Laura, evidentemente Io non avevo letto il tuointervento, e l'avevo anche scritto nel mio penultimo
messaggio. Se tu prendi delle mie osservazioni sul
messaggio di Claudia come manchevoli nei confronti di
quello che tu dici, e` perche' Io stavo rispondendo a
Claudia, non a te. Poiche' a differenza di quanto ti
sei ostinata a pensare, la questione mi interessa e
voglio informarmi, se mi dai tempo e tranquillita`
rispondero` a tutto leggendo tutto. Mi riferisco ora
al tuo messaggio numero 246. In questo affermi che
l'a.p. non ha come scopo di debellare la
tossicodipendenza ma il mercato illegale che tramite
essa si sostiene, e continui asserendo che motivo di
cio` e` il fatto che i rischi piu` gravi della
tossicodipendenza sono dovuti all'illegalita`. E`
enormemente noioso per me, ma voglio dire come la
penso punto per punto. Non sono assolutamente
d'accordo sul fatto che i rischi piu` gravi della
tossicodipendenza derivino dal suo essere illegale.
Non sono d'accordo infatti ad inquadrare il problema
da un punto di vista economico e commerciale.
Se la tossicodipendenza e` la dipendenza da sostanze
nocive per la persona, come puo` questa NON ESSERE il
problema centrale? Voi pensate che il problema
centrale sia il narcotraffico. Poniamo pure per
assurdo che sia cosi`. Il narcotraffico si
arricchisce illegalmente spacciando droga, e a causa
di cio` e` nominato "narcotraffico" e considerato
esecrabile e quindi criminale. Ora, la domanda di
fondo e` questa: che differenza positiva puo` esserci
se lo Stato fa esattamente quello che fanno i
narcotrafficanti con l'eccezione di controllare la
qualita` e la fruizione delle sostanze? In altre
parole, per quali motivi lo Stato non diverrebbe a
sua volta un alter ego del narcotraffico? Bisogna
trovare motivi fondati, perche' non e` solo una
questione nominale, ci devono essere delle differenze
effettive. Quello che Io ritengo finora di poter
dire, e` che le differenze non sono tali da poter
distinguere lo Stato da un alter ego del
narcotraffico, e quindi che anche se, ipoteticamente,
il problema della tossicodipendenza fosse secondario,
la criminalita` in quanto atto criminale e non in
quanto "nome", non terminerebbe, ma semplicemente
cambierebbe incarnazione.
Infatti, l'unica differenza e`, come ho detto, nella
qualita` delle sostanze e nei modi di fruizione. E`
vero che la droga puo` essere qualitativamente
manipolata in modo da essere mortale. Ma anche se uno
si inietta nelle vene dell'aria morira` per embolia.
Piuttosto che parlare di droga manipolata, parliamo
di droga dosata e manipolata in modo da non essere
mortale per cause indipendenti dal suo essere droga.
In tal caso, ha lo stesso un effetto nocivo e in
estremo mortale? Inconfutabilmente si`. Anche i
derivati dalla cannabis hanno un effetto INDELEBILE
e differito nel tempo che e` innegabilmente dannoso.
Di cocaina ed eroina non si e` mai messa in
discussione la forte dannosita`, indipendentemente
dai modi di trattarle e di fruirne. Queste sostanze
quindi sono dannose in se'. Si muore per droga impura
o si muore dopo anni di assunzione di droga
purissima, anni vissuti nello stato di salute cui
porta la tossicodipendenza, sia pure in un controllo
della qualita` e fruizione. In altre parole, non c'e`
nulla che distingua un narcotrafficante dallo Stato,
nella misura in cui non c'e` differenza tra un
assassino che uccide selvaggiamente ed un altro che
invece somministra dosi precise e misurate di veleno
alla sua vittima che pur essendo fatale a distanza di
tempo, produce uno stato di assoluta incoscienza di
se' e nel caso delle droghe pesanti, intensi
malesseri fisici e psichici. Se controllando la
qualita` e la fruizione delle sostanze, si potessero
evitare SIGNIFICATIVI danni al fruitore, ed insieme
si potesse evitare di crearne altri, allora la
proposta sarebbe logica e convincente. Ma entrambe
queste condizioni non sono soddisfatte. Gli aghi
infetti sono origine di infezioni. Ma: 1) con delle
siringhe autobloccanti si risolve il problema senza
ricorrere all'antiproibizionismo, 2) dare la
possibilita` a tutti di drogarsi per vie legali con
un controllo atto ad evitare le infezioni diminuisce
tali infezioni ma aumenta il numero di coloro che
iniziano a drogarsi perche' non dissuasi dal pericolo
di malattie mortali e asseconda la condizione di chi
drogato lo e` gia`.
Alla luce di cio`, lo Stato sarebbe un criminale
comunque, anche se avesse controllo sulla produzione
e distribuzione-fruizione degli stupefacenti. Quello
che e` assurdo nella teoria antiproibizionista, e` il
modo in cui essa scinde l'aspetto medico della
tossicodipendenza da quello commerciale. Ma il
secondo e` negativo solo in funzione del primo. Che
senso ha dire, come fa Laura, che "sosteniamo che le
droghe proibite sono sempre piu` disponibili in un
circolo di criminalita` che si allarga sempre di
piu`." Bella scoperta che sostenete, quella e`
criminalita` PERCHE' ha disponibilita` di droghe
proibite, senno` sarebbero fruttivendoli o macellai.
Non e` che e` criminalita` ed INOLTRE spaccia pure
droga. Se lo Stato avesse disponibilita` di tali
droghe non sarebbe anch'esso criminalita`? E qualcuno
mi vuole spiegare perche'? Perche' abbiamo tutti
detto che e` Stato e punto e basta? C'e` un equivoco
logico enorme in tutto questo, e mi sorprende che
certe menti non ci arrivino a scioglierlo.
