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Conferenza droga
Tedoldi Giordano - 27 settembre 1990
Professor Dogma
Laura, evidentemente Io non avevo letto il tuo

intervento, e l'avevo anche scritto nel mio penultimo

messaggio. Se tu prendi delle mie osservazioni sul

messaggio di Claudia come manchevoli nei confronti di

quello che tu dici, e` perche' Io stavo rispondendo a

Claudia, non a te. Poiche' a differenza di quanto ti

sei ostinata a pensare, la questione mi interessa e

voglio informarmi, se mi dai tempo e tranquillita`

rispondero` a tutto leggendo tutto. Mi riferisco ora

al tuo messaggio numero 246. In questo affermi che

l'a.p. non ha come scopo di debellare la

tossicodipendenza ma il mercato illegale che tramite

essa si sostiene, e continui asserendo che motivo di

cio` e` il fatto che i rischi piu` gravi della

tossicodipendenza sono dovuti all'illegalita`. E`

enormemente noioso per me, ma voglio dire come la

penso punto per punto. Non sono assolutamente

d'accordo sul fatto che i rischi piu` gravi della

tossicodipendenza derivino dal suo essere illegale.

Non sono d'accordo infatti ad inquadrare il problema

da un punto di vista economico e commerciale.

Se la tossicodipendenza e` la dipendenza da sostanze

nocive per la persona, come puo` questa NON ESSERE il

problema centrale? Voi pensate che il problema

centrale sia il narcotraffico. Poniamo pure per

assurdo che sia cosi`. Il narcotraffico si

arricchisce illegalmente spacciando droga, e a causa

di cio` e` nominato "narcotraffico" e considerato

esecrabile e quindi criminale. Ora, la domanda di

fondo e` questa: che differenza positiva puo` esserci

se lo Stato fa esattamente quello che fanno i

narcotrafficanti con l'eccezione di controllare la

qualita` e la fruizione delle sostanze? In altre

parole, per quali motivi lo Stato non diverrebbe a

sua volta un alter ego del narcotraffico? Bisogna

trovare motivi fondati, perche' non e` solo una

questione nominale, ci devono essere delle differenze

effettive. Quello che Io ritengo finora di poter

dire, e` che le differenze non sono tali da poter

distinguere lo Stato da un alter ego del

narcotraffico, e quindi che anche se, ipoteticamente,

il problema della tossicodipendenza fosse secondario,

la criminalita` in quanto atto criminale e non in

quanto "nome", non terminerebbe, ma semplicemente

cambierebbe incarnazione.

Infatti, l'unica differenza e`, come ho detto, nella

qualita` delle sostanze e nei modi di fruizione. E`

vero che la droga puo` essere qualitativamente

manipolata in modo da essere mortale. Ma anche se uno

si inietta nelle vene dell'aria morira` per embolia.

Piuttosto che parlare di droga manipolata, parliamo

di droga dosata e manipolata in modo da non essere

mortale per cause indipendenti dal suo essere droga.

In tal caso, ha lo stesso un effetto nocivo e in

estremo mortale? Inconfutabilmente si`. Anche i

derivati dalla cannabis hanno un effetto INDELEBILE

e differito nel tempo che e` innegabilmente dannoso.

