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Conferenza droga
Votano Guido - 5 febbraio 1990
Tutt'erba un fascio.
Droga? No grazie!

Penso che sia non solo opportuno, ma davvero consigliabile modificare il nome di questa conferenza da 'droga' a 'droghe'. E' solo una questione di nome, un cavillo? Non lo è.

Cadere nell' errore di considerare 'droga' tutto quanto non è legale e dare invece il nome proprio di ogni singola sostanza psicoattiva a quelle in libero commercio è facile, naturale. Significa però, almeno per coloro che si dichiarano antiproibizionisti, dimostrare che si è purtroppo succubi di questa campagna moralistico ideologica che pretende di definirsi 'antidroga'. Purtroppo sento spesso che anche il parlamentare europeo eletto nelle liste antiproibizioniste parla di 'droga' quando dovrebbe dire 'eroina', o 'cocaina', o 'canapa', e parla poi di alcool, tabacco, farmaci ecc. Io credo che lui per primo (fra l'altro credo che sia il moderatore di questa conferenza) dovrebbe rendersi conto che oggi il proibizionismo, prima di essere un sistema di leggi penali che sanziona il commercio, la produzione e l'uso di determinate sostanze, sia un sistema di valori morali (basati spesso sulla ignoranza), una impalcatura ideologica insomma. E che questa ideologia oggi permei tutta l'informazione e che sia ben ra

dicata nei cervelli di buona parte dei cittadini europei e nordamericani è proprio una conseguenza (tra l'altro) di equivoci lessicali come quello che appare sul titolo di questa conferenza. Anche perchè l'uso improprio dei termini è si dettato dalla abitudine corrente, ma può anche rivelare un certo grado di accondiscendenza, o comunque di rinuncia ad una doverosa ribellione nei riguardi di quel pregiudizio ideologico corrente secondo il quale 'droga' è male, dunque alcune formule chimiche sono più 'buone' di altre. Credo invece che quelli che si dicono antiproibizionisti dovrebbero essere i primi a dire che 'droga' non è nè male nè bene, che le sostanze che chiamiamo droghe sono tante (molte più di quante pensiamo) e diverse, ognuna con i suoi effetti, ognuna con i suoi rischi, che variano a seconda delle quantità, della qualità, delle circostanze e delle modalità di uso. Credo anche che sia ora di iniziare un serio discorso sulle 'safe drugs', vale a dire sulla reale pericolosità delle varie sostanze nell

e loro modalità di uso più corrente. E' questo l'approccio pragmatico di cui c'è bisogno, ma mi sembra che gli antiproibizionisti tendano spesso a fare di tutt'erba un fascio (e mai modo di dire fu più appropriato). Essi (e intendo riferirmi al gruppo di radicali che dirige il Cora) ripetono spesso, anche se non volentieri, che la richiesta di legalizzazione della canapa è 'un'obbiettivo minore, meno nobile' rispetto all'obbiettivo grosso rappresentato dalla legalizzazione 'di tutte le droghe' (quindi più correttamente, di eroina e cocaina).

Credo che non sia solo un dettaglio o un errore di percorso, ritengo invece che posizioni del genere, lungi dal proporre politiche concrete e pragmatiche per ridurre i rischi dei consumi di droghe (per la società e per i consumatori), contribuiscano a fare dell'antiproibizionismo una ideologia, se si vuole contrapposta alla ideologia proibizionista, ma profondamente sbagliata proprio in quanto si mette sullo stesso piano.

Ma ci sarà modo di parlarne...

Guido Votano-Roma

 
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