Ancora, Laura dice che "il proibizionismo e` fallito"
e che questo fallimento "nessuno lo riconosce." Ma
quale proibizionismo e` fallito? Il proibizionismo
puo` essere qualunque cosa se non lo si applica a
qualcosa. Il proibizionismo sull'alcol ha fallito, e
ne conveniamo tutti. Ma questo prova che quello sulla
droga abbia fallito? Anzi, il divieto di drogarsi si
puo` chiamare proibizionismo? Se si` allora esiste
anche il proibizionismo sull'omicidio, sul furto, e
su ogni reato. Sono tutte affermazioni vuote nel
significato e speciose Laura. "Il proibizionismo ha
prodotto il commercio illegale delle droghe e i
gruppi che ne traggono profitto." Assolutamente no.
Mi rifuto di parlare di un attuale stato di
proibizionismo sulle droghe. Il commercio illegale
delle droghe e gruppi che ne traggono profitto
nascono dal produrre e vendere sostanze che lo Stato
non produce ne' vende in quanto dannose di per se',
e tali commerci e gruppi sono illegali proprio a
causa di cio`, e non perche' lo siano in se'.
"Il commercio criminale delle droghe e`
multinazionale e va estendendosi bla bla bla." Se
sostituisco a questa proposizione "criminale" con
"statale" non cambia nulla: "Il commercio statale
delle droghe va estendendosi bla bla bla." Solo un
imbecille crederebbe che questa seconda frase e`
migliore perche' si parla non di criminali ma di
Stato. Cambia il nome, le azioni sono le stesse. Poi
Laura dice che "il fallimento del proibizionismo ha
trasformato una questione di scelta personale e di
salute in un dramma a dimensioni mondiali, e la
criminalita` che ne deriva mette anche in pericolo
i comuni cittadini, la loro sicurezza e le liberta`
civili."
Una scelta e` personale nella misura in cui non
rischia di danneggiare gli altri, ma al limite, solo
la PERSONA che la prende, o piu` esattamente, nella
misura in cui non rischia di COINVOLGERE gli altri.
Questo non e` assolutamente il caso dell'assumere
droghe.
Esso implica persone che le producano, che le
distribuiscano, che ne parlino, che la assumano, ed
infine persone vittime degli stati di incoscienza di
chi l'assume. Tutto questo procedimento sarebbe una
scelta personale? Se Io mi drogo e mi avveleno,
coinvolgo in cio` tutte le persone che hanno operato
i processi suddetti. A me puo` non importarmene, ma
loro possono avere delle riserve etiche sullo essere
complici del mio avvelenamento, oppure vittime. Come
si fa a parlare di scelta personale, e` un mistero.
Un dramma a dimensioni mondiali, come dice Laura,
sarebbe stabilire che e` una scelta personale.
Saremmo tutti un po' avvelenatori senza curarcene.
Le liberta` civili e i cittadini sono salvaguardati
assai meglio opponendosi all'uso di droghe, che
lasciando che si possa farne uso legale generando
truppe di persone instabili nel fisico e nella mente.
Quanto ai "campi di battaglia," che sarebbero le
nostre citta` Laura, ti consiglio una visita ad
Amsterdam, ed Io mi sento assai piu` salvaguardato
sapendo che un mio ipotetico figlio non e` andato in
farmacia a comperarsi la dose. Forse lo spacciatore
vicino scuola lo attirera` lo stesso, ma le
probabilita` sono molto minori. Tutto questo
allarmismo su spacciatori appostati per ogni dove e
pronti a tentare il ragazzetto trasgressivo e`
ingiustificato. Gli spacciatori hanno i loro luoghi
sicuri, te li devi cercare. Non ti piombano alle
spalle mentre torni con la tua cartella dal
doposcuola. Ma forse tu Laura e` gia` da un po' di
tempo che non vai piu` a scuola o all'universita`.
La mia dissertazione sul proibito e non proibito,
che non vi riguarda minimamente, dovrebbe invece
riguardarvi in quanto dimostra come sia infondato il
tuo dire che la gente si droga perche' e` illegale,
quando invece lo fa perche' e` male, che e` altro
discorso. Non ho mai parlato di Stato spacciatore,
ho parlato di Stato che VENDE e PRODUCE droga. So
bene che non spaccera`. Quello che dico e che in
ultima istanza non c'e` differenza sostanziale. I
veleni che sono venduti in agricoltura non sono
veleni nella misura in cui lo sono le droghe, e
mentre quelli sono atti a salvaguardare le colture
le droghe non hanno alcuna funzione che giustifichi
il loro uso. Cosa poi significa "controllare e
regolamentare un prodotto (la droga) che verra` messo
in vendita nelle farmacie"? D'accordo, nelle farmacie
come le aspirine, hascisc d.o.c., e allora? Che
cambia? Cambia che la droga e` pura e sicura, che non
si entra a contatto con criminali. Certo, ma ci si
avvelena allo stesso modo e si entra a contatto con
una farmacia criminale che dice di essere l'antidoto
al crimine. Molto rassicurante, roba da double-think
di Orwell. Ma infine Laura dice anche: "l'obiettivo
non e` eliminare ogni criminalita`." D'accordo, ma
insomma un obiettivo ce l'avete? La tossicodipendenza
vi riguarda solo indirettamente, le criminalita` non
sono il vostro obiettivo. Allora cosa? Non voglio
pensare che sia farvi una canna in santa pace.
Agoriani e non, prima di stare a sentire una Laura
Terni affrettata che dice che non c'e` tempo da
perdere, leggete e documentatevi su tutti i pro e
i contro. Se non convincono me, possono non
convincere anche voi.