IL MOTIVO DEL CONFRONTO E' UNA DIGA SLOVACCA CHE HA PROVOCATO VIOLENTI DIBATTITI E TIMORI INCONFERMATI PER L'AMBIENTE
Fred Pears, "New Scientist"
Come lo chiamate? Donau, Dunai, Dunav, Dana, Duna o Dunarea? Ovviamente il Danubio e' un fiume europeo che cambia di nome attraversando diversi Stati, partendo da Schwarzwald in Germania ed arrivando alla Romania e l'Ucraina dove il suo delta si ramifica. I suoi 2850 km di percorso inzialmente violento e poi calmo hanno costituito nel passato l'unico confine tra i barbari e la civilita' nell'Impero Romano. Il fiume costituisce ancora il confine tra la Slovacchia e l'Ungheria, tra la Croazia e la Vojvodina, tra la Serbia e la Romania, tra la Bulgaria e la Romania, ecc. Poco a poco ogni paese adatta il fiume alle sue necessita', dando sempre maggior attenzione alla forza idraulica per fini energetici. Nel 1992 l'Ungheria si e' adirata di fronte al proposito della Slovacchia di proseguire nella costruzione dello sbarramento di Gabchikovo. Questo provochera' una catastrofe ambientale in Europa, scrisse la stampa straniera. Ma il futuro non ha confermato le previsioni della Cassandre...
Londra - Due anni fa gli ambientalisti preannunciarono una catastrofe internazionale. Gli ingegneri slovacchi deviavano il corso del Danubio verso un canale di 35 km che portava le acque alla diga di un impianto idroelettrico.
I critici affermavano che la canalizzazione farebbe sparire le uniche foreste allagate sopravissute in Europa, che farebbe seccare la maggior parte delle sorgenti e le poche rimaste sarebbero inquinate.
La vicina Ungheria ha dichiarato che la deviazione del fiume era illecita, che era un furto di acque e che 1 milione di abitanti sarebbero privati di acqua potabile.
Nonostante tutto il disastro ecologico non e' avvenuto. Le foreste sono sempre allagate, e gli alberi da tanti anni non godevano di tale buon stato, le sorgenti sono piene e pure. Gli ingegneri slovacchi assicurano che il canale e' perfino un bene ecologico, perche' permette all'umidita' di spargersi su un territorio piu' vasto che da 30 anni soffre la siccita'. "Abbiamo diviso la funzione ambientale del fiume da quella commerciale e di trasporto", sostiene Miroslav Liska, ingegnere slovacco coinvolto nel progetto.
Le critiche degli ecologisti sembrano placarsi. Ha abbandonato la sua campagna critica anche il WWF che era il contestatario piu' inviperito del progetto. Cio' nonostante, il nuovo primo ministro ungherese Gyula Horn richiede una riunione ad alto livello per risolvere le controversie.
Il Danubio e' il maggiore fiume nell'Europa Centrale. Nel trascorso dei milleni ha formato un delta interno che comincia all'est di Bratislava, protendendosi ora da una, ora dall'altra parte del confine slovacco-ungherese. In questo territorio il fiume crea una zona umida dove vasti acquitrini e laghi bagnano gli alberi e formano i famosi boschi allagati. Con una riserva di 20 milliardi di m3 d'acqua il delta interno alimenta il maggior serbatoio sotterraneo nell'Europa Centrale.
Dalla collaborazione alla violenta discussione
Ma il delta presenta anche degli svantaggi. Per la sua scarsa profondita' crea difficolta' alla navigazione durante lunghi periodi dell'anno. Per questa ragione negli anni '60 i governi ungherese e cecoslovacco concepirono un progetto per schivare il delta con una canalizzazione a livello piu' alto. Il progetto faceva parte di un grandioso piano (gia' realizzato parzialmente) di collegamento del Danubio con il Reno tramite un canale affinche' le navi potessero navigare dal Mare del Nord al Mar Nero. Nel 1977 i due paesi hanno firmato un accordo sulla costruzione di un canale navigabile e di due sbarramenti idroenergetici rispettivamente a Gabchikovo (Cecoslovacchia) e Nagymaros (Ungheria). Coll'avanzare del progetto scienziati dai due paesi cominciarono a esprimere timori ambientali. In Ungheria l'opinione pubblica collegava il progetto al regime comunista impopolare per cui si e' fatto presto a negarlo. Nel 1988 decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il progetto. Questa fu
una delle prime grandi concentrazioni che portarono al crollo del potere comunista.
Dopo la rivoluzione il parlamento ungherese ha sospeso i lavori a Nagymaros dove tuttora si possono vedere i fondamenti della diga. L'Ungheria ha inoltre rinunciato a partecipare alla conclusione dei lavori sulla parte slovacca ed anche alla costruzione del canale che doveva parzialmente attraversare il territorio ungherese.
A Bratislava il progetto e' stato salvato da sentimenti politici esattamente opposti. La conclusione dei lavori era alimentata dal nazionalismo slovacco e gli slovacchi decisero di continuare da soli. Spostarono il canale di 15 km per farlo passare solo in territorio slovacco. Allo scopo hanno speso in piu' 200 milioni di dollari.
La disputa e' stata portata alla Corte internazionale
Nel settembre 1992 gli ungheresi hanno denunciato ufficialmente l'accordo del 1977 per motivi ecologici. Hanno chiesto agli slovacchi che le due parti riesaminassero i problemi. Un mese dopo gli slovacchi hanno risposto categoricamente deviando il fiume verso il canale.
E' cominciata una guerra propagandistica nella quale la stampa internazionale si e' schierata principalmente con gli ungheresi. I due paesi hanno portato la controversia alla Corte internazionale dell'Aia che dovrebbe emettere la sua sentenza l'anno prossimo. La Corte si atterra' rigorosamente all'aspetto scientifico e giuridico della controversia, dovendo liberarsi dal grave peso politico che complica il conflitto. Aveva ragione l'Ungheria nel denunciare unilateralmente l'accordo del 1977? Aveva ragione la Slovacchia nel deviare unilateralmente il corso del fiume internazionale?