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Conferenza droga
Partito Radicale Paolo - 20 dicembre 1989
Informazione.
Non ne ho letto alcunchè sui giornali italiani; El Pais (di gran lunga il quotidiano spagnolo più autorevole) dedica invece al fatto quasi un'intera pagina sul numero di ieri, lunedì 18 dicembre.

Il fatto è il seguente, e lo espongo trascrivendo quanto scriveva ieri Carlos Mendo, corrispondente da Washington del quotidiano madrileno:

Il dibattito sulla legalizzazione della droga negli Usa è balzato in primo piano questa settimana per opera e grazie a una esplosiva dichiarazione di un giurista di 67 anni, nonchè ex primo 'teniente de alcalde' (non so cosa significhi esattamente) di New York, Robert W. Sweet, che ha dichiarato in bancarotta la attuale politica di lotta agli stupefacenti condotta dalla Amministrazione Bush, e ha chiesto la depenalizzazione di tutte le droghe.

Le dichiarazioni di Sweet hanno provocato nel paese una scossa maggiore di quelle causate dalle dichiarazioni rese anteriormente da personalità favorevoli alla depenalizzazione. Il motivo è nel fatto che si tratta della prima volta che un giudice federale tuttora in servizio, che da 11 anni giudica su delitti connessi alle droghe, si pronuncia a favore della legalizzazione delle medesime, dalla marihuana all'eroina, passando per la cocaina e il crack, suo mortifero derivato. Per Sweet -che ha pronunciato il suo 'verdetto' sul problema sociale più importante negli Usa nel corso di una conferenza tenuta nell'esclusivo Club Cosmopolitan di New York- »il fatto che ci siano più arrestati, più addetti e più denaro speso contro la droga dimostra che la attuale politica proibizionista ha fallito in maniera chiara e inoppugnabile . »Dobbiamo abbandonare soluzioni retoriche e semplicistiche e, in una parola, abolire la proibizione , ha affermato il giudice.

La reazione ufficiale non si è fatta aspettare. La Casa Bianca, il Congresso, senza distinzione di colore politico, e lo zar della lotta antidroga William J. Bennet sono piombati sopra il giudice Sweet come un falco su una colomba.

E El Pais riporta le prese di posizione di alcuni parlamentari, e quelle della Casa Bianca, ampiamente. Per poi sottolineare come la presa posizione di questo giudice rappresenti davvero un fatto nuovo per gli Stati Uniti: William Buckley e Anton Lewis, Milton Friedman e George Shultz, tutti si sono dichiarati a favore della abolizione della proibizione. Ma si trattava delle voci di persone senza esperienza diretta del problema -dice il quotidiano spagnolo.

Così il prestigioso El Pais. Nulla sulla stampa italiana, mi pare proprio. Ripeto che sul Pais l'articolo occupa quasi una intera pagina di quelle dedicate alla 'sociedad'.

Vi ricordate di Ralph Salerno? Una volta giunto in Italia sembrò scomparire: non s'aveva da sapere che un poliziotto newyorkese con tanta esperienza e di tanta importanza la pensasse come la pensa. E santo meno s'ha da sapere adesso quel che pensa un giudice federale statunitense, visto che in Italia c'è in ballo la legge.

Andiamo pure incontro ad un fallimento certo, con il bagaglio di vite stroncate, famiglie distrutte, delinquenza alle stelle... Ci sono voti da incassare.

 
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