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Conferenza droga
Ranieri Giancarlo - 15 marzo 1990
LIBERALIZZARE LA DROGA?

Stante l'impossibilita' di arginare lo strapotere dei

trafficanti, nonche' il mercato determinato dai consumatori, i

presupposti che sono alla base delle proposte di liberalizzazione

mi appaiono essere i seguenti:

1) Sanatoria di un rapporto "zoppo" all'interno del quale

costituisce reato vendere una merce che e', parimenti, permesso

comperare.

2) Prevedibile riduzione della incidenza statistica degli episodi

criminosi connessi, direttamente od indirettamente, con il

traffico e/o il consumo di stupefacenti. A queste premesse non

posso che opporre la mia perplessita'.

Se, infatti, puo' essere ipotizzato, in prima istanza, che la

liberalizzazione auspicata possa contribuire a far crollare i

prezzi e ridurre cosi' l'aliquota di criminalita' "necessaria" al

reperimento della dose quotidiana, altre considerazioni mi

inducono a valutare con una certa perplessita' la questione.

1) L'adozione di una liberalizzazione limitata ad un solo paese

non solo non risolverebbe nulla, ma anzi aggraverebbe, a parer

mio la situazione. Assisteremmo, cioe', alla formazione di flussi

di traffico orientati versi i paesi dalla legislazione piu'

liberale, come per es. l'Olanda od, in altri tempi,

l'Afghanistan.

Con ampie possibilita' di rifornimento estese al piccolo spaccio.

2) La liberalizzazione estesa a tutte sostanze psicotrope anche

di sintesi, come l'LSD, PCP od il CRACK, aggraverebbe il panorama

sanitario fino a chiedersi se il rimedio non sia peggiore del

male.

Se lo stato deve cedere le armi, infatti, lo faccia limitando il

male al minore possibile.

Se repressione significa possibilita' teorica di limitare un

fenomeno...

Se liberalizzazione significa prospettiva di minimizzazione della

criminalita' da droga...

Ottimizzazione potrebbe significare liberalizzazione delle droghe

meno pericolose.

A cominciare dalla marijuana.

Per arrivare, al massimo, all'eroina. (Oppio e derivati, naturali

e semi-sintetici).

Ben cosciente dei gravissimi problemi psicologici e sociali che

possono condurre sulla strada della droga, mi chiedo se la

liberalizzazione degli oppiacei non possa costituire misura

sufficiente a contenere la criminalita' da droga, pur consentendo

il mantenimento del regime repressivo nei confronti di droghe

quali le amfetamine, squallide protagoniste di storie di efferata

violenza, e gli allucinogeni.

Questo dico, in quanto, se il criterio ispiratore della

liberalizzazione dovesse essere SOLO la impotenza dello stato a

mantenere un assetto costante, tanto varrebbe allora

liberalizzare i divieti di sosta, l'evasione fiscale, la mafia e

lo stupro.

Perche' liberalizzare i crimini equivale OVVIAMENTE a diminuire

la criminalita'.

Di recente, il ministero (minuscolo) della sanita' ha elevato i

limiti di tolleranza per l'atrazina (diserbante tossico) nelle

acque potabili.

Il risultato e' stato la - miracolosa - potabilizzazione delle

acque piemontesi con clamorosa riduzione del tasso medio di

inquinamento delle falde idriche del paese (minuscolo).

Per concludere:

Liberalizzazione? Forse, ma con criterio...con molto criterio...

Senno' diventa solo il gioco delle tre carte!

In questo caso, perche' tentare di toglierlo di mano ai politici

"tradizionali"?

Sono gia' bravissimi e non hanno nulla da imparare!

giancarlo

 
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