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Conferenza Danubio
Stango Antonio - 20 ottobre 1994
POLLI CHE RIDONO
Caro Olivier,

i polli potranno anche ridere di San Marino o del Principato di Monaco, ma - anche se tu mostri di non rendertene conto - se vogliamo parlare di Diritto Internazionale, e non di legge della giungla, occorre rispettarne tutti i soggetti: e San Marino ed il Principato di Monaco, in quanto Stati, sono soggetti di diritto internazionale a tutti gli effetti. Studiarne il caso può essere utile per individuare alcune compatibilità fra organizzazioni internazionali, il che mi pare essenziale per comprendere fino a che punto abbia senso che ci si impegni per eventualmente promuovere forme federali danubiano-balcaniche pur in presenza di una rapida integrazione di alcuni Stati nell'Unione Europea.

Ho ricordato, del resto, altri esempi, quali quelli del Consiglio degli Stati Nordici o del Benelux, che ritengo altrettanto importanti.

Se vogliamo cercare di essere di una qualche utilità, almeno propositiva, nella materia, dovremmo abbandonare una certa facile ed improduttiva impostazione "fondamentalista federalista" e cercare di sviluppare la valenza positiva che Stati per quanto minuscoli, nazioni per quanto negate, intese regionali per quanto non conosciute possono avere. Altrimenti, certo l'Unione Europea si allargherà, ma sarà solo sotto spinte di potenza politica ed economica, se non militare; con il rischio di triturare identità, soffocare di nuovo aspirazioni e continuare a provocare moti di ribellione.

Vogliamo dire che solo l'Unione Europea ci interessa? Io non lo credo. La validità dell'Unione non si realizza soltanto all'interno di sé, e nell'inglobare un gran numero di Stati trasferendo sempre più elementi di sovranità verso il centro; ma anche nel mantenere al proprio esterno un sistema di relazioni internazionali certamente complesso, ma adeguato come soltanto la complessità può consentire.

Ed ecco l'importanza della CSCE, della NATO, della Partnership for Peace, dello stesso Consiglio d'Europa, e - se Olivier mi consente - anche del Consiglio degli Stati Nordici, del Benelux e financo di San Marino e del Principato di Monaco.

E' tutto questo in contrasto con l'esigenza di costruire una forte Unione Europea? Ancora una volta, non lo credo. Sono anzi convinto che tanto più efficace l'Unione Europea potrà essere quanto più aperta sarà a forme di integrazione che definirei complementari.

E' in questa prospettiva che ritengo abbiano senso ed opportunità le proposte di Angiolo e mie, pur non completamente collimanti.

 
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