di Claudio Magris(ed. Garzanti, pag.316)
14. Due telegrammi
Il 15 maggio 1919, telegramma del Barone Szilassy, diplomatico, in servizio, dall'Hotel Salines di Bex, in Svizzera, al Commissario del Popolo Bela Kun a Budapest: <>. Laconica risposta di Bela Kun, due giorni dopo: <>. la politica sembra imitare il cabaret. La storia danubiana e' ricca di disegni - mai realizzati - di federazioni plurinazionali, dalla confederazione tedesco-magiaro-slavo-latina o dalla repubblica federale danubiana aperta a tutte le nazionalita' ideate dal barone Miklos Wesselenyi rispettivamente nel 1842 e nel 1849 al programma multinazionale di Istvan Szechenyi del 1849, dalla tardiva resipiscenza di Kossuth (che nei suoi anni ardenti diceva di non riuscire a trovare la Croazia sulla carta geografica) al grandioso progetto del rumeno Aurel Popovici del 1906, intitolato 'Gli Stati Uniti della Grande Austria'. Nessuno di questidisegni si e' realizzato. Il telegramma del barone Szillasy sembra uno scherzo - o magari neanche tanto, se si pensa a cio' che e' accaduto piu' tardi con Yalta. Comunque l'idea di un'Ungheria che confini col Texas o col Wyoming rivela il grottesco che nasce, oggettivamente, dall'agire concreto e calcolato dei politici. Con i loro due telegrammi, il barone e il commissario del popolo sembrano Vladimir ed Estragon che chiacchierano aspettando il Godot della storia universale.