pur se non mi è stato possibile leggere tutti gli interventi. Non so se sia già stato posto l'accento

sulla ventura del cosituazione del governo colombiano (ma anche a Lima e alla Paz ci sono situazioni simili anche se non tanto pubblicizza) il quale si vede costretto a dare la caccia ai c.d. "Narcotraficantes" nonostante essi siano i principali procacciatori di ricchezza e valuta del paese e per il paese. A fronte di un'imponente domda del loro prodotto sul mercato mondiale essi rispondono con un'offerta pari, offerta che sarà sempre in grado di soddisfare la domanda, costi quel che costi.

Tornando ai dirigenti dei paesi andini, si vedono ricattati dai goveal governo USA, pronto a ridurre sul lastrico interi popoli per evitare: 1) di concedere la libertà (di cui va tanto fiero) ai sui cittadini di disporre della propria libertà e del propriola propria salute; 2) che le.

Ci ripetono in continuazione la fola della riconversione delle colture. Proporrei una riconversione delle culture, che si passi dal proibizionismo all'antiproibizionismo o meglio alla vera libertà. Un contadino delle Ande non guadagnerà mai con un chilo di caffè quello che guadagna con un chilo di coca. In Brasile i "camponeses" del Nordeste, ormai perennemente in lotta contro la siccità, hanno scoperto che la marijuana, non solo rende di più, ma ha anche una resistenza superiore del caffè ai capricci del clima. Concludo: l'unico modo per rendere ai produttori di coca e droghe agricole varie, meno conveniente la produzione, è di far rientrare quelle dro quei prodotti in una logica di mer

in una logica di mercato equindi liberalizzandone produzione, vendita e consumo.

P.S. In quale modo si può avere la traduzione degli interventi in spagnolo? Devo tradurre io il mio intervento? Ciao.