Rispondo a Paolino, sapendo che il suo dubbio se non si debba giungere ad una grande Unione Europea senza CSCE ed altre intese è condiviso da altri partecipanti a questo dibattito.Vedete, la CSCE - per limitarmi ad un accordo (più un processo che un istituzione) che conosco più direttamente di altri - ha avuto fino al crollo del sistema sovietico un ruolo fondamentale nel favorire l'avvicinamento dei due blocchi, anche attraverso la presenza di numerosi Stati intermedi e soprattutto grazie a quella degli Stati Uniti e del Canada, ed è riuscita a farlo senza cedere rispetto alle posizioni "occidentali" in materia di democrazia politica e di diritti umani; oggi, in una situazione notevolmente evoluta ma tutt'altro che stabilmente risolta, continua ad avere possibilità di manovra che l'Unione Europea non ha e non potrebbe avere, nemmeno se la CSCE scomparisse, proprio per il fatto di essere un'organizzazione di profilo politico apparentemente meno marcato, di essere comprensiva di tutti gli Stati riconosciuti a livello continentale senza peraltro limitarsi a quest'area, di essere un foro aggiuntivo che promuove l'adeguamento delle legislazioni dei Paesi di nuova democrazia, la prevenzion
e dei conflitti e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici.
Ovviamente, esistono problemi di armonizzazione dell'opera della CSCE con quelle dell'ONU, dell'Unione Europea, della NATO, della UEO, della Partnership for Peace e soprattutto del Consiglio d'Europa, con il forte allargamento di questo negli ultimi anni; ma l'elisione di uno o più di questi luoghi e strumenti delle relazioni internazionali, benché possa ad alcuni sembrare rispondente ad un bisogno di semplificazione, non farebbe a mio avviso che rendere più difficile e meno efficace il funzionamento degli altri organismi.
Altro è l'uso che di ciascuno di questi strumenti gli Stati fanno: possono certamente essere incapaci di adoperarne alcuno per risolvere la crisi ex-jugoslava, possono concordare sulla nomina di un Commissario per le Minoranze della CSCE che riesce a svolgere un lavoro prezioso per bloccare le tensioni nazionalistiche ed etniche nei Paesi baltici, possono trascurare la nomina dei Commissari dell'Unione Europea e non ricordare all'opinione pubblica di avere la presidenza annuale della CSCE (come l'Italia dal Dicembre scorso); ma questo è un problema di adeguatezza dei governi, non di validità del sistema di relazioni internazionali. Il quale ultimo va certamente emendato, ma più aggiungendo nuove istituzioni e dando ad esse più chiari poteri che tagliandone alcune parti.
Vero è che Paolino si limita a parlare di un "progressivo depauperamento" di CSCE e Consiglio d'Europa; ma ritengo che i tempi di tale processo non possano che essere molto lenti. La Russia potrà fra qualche anno entrare nel Consiglio d'Europa, ma la vedreste nell'Unione Europea? E vi vedreste il Canada e gli Stati Uniti?