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Conferenza droga
Terni Laura - 26 settembre 1990
Giordano esordisce dicendo che non ha conoscenza adeguata sulla tesi Antiproibizionista, ma molti dubbi e forti riserve.
E infatti, il seguito del suo intervento risente fortemente della sua non-conoscenza del problema. I suoi dubbi e le sue riserve si fondano su postulati errati, su dei "si dice" o peggio su dei "si dice che voi dite"... Ma cerchero` di rispondere punto per punto. Quando Giordano mi chiede dove e per quali motivi l'antiproibizionismo sarebbe una soluzione logica ed efficace alla "tossicodipendenza", posso solo fargli notare che nessun antiproibizionista ha mai parlato di soluzione efficace o meno alla tossicodipendenza. La logica della quale parliamo e` una logica di mercato, ed e` il mercato illegale che vogliamo abbattere. I problemi legati alla tossicodipendenza non riguardano gli antiproibizionisti se non indirettamente, e cioe` prendendo in considerazione il fatto che i danni e i rischi piu` gravi della tossicodipendenza sono dovuti alla illegalita`: uso di aghi infetti, dosaggi incontrollati, emarginazione sociale, ecc...Parlando poi del proibizionismo sull'alcool nel 1919 negli Stati Uniti, Giordano as

serisce che la criminalita` si approfitto` del proibizionismo, e non "nacque a causa di questo", e ci accusa di confondere un effetto con una causa. Noi non abbiamo mai detto che la criminalita` nacque a causa del proibizionismo. Noi sosteniamo che le droghe proibite sono sempre piu` ampiamente disponibili in un circolo di criminalita` che si allarga sempre piu`. Che il proibizionismo e` fallito. Che questo fallimento non e` riconosciuto ne` dalle legislazioni nazionali ne` dalle istanze internazionali - soprattutto le Nazioni Unite - che formulano le politiche sulle droghe. Che il proibizionismo ha prodotto il commercio illegale delle droghe e i gruppi che ne traggono profitto. Che il commercio criminale delle droghe e` multinazionale e va estendendosi dal Nord America all'Europa, al Medio-Oriente, all'Asia, al Nord-Africa e specialmente all'America Latina. Che le organizzazioni dominanti (i cosidetti cartelli, le triadi, le mafie) minacciano la pace privata e la stabilita` politica in tutto il mondo. Che l

e azioni repressive delle Agenzie statali peggiorano i pericoli. Che il fallimento del proibizionismo ha trasformato una questione di scelta personale e di salute in un dramma a dimensioni mondiali, e la criminalita` che ne deriva mette anche in pericolo i comuni cittadini, la loro sicurezza e le loro liberta` civili. Che mai delle cattive leggi, anche se fatte con buon intento, hanno avuto effetti cosi disastrosi da quando gli Stati Uniti introdussero il proibizionismo sull' alcool nel 1919. Che la versione moderna del proibizionismo ha trasformato le nostre grandi citta` in campi di battaglia, senza riuscire a salvaguardare quelli che intendeva proteggere. (Chi e` tentato dalle droghe pesanti e` spinto verso la criminalita` e le malattie, di cui l'aids e` la peggiore; i consumatori occasionali si trovano a rischio di carcerazione; i consumatori regolari cadono nel crimine per finanziare la loro abitudine; i cittadini comuni vengono a trovarsi in pericolo). Sosteniamo inoltre che il costo del tentativo fall

ito di proibire alcune droghe, pur permettendo la pubblicita` e la vendita di altre quali l'alcool e il tabacco, e` universale e incalcolabile. Che la liberta` stessa e` messa in pericolo dall'applicazione delle leggi contro le droghe, senza nessun vantaggio per gli individui o per la Societa`.

E poi Giordano fa tutta una dissertazione sul proibito e non proibito, sull'etica e sulla morale, che ci interessa moltissimo ma che non ci riguarda minimamente. Poi parla dello Stato "spacciatore" e di quel che ne consegue. Lo Stato non diventa spacciatore, semplicemente perche` non "spaccera`". Lo Stato dovra` al contrario controllare e regolamentare un prodotto che verra` messo in vendita nelle farmacie. Forse che lo Stato e` assassino perche` controlla e regolamenta i veleni che sono venduti in agricoltura? E Giordano ci dice anche che se "l'obbiettivo e` di eliminare ogni criminalita`...". No. Non e` l'obbiettivo.

Non e` facile riassumere in poche battute un progetto complesso come l'Antiproibizionismo sulle droghe. E non mi e` facile fermarmi qui, sapendo che ci sono ancora tante cose da chiarire e da spiegare. Ma, per concludere, vorrei dire due parole agli Agoriani che mi leggono. Non c'e` piu` tempo da perdere: o riportiamo oggi sotto il controllo della legge le droghe proibite, o ci dovremo rassegnare domani a legalizzare la mafia, la malavita, gli scippi e le rapine.

 
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