Vi ricordate l'episodio delle madri coraggio che, davanti alla Camera, avevano tentato d'aggredire i deputati radicali colpevoli di voler contrastare il disegno di legge governativo sulla droga? Gridavano, rivolte ai radicali, "assassini", "noi vogliamo la vita, non la morte". Inutile era stato cercare di spiegare che questa legge del governo avrebbe arricchito ancor più gli "assassini", i narcotrafficanti facendo aumentare il prezzo delle droghe, che il "taglio" mortale delle droghe sarebbe divenuto ancor più frequente.Ecco una notizia che chiarifica alcune cose (Il Resto del Carlino, 22 marzo 1990):
"ARRESTATA UNA 'MADRE CORAGGIO': SPACCIAVA
Era una delle animatrici del comitato antidroga di Napoli e il figlio era il capobanda.
NAPOLI - "Mamma coraggio" è finita in galera. Ersilia D'Afflitto, 58 anni, una delle donne che aveva osato dichiarare guerra ai trafficanti di droga era lei stessa una trafficante" ... "Ersilia D'Afflitto sarebbe coinvolta in un grosso traffico di stupefacenti con il Marocco" ... "il presunto capo dell'organizzazione è latitante. Si chiama Michele Riccardi, è figlio della "mamma coraggio" dei Quartieri spagnoli..."
Naturalmente io ritengo che fino a condanna definitiva la "mamma coraggio" di Napoli debba essere considerata non colpevole, che l'arresto di una componente del comitato non significa necessariamente che anche le altre siano spacciatrici.
Rimane intatto il ragionamento: cui prodest l'inasprimento delle pene per i drogati?