al volo.Contrariamente a quanto Giordano afferma la fine del proibizionismo in USA un risultato l'ha raggiunto, anzi, piu' d'uno.
Anzitutto l'alcool che veniva spacciato in epoca proibizionista era di pessima qualita', col risultato che intossicazioni e peggio erano all'ordine del giorno. Oggi invece lo Stato effettua controlli sulla qualita' dei prodotti e la loro stessa libera reperibilita' in regime di concorrenza contribuisce a mantenerne alto il livello e minima la nocivita' diciamo cosi' "aggiuntiva". Inoltre, sempre rispetto alle modalita' di assunzione, l'alcool veniva bevuto in grandi quantita' in pochissimo tempo: insomma, la pratica era quella della sbronza e non del bicchierino davanti al caminetto, con quali risultati per la salute e' facile immaginare.
La condizione stessa di proibizione, poi, faceva si' che una rilevante fascia della popolazione diventasse automaticamente "criminale", venisse a contatto diretto con la criminalita', cosa che normalmente non sarebbe avvenuta, e si ritrovasse di fatto ad affollare, come accade oggi per la "droga", galere e tribunali, intasando il sistema della giustizia. I costi sociali dell'alcoolismo, gia' peggiorati dal mancato controllo sulla qualita' dei prodotti, venivano aumentati dal proibizionismo. In epoca di libera vendita dell'alcool, invece, esistono tasse su di esso che vanno direttamente allo Stato.
Non credo che la proposta antiproibizionista intenda eliminare la criminalita' dalla faccia della terra, sarebbe utopistico e forse francamente demenziale come obiettivo. Solo quella legata alla droga, la cui pericolosita' intrinseca costituisce di per se' un fatto che la dovrebbe rendere invece direttamente sottoposta al controllo statale. Che poi la criminalita' si ricicli, e' altamente possibile, ma non altrettanto si ricicleranno come criminali coloro che lo sono diventati perche' e' stata definita criminale una loro pratica privata. Quanto poi all'infiltrazione della criminalita' nello stato, bene, i narcotrafficanti sono anche piu' che infiltrati in moltissimi stati, il nostro compreso.
Un'ultima cosa: la documentazione della proposta antiproibizionista. Nell'Archivio Partito radicale di Agora' ci sono letteralmente pacchi di roba sull'argomento. Esistono dichiarazioni ampiamente contrarie o critiche al proibizionismo di eminenti studiosi, come usa dire, e organizzazioni internazionali. Esistono studi ponderosi e ponderosi dibattiti e riflessioni. Leggere per credere. A me non pare che la proposta antiproibizionista manchi di documentazione e di sforzo di ricerca. Quello che manca, semmai, e' la volonta' dei mezzi di comunicazione di informare seriamente su tutte le argomentazioni sul tappeto.
Claudia