Di cocaina ed eroina non si e` mai messa in

discussione la forte dannosita`, indipendentemente

dai modi di trattarle e di fruirne. Queste sostanze

quindi sono dannose in se'. Si muore per droga impura

o si muore dopo anni di assunzione di droga

purissima, anni vissuti nello stato di salute cui

porta la tossicodipendenza, sia pure in un controllo

della qualita` e fruizione. In altre parole, non c'e`

nulla che distingua un narcotrafficante dallo Stato,

nella misura in cui non c'e` differenza tra un

assassino che uccide selvaggiamente ed un altro che

invece somministra dosi precise e misurate di veleno

alla sua vittima che pur essendo fatale a distanza di

tempo, produce uno stato di assoluta incoscienza di

se' e nel caso delle droghe pesanti, intensi

malesseri fisici e psichici. Se controllando la

qualita` e la fruizione delle sostanze, si potessero

evitare SIGNIFICATIVI danni al fruitore, ed insieme

si potesse evitare di crearne altri, allora la

proposta sarebbe logica e convincente. Ma entrambe

queste condizioni non sono soddisfatte. Gli aghi

infetti sono origine di infezioni. Ma: 1) con delle

siringhe autobloccanti si risolve il problema senza

ricorrere all'antiproibizionismo, 2) dare la

possibilita` a tutti di drogarsi per vie legali con

un controllo atto ad evitare le infezioni diminuisce

tali infezioni ma aumenta il numero di coloro che

iniziano a drogarsi perche' non dissuasi dal pericolo

di malattie mortali e asseconda la condizione di chi

drogato lo e` gia`.

Alla luce di cio`, lo Stato sarebbe un criminale

comunque, anche se avesse controllo sulla produzione

e distribuzione-fruizione degli stupefacenti. Quello

che e` assurdo nella teoria antiproibizionista, e` il

modo in cui essa scinde l'aspetto medico della

tossicodipendenza da quello commerciale. Ma il

secondo e` negativo solo in funzione del primo. Che

senso ha dire, come fa Laura, che "sosteniamo che le

droghe proibite sono sempre piu` disponibili in un

circolo di criminalita` che si allarga sempre di

piu`." Bella scoperta che sostenete, quella e`

criminalita` PERCHE' ha disponibilita` di droghe

proibite, senno` sarebbero fruttivendoli o macellai.

Non e` che e` criminalita` ed INOLTRE spaccia pure

droga. Se lo Stato avesse disponibilita` di tali

droghe non sarebbe anch'esso criminalita`? E qualcuno

mi vuole spiegare perche'? Perche' abbiamo tutti

detto che e` Stato e punto e basta? C'e` un equivoco

logico enorme in tutto questo, e mi sorprende che

certe menti non ci arrivino a scioglierlo.

Ancora, Laura dice che "il proibizionismo e` fallito"

e che questo fallimento "nessuno lo riconosce." Ma

quale proibizionismo e` fallito? Il proibizionismo

puo` essere qualunque cosa se non lo si applica a

qualcosa. Il proibizionismo sull'alcol ha fallito, e

ne conveniamo tutti. Ma questo prova che quello sulla

droga abbia fallito? Anzi, il divieto di drogarsi si

puo` chiamare proibizionismo? Se si` allora esiste

anche il proibizionismo sull'omicidio, sul furto, e

su ogni reato. Sono tutte affermazioni vuote nel

significato e speciose Laura. "Il proibizionismo ha

prodotto il commercio illegale delle droghe e i

gruppi che ne traggono profitto." Assolutamente no.

Mi rifuto di parlare di un attuale stato di

proibizionismo sulle droghe. Il commercio illegale

delle droghe e gruppi che ne traggono profitto

nascono dal produrre e vendere sostanze che lo Stato

non produce ne' vende in quanto dannose di per se',

e tali commerci e gruppi sono illegali proprio a

causa di cio`, e non perche' lo siano in se'.

"Il commercio criminale delle droghe e`

multinazionale e va estendendosi bla bla bla." Se

sostituisco a questa proposizione "criminale" con

"statale" non cambia nulla: "Il commercio statale

delle droghe va estendendosi bla bla bla." Solo un

imbecille crederebbe che questa seconda frase e`

migliore perche' si parla non di criminali ma di

Stato. Cambia il nome, le azioni sono le stesse. Poi

Laura dice che "il fallimento del proibizionismo ha

trasformato una questione di scelta personale e di

salute in un dramma a dimensioni mondiali, e la

criminalita` che ne deriva mette anche in pericolo

i comuni cittadini, la loro sicurezza e le liberta`

civili."

