E' il primo atto di un'azione di controllo che proseguirà periodicamente: fra tre mesi potremo fare un paragone documentato. Che cosa sta succedendo? La repressione non ha ancora ingranato le marce alte, mi pare. Poche decine le segnalazioni al prefetto, guai per le procure perchè adesso vengono direttamente investite di tutto ciò che prima era 'modica quantità' ed ora eccede la 'dose media giornaliera'. Le prefetture non hanno ancora iniziato i colloqui redentori perché non hanno personale preparato (medici, psicologi, assistenti sociali) e aspettano che le Usl glielo forniscano di supporto.
Gli operatori dei Not si sono però ribellati a questa impostazione perché non vogliono che la loro funzione si confonda con quella di chi deve reprimere, sia pure, secondo l'ipocrisia della legge, a fin di bene. I prefetti useranno personale Usl addetto, generalmente, a compiti di assistenza agli anziani.
I primi effetti negativi della legge si sono avvertiti, comunque, già nei mesi della discussione peralmentare. I tossicodipendenti hanno cominciato a temere di precostituirsi delle aggravanti a futura memoria, rivolgendosi ai servizi. Se l'anonimato è garantito a chi chiede assistenza spontaneamente, questa garanzia salta se l'utente incappa nelle maglie della polizia. Allora il prefetto può chiede informazioni ai Not sui precedenti 'terapeutici' della persona, per stabilire sanzioni o trattamento.
Tutti gli operatori della Lombardia sono in agitazione e minacciano disobbedienza civile nei confronti delle richieste che verranno avanzate dai prefetti.
La situazione delle carceri è tragica. Ho visitato Como, Bergamo, Brescia, San Vittore e Opera: ovunque il numero dei tossicodipendenti ufficialmente registrati è già ovunque la metà. Questo rende impossibile applicare la norma che prevede la creazione di reparti speciali a vigilanza attenuata per i tossicodipendenti. E d'altronde ho ascoltato delle obiezioni molto serie su questo: isolarli nella loro subcultura di 'drogati' può risparmiarli in parte dal rischio di contagio criminale, può favorire l'ordine nelle carceri perché una parte dei detenuti non sopporta i fastidi che i tossici arrecano.
C'è poi l'Aids. Tra i tossicodipendenti la media di sieropositivi varia dal 33% di bergamo al 60% di Brescia al 70% di San Vittore all'80% di Como. E soltanto a Brescia si fa uso regolare di Azt.
Pensiamo a cosa può accadere nei prossimi mesi. Nonostante la pessima legge sull'indulto, non ancora approvata, nonostante le minacce alla legge Gozzini, il clima nelle carceri che ho visitato non è turbolento e i rapporti fra personale e detenuti sono molto civili. Ma cosa accadrà con l'infornata dei tossicodipendenti prevista nei prossimi mesi? Ho trovato ovunque molta ma molta preoccupazione. Ci vuole poco a fare di un carcere una Santa Barbara. E la legge sulla droga non è affatto poco.