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Conferenza droga
Malatesta Roberto - 8 febbraio 1990
La violenza dopopera.
Nella proposta antiproibizionista, o almeno in come e' giunta a me,

grande rilievo ha l'argomentazione: 'la violenza e i crimini sono

generati dalla PROIBIZIONE della droga, proibizione in definitiva

unicamente economica, vista la facilita' con cui chiunque si puo'

procurare eroina,coca e via discorrendo; quindi: regolamentando, e

rendendo 'cheap' il buco, si elimina il pericolo che incombe su

ciascuno di essere rapinato...'.

Fin qui sono d'accordo anch'io, pero' penso che vi sia un aspetto

della violenza non direttamente legato al proibizionismo.

Differentemente dalla violenza derivante dal BISOGNO della pera, la

violenza generata dal SODDISFACIMENTO di questo bisogno dipende

dall'individuo e dalla sostanza assunta. E credo che questo punto sia

stato SCARSAMENTE COPERTO dagli antiproibizionisti. Pur ascoltando

frequentemente Radio Radicale, e pur procacciandomi decine di

interviste sui giornali, seguendo quelpoco che ci da MammaRai, e

quell'ancorameno che ci danno le 3 reti targate CL-PSI, finora non ho

visto questo argomento trattato in maniera adeguata ... (potrebbe

dipendere dalla mia sbadatezza, ma sinceramente NON lo credo...)

E il non trattare questo problema potrebbe risultare dannoso alla tesi

antiproibizionista, in quanto e' facilmente ritorcibile (come ha fatto

Guzzanti in 'Rosso di sera' --se fossi maligno direi che, avendo

riconosciuta la validita' dal punto di vista ECONOMICO della proposta

antiproibizionista, non gli rimaneva altro, per rimanere fedele alla

linea di Rai2...).

E quali sarebbero le soluzioni da proporre ?

Il divieto (all'interno di una legislazione antiproibizionista!) di

utilizzare droghe sul lavoro, in luoghi pubblici, cioe' in luoghi

selezionati, dove la liberta' di farsi va contro la liberta' di chi

non si fa, non avrebbe senso, poiche' ANCHE IN CASA PROPRIA un

tossicodipendente che abbia assunto PCP o Ice e' PERICOLOSO.

Per me, il problema puo' essere risolto in un solo modo:

l'istituzione di zone o luoghi appositi dove il tossicodipendente puo'

'esercitare' senza nuocere ad alcuno (cfr Svizzera).

Insomma una sorta di 'Peropoli', con tanto di controlli per chi esce

da questa senza aver 'sfogato la sbornia'...

Questo pero' risulta essere una sorta di 'antiproibizionismo di

destra' (stranamente inesistente, nel nostro paese) e la soluzione

proposta, benche' razionale, puo' sembrare inumana, e quindi perdente,

improponibile in Italia da un punto di vista politico...

Qualcuno ha idee migliori?

Quali sono le posizioni del CoRA su questo problema?

Ringrazio in anticipo chiunque voglia rispondermi...

Ciao,

Roberto Malatesta.

 
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