Finalmente un probizionista! Il dibattito era diventato praticamente un monologo."Un giovane a cui viene offerto uno spinello che oggi non lo accetterebbe perché ha sentito che fa male, se fosse liberalizzato sicuramente lo accetterebbe".
Mi sembra che ci sia un confusione fra legalizzazione e liberalizzazione e fra legalizzazione e nocività (vera o supposta) di una sostanza.
Legalizzare le droghe significa semplicemente togliere dalle mani della criminalità il commercio e la distribuzione di determinate sostanze che il mercato richiede. Legalizzare significa finalmente controllare e quindi poter stablire i limiti del consumo ed una efficace campagna d'informazione sui danni di queste sostanze. La legalizzazione non è sinonimo della liberalizzazione completa di una attività.
Un esempio: la legalizzazione dell'aborto ha significato solo togliere alle mammane e ai "cucchiai d'oro" il controllo di questa operazione consentendo così allo Stato di stabilire limiti e garanzie per la salute delle donne. Ha significato soprattutto restituire piena consapevolezza e responsabilità alle persono di fronte al dramma dell'aborto. Infatti il numero degli aborti diminuisce progressivamente in tutti i paesi dove è sato regolamentato per legge.
Purtroppo non posso fare un identico esempio per l'alcol e il tabacco che, pur producendo danni infinitamente maggiori di tutte le droghe proibite messe insieme, non solo sono legalizzati e liberalizzati ma anche pubblicizzati con campagne miliardarie. Perfino l'introduzione del "palloncino" per combattere la guida in stato di ebrezza ha avuto un percorso travagliato e contrastato. Ma in ogni caso questa situazione è sicuramente preferibile a quella del proibizionismo perchè almeno è possibile sperare di avviare campagne per la riduzione del loro consumo (In Usa ci stanno riuscendo con il fumo).
Oggi il giovane a cui viene offerto uno spinello, piuttosto che della cocaina o dell'eroina non ha praticamente alcuna informazione sulla loro diversa pericolosità: sono tutte droghe proibite. La sua decisione di farne uso è tutta legata alla sua volontà di trasgressione o di rivolta e non certamente alla valutazione serena dei danni delle singole sostanze.
Nell'ipotesi in cui le droghe fossero legalizzate attraverso una legge che stabilisse i limiti e le condizioni del loro consumo, il giovane di cui parli potrebbe decidere consapevolmente se fumare o meno uno spinello sulla base di informazioni scientifiche sufficientemente attendibili (che, per quanto mi risulta, escludono la pericolosità dei derivati della canapa indiana e in ogni caso, diversamente dal fumo, l'effetto della dipendenza). Ma la conseguenza più importante sarebbe altra:il giovane non sarebbe indotto dallo stesso spacciatore a provare la cocaina o a farsi un "buco". Per non parlare dell'ingresso nel circolo vizioso droga-criminalità-carcere...