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Conferenza droga
Tedoldi Giordano - 26 settembre 1990
Non ho una conoscenza adeguata riguardo lo
antiproibizionismo sulla droga per rifiutarlo in

toto, ma ho molti dubbi e forti riserve. Laura Terni

asserisce che la "proposta antiproibizionista ha il

pregio di essere logica, documentata e convincente."

Per quanto ho capito non la trovo ne' logica ne'

convincente, e documentata in modo conseguente. Ma

poiche' ho ammesso di non saperne quanto sarebbe

appropriato, chiedo a Laura se vuole spiegarmi dove

e per quali motivi l'antiproibizionismo sarebbe una

soluzione logica ed efficace alla tossicodipendenza.

In attesa di una sua cortese risposta, spiego

perche' alcuni argomenti a favore dello

antiproibizionismo non mi convincono, e non perche'

reputi fondamentale dirvi come la penso, quanto per

creare materiale di discussione generale. Uno degli

argomenti a favore si fonda su esperienze passate

di proibizionismo, grazie al quale le organizzazioni

criminali speculavano, come accadde tra il '19 e il

'33 negli Stati Uniti per gli alcolici. Ma se e` vero

che in quel determinato periodo la criminalita`

approfitto` del proibizionismo questo non significa

che quella nacque a causa di questo. Semplicemente

trovo` un appiglio adatto per produrre e vendere

illegalmente un prodotto, ma la sua origine in quanto

criminalita` e` legata ad altri fattori. Mi sembra

pertanto che si confonda un effetto con una causa.

Inoltre, l'alcolismo e` un problema allarmante anche

piu` della droga, quantitativamente, in paesi dove il

proibizionismo alcolico non c'e` mai stato. Lo

antiproibizionismo, nel caso preso come argomento a

favore, non ha portato alcun risultato positivo al

consumo smoderato di alcolici.

Ancora, si dice che la vendita legale e controllata

di stupefacenti farebbe diminuire i consumatori,

perche' farebbe perdere loro il gusto proibito

dell'illegale, e tutto rientrerebbe in una normalita`

assai poco attraente. Di esempi che confutino questo

argomento ce ne sono molti, ma tutti derivano da un

principio di base. Il gusto del proibito non sta nel

fatto che una cosa sia legale o illegale, ma dal

giudizio etico generale su di essa. In altre parole,

se e` "bene" o se e` "male." Che sia legale o illegale

e` un riflesso giuridico di tale giudizio di senso

comune. Cosi` ad esempio le sigarette sono legali, ma

un dodicenne iniziera` a fumarle perche' e` "male",

ossia e` una cosa che non si dovrebbe fare perche' il

giudizio comune del suo ambiente sociale pensa che non

sia opportuno. Non si puo` far coincidere il gusto del

male con il gusto dell'illegalita`. Cio` che e` male

non sempre e` illegale, sono due cose distinte,

infatti il rendere illegale qualcosa e` la conseguenza

del fatto che essa e` male, il male non sta nella

illegalita` di per se'. Ragionando cosi`, ogni cosa

dovrebbe essere legale, cosi` nulla sarebbe male nel

senso di "proibito." Tutto cio` e` evidentemente

assurdo. Il gusto del proibito si fonda sull'etica,

non sulla legge. Se nell'etica generale si continuera`

a pensare che consumare droga e` male il legalizzarla

non sara` un deterrente da un punto di vista

psicologico. D'altronde, non si puo` manipolare la

etica e forzarla a sostenere ad hoc cio` che e` bene

e male. Un altro punto per cui non reputo l'argomento

del "gusto del proibito" accettabile e` che le cose

proibite si consumano non solo in quanto proibite, ma

anche in quanto piacciono davvero. La pornografia ha

il gusto del proibito, tanto per un minorenne quanto

per un maggiorenne, ma c'e` da star sicuri che e`

anche una cosa che piace di per se'. Non capisco che

gusto del proibito possa indurre un sessantenne ad

andare per la milionesima volta a vedere un film

porno. Ne' si puo` parlare di assuefazione biologica,

come nel caso di droghe e sigarette. C'e` solo il

fatto che si traggono delle soddisfazioni. Lo stesso

discorso per la masturbazione. Sono anni ormai che

non e` piu` demonizzata, che e` considerata un atto

normale ed innocuo, eppure posso confermare per

esperienza diretta che gli adolescenti attuali si

masturbano anche di piu`, ora che c'e` maggiore

liberta` etica su di essa. Ma la masturbazione e`

vero che e` innocua, ma questo non si puo` dire per

la droga.

Tutto cio` significa che la domanda di droga c'e`

indipendentemente dal fornitore, se sia legale o

illegale, Stato o criminalita`. Io non vedo come

cambiando il produttore possa diminuire il consumo

di droga. Ne' terminerebbe la criminalita`, come si

dice. Semplicemente si incarnerebbe in un'altra cosa,

lo Stato. Si e` criminali per cio` che si fa, non

perche' si e` criminali in se'.

Che senso ha dire: la criminalita` spaccia droga,

allora soffochiamola facendo vendere queste sostanze

dallo Stato. E` un po' come dire, il ladro ruba,

allora leviamogli il mestiere sottraendo oggetti noi.

Non posso proprio pensare che questo modo di pensare

sia logico, come dice Laura. Se l'obiettivo e` quello

di strangolare l'ATTUALE criminalita` che gestisce il

narcotraffico, ottimo, la soluzione e` perfetta,

escludendo che tale criminalita` non riesca ad

inserirsi negli apparati statali che dovrebbero

gestire la vendita legale. Ma sara` lo Stato a

divenire criminale, ed e` anche peggio che lasciare

che criminali lo siano coloro che lo sono

esplicitamente.

Se l'obiettivo e` quello di eliminare OGNI

criminalita` possibile sulla droga, ed insieme

diminuirne la domanda ed il consumo, non vedo come lo

antiproibizionismo possa essere una soluzione. In

tutte queste considerazioni sono partito dal

postulato che drogarsi e` giustificatamente "male."

Se poi parlo a persone che sono convinte che anzi

faccia bene, rinvigorisca e faccia vivere piu` a

lungo, mi ritiro immediatamente da ogni eventuale

dibattito e invito a leggere i risultati delle

ricerche scientifiche.

 
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