Una scelta e` personale nella misura in cui non

rischia di danneggiare gli altri, ma al limite, solo

la PERSONA che la prende, o piu` esattamente, nella

misura in cui non rischia di COINVOLGERE gli altri.

Questo non e` assolutamente il caso dell'assumere

droghe.

Esso implica persone che le producano, che le

distribuiscano, che ne parlino, che la assumano, ed

infine persone vittime degli stati di incoscienza di

chi l'assume. Tutto questo procedimento sarebbe una

scelta personale? Se Io mi drogo e mi avveleno,

coinvolgo in cio` tutte le persone che hanno operato

i processi suddetti. A me puo` non importarmene, ma

loro possono avere delle riserve etiche sullo essere

complici del mio avvelenamento, oppure vittime. Come

si fa a parlare di scelta personale, e` un mistero.

Un dramma a dimensioni mondiali, come dice Laura,

sarebbe stabilire che e` una scelta personale.

Saremmo tutti un po' avvelenatori senza curarcene.

Le liberta` civili e i cittadini sono salvaguardati

assai meglio opponendosi all'uso di droghe, che

lasciando che si possa farne uso legale generando

truppe di persone instabili nel fisico e nella mente.

Quanto ai "campi di battaglia," che sarebbero le

nostre citta` Laura, ti consiglio una visita ad

Amsterdam, ed Io mi sento assai piu` salvaguardato

sapendo che un mio ipotetico figlio non e` andato in

farmacia a comperarsi la dose. Forse lo spacciatore

vicino scuola lo attirera` lo stesso, ma le

probabilita` sono molto minori. Tutto questo

allarmismo su spacciatori appostati per ogni dove e

pronti a tentare il ragazzetto trasgressivo e`

ingiustificato. Gli spacciatori hanno i loro luoghi

sicuri, te li devi cercare. Non ti piombano alle

spalle mentre torni con la tua cartella dal

doposcuola. Ma forse tu Laura e` gia` da un po' di

tempo che non vai piu` a scuola o all'universita`.

La mia dissertazione sul proibito e non proibito,

che non vi riguarda minimamente, dovrebbe invece

riguardarvi in quanto dimostra come sia infondato il

tuo dire che la gente si droga perche' e` illegale,

quando invece lo fa perche' e` male, che e` altro

discorso. Non ho mai parlato di Stato spacciatore,

ho parlato di Stato che VENDE e PRODUCE droga. So

bene che non spaccera`. Quello che dico e che in

ultima istanza non c'e` differenza sostanziale. I

veleni che sono venduti in agricoltura non sono

veleni nella misura in cui lo sono le droghe, e

mentre quelli sono atti a salvaguardare le colture

le droghe non hanno alcuna funzione che giustifichi

il loro uso. Cosa poi significa "controllare e

regolamentare un prodotto (la droga) che verra` messo

in vendita nelle farmacie"? D'accordo, nelle farmacie

come le aspirine, hascisc d.o.c., e allora? Che

cambia? Cambia che la droga e` pura e sicura, che non

si entra a contatto con criminali. Certo, ma ci si

avvelena allo stesso modo e si entra a contatto con

una farmacia criminale che dice di essere l'antidoto

al crimine. Molto rassicurante, roba da double-think

di Orwell. Ma infine Laura dice anche: "l'obiettivo

non e` eliminare ogni criminalita`." D'accordo, ma

insomma un obiettivo ce l'avete? La tossicodipendenza

vi riguarda solo indirettamente, le criminalita` non

sono il vostro obiettivo. Allora cosa? Non voglio

pensare che sia farvi una canna in santa pace.

Agoriani e non, prima di stare a sentire una Laura

Terni affrettata che dice che non c'e` tempo da

perdere, leggete e documentatevi su tutti i pro e

i contro. Se non convincono me, possono non

convincere anche voi.

 
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