CONSIDERAZIONI SUL TERAPEUTA:
Questa figura impassibile quasi sempre silenziosa e attenta e` il compagno di
classe, maestro e allievo; amico-nemico. Straniero all'inizio, diventa nel
tempo sicuro riferimento, finche` nella metamorfosi, il rapporto, giunge alla
limpidezza e con lui parlare offre un'ottima occasione per destinare
felicemente attimi della propria esistenza, a valide riflessioni.
Da alcolista in trattamento credo si giunga generalmente in modo piu` o meno
drammatico alla scelta di smettere di bere, ovvero di diventare astemio.
Credo quindi che sia una cosa comune ad ogni alcolista in trattamento,
l'esperienza del primo approccio con le tesi sull'alcolismo esposte dal
terapeuta, generalmente accolte con reticenza, sospetto, sfiducia. La
preparazione del terapeuta e` misurabile credo, dalla sua capacita` di
riconoscere l'attimo che esige il suo intervento nella sfera comportamentale
dell'individuo etilista.
Indispensabili riferimenti a precedenti esperienze e nozioni di studio profondo
sul problema dell'alcolismo, costituiscono per un'ottimo terapeuta la base da
cui esso nelle sue funzioni attingera`; mai tralasciando di apportarvi
miglioramenti.
Un compagno di classe consapevole, muto partecipe della tragedia, che assiste
impassibile ma sicuramente attivo-sofferente; umano quindi non piu` despota
nemico. Maestro-strumento-allievo, individuo buono. Perche` rifare ancora
valutazioni sulla indiscutibile sensibilita` coincidente, non c'e` ragione.
Esiste forse legame migliore del rapporto che si instaura tra due sconosciuti
di cui uno propenso a proporre per via delle proprie convinzioni, un modello di
vita che nella diversita` include stimolo alla riflessione?
L' esame compreso nella compagine dell'alcol-dipendenza e` formalizzabile e al
di la` di ogni forma, si identifica certo nella piu` utopica tendenza umana
protesa alla certezza che nel dialogo solleva "irrisolti" dunque, immotivate
complicazioni dell'esistenza.
F.Nunzi
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