglia, esempio tipico di contaminazione danubiana.
I "Pal utca Fiuk", i ragazzi di via Pal non esistono piu', oggi sono solo un gruppo rock.
Ma sto perdendo il filo. Chiedo scusa.
Quindi la battaglia-iniziativa politica, se vogliamo, potrebbe essre quella scandita da queste linee:
a) Ungheria, Slovacchia, Croazia, ecc. nella UE
b) Ma non nella attuale configurazione istituzionale, politica ed economica della UE.
Questo avrebbe come risultato di proporre un dibattito politico nella attuale UE, ma anche nei paesi della waiting list.
Per concludere questa amena (e poco propositiva riflessione) credo che non si possa andare a proporre NUOVE confederazioni, ma spingere per l'entrata dei paesi waiting list nella UE .....
ma in quale UE??? Non certa questa!
Se volessimo trattare l'argomento specifico di una "Federazione" sarebbe inevitabile confrontarsi con quella "Unione" che gia' esiste. Se dopo, ma solo dopo, una analisi del presente, decidessimo che la soluzione politica - e quindi "iniziativa politica" - non andasse bene, allora potremmo proporre il nuovo o la modifica dell'esistente.
3) A questo punto per emergere da questo "deposito alluvionale" in cui, secondo me, ci andremmo a cacciare, dobbiamo scegliere.
a) Affrontiamo la questione Danubio (aseptto generale) dal punto di vista "federalismo e nuova europa", cercando di capire se e' piu' opportuno proporre una nuova Confederazione o modificare la UE e cosa proporre e quali interlocutori avere (i governi, i parlamenti ecc.);
b) oppure affrontiamo la questione Danubio (strictu sensu) iniziando una importante, quanto vitale, discussione per una campagna ecologista di impatto ambiental-scientifico nella aerea per: 1) farsi riconoscere; 2) occupare un importante settore che lasciato vuoto non e', ma che fino ad oggi non ha dato nessun riscontro di effettiva operativita' nel settore;
4) Si puo' certamente trovare il metodo piu' opportuno: iniziare con un questionario ad hoc per un target particolare, iniziare a preparare un appello, cercare degli sponsor veri e propri (Pepsi Cola, caramelle Golia Bianca che salvano gli orsetti al polo, ecc.)
Io ho una immagine del metodo per l'iniziativa un po' alla Green Peace: forse saro' poco ortodosso, ma se troviamo la X politica buona, mediatica, troviamo anche i soldi ed i mezzi per proporla.
La X politica deve essere emblematica, definita, raggiungibile in tempi medio-brevi e puo' essere, ripeto, il trampolino per definire altre cose, altre iniziative, altre proposte.
Puo' essere uno dei tanti temi che vi ho accennato nel precedente intervento, ma puo' essere anche altro.
Per ora mi ri-fermo qui.
Alla prossima