della Quattrocchi. La loro confusione rispecchia inpieno quella dell'autrice. Non ho capito se il suo
intervento vuole portare argomenti a favore dell'a.p.
o contro, perche' dice cose che di per se' non hanno
valore. Ma poiche' il suo messaggio verte sul
significato di droga, mi sembra una buona premessa
per chiunque voglia affrontare questo discorso. Per
la Quattrocchi anche l'alcol ed il tabacco sono
droghe. Io credo che dire questo generi solo
confusione ed inoltre non e` ovviamente vero. Non e`
droga cio` che porta a conseguenze letali, altrimenti
anche il curaro lo sarebbe, ma e` piuttosto droga una
sostanza che ha un tale e tale effetto sullo stato
psico-fisico di un individuo, assunta in determinate
quantita`. Va considerato tanto l'aspetto qualitativo
che quello quantitativo. Il tabacco che si fuma nelle
sigarette e simili non puo` neanche paragonarsi ad
una sostanza drogante. Anche assunto in alta
quantita` non provoca alterazioni psichiche e fisiche
che siano rilevanti e pericolose quanto quelle delle
droghe leggere, assunte UNA volta. Non si puo`
perdere di vista questo rapporto quantitativo,
perche' non e` un vuoto paragonare "molti" ad "uno",
ma indica l'intrinseca potenza nociva della sostanza.
Lo stesso dicasi per l'alcol. L'alcol e` in
particolare una sostanza che per un soggetto puo`
essere assai dannosa presa in minime quantita`,
mentre ad un altro puo` invece dar sollievo. Il luogo
comune che un bicchierino faccia COMUNQUE bene e`
appunto falso. Ma nondimeno, al di la` di casi in cui
per particolari patologie ci si deve astenere dal
bere, l'alcol puo` essere assunto in quantita`
soddisfacenti senza provocare quegli stati indotti
dalle droghe leggere assunte una volta. Inoltre, i
danni fisici e sul sistema nervoso provocati dalle
droghe leggere sono assai piu` forti di quelli che si
generano con l'alcol usato in modo smoderato. Detto
questo, cio` che distingue infine una droga da una
qualsiasi sostanza, e` che la prima anche assunta in
quantita` minime ha COMUNQUE degli effetti dannosi e
perturba la coscienza, la seconda invece richiede una
assunzione assai maggiore della quantita` ordinaria
per provocare rilevanti danni. Quando la Quattrocchi
dice "sia l'alcol che la cocaina che il tabacco hanno
conseguenze letali in questa forma" ossia "ove la
assunzione sia ripetuta, tale da indurre assuefazione
e operata in dosi massicce," trascura tutte queste
distinzioni fatte sulla qualita` e sulla quantita`.
Non capisco su quale base scientifica accomuni gli
effetti psico-fisici della cocaina con quelli del
tabacco e dell'alcol. Anche nel senso comune c'e` una
enorme differenza. Anche assunzione ripetuta ed in
dosi massicce di caramelle alla menta ha conseguenze
letali, questo significa che sono sostanze droganti?
Come ho detto in precedenza, il problema della droga
e` anche quello di essere letale, ma ovviamente non
solo quello. Non ha molto senso dire che la cocaina
non ha conseguenze letali se assunta saltuariamente
e se le condizioni psicologiche di chi la assume non
sono tali da indurre assuefazione, come dice
Alessandra. Anche saltuariamente ha conseguenze assai
nocive ed indelebili, che si manifestano nella loro
dannosita` a distanza di tempo, anche una volta
terminato completamente di assumere la sostanza.
Inoltre, lo stato psico-fisico indotto da cocaina e`
tale da rendere l'individuo incosciente e pericoloso.
Tutto questo qualitativamente non ha nulla di simile
ad alcol o tabacco, ed e` quantitativamente provocato
senza abuso. E mentre l'abuso di alcol o sigarette
non e` letale, ma certo dannoso, quello di droghe
come la cocaina lo e`. Inoltre la cocaina, a
differenza di quello che dice Alessandra, DA`
dipendenza al di la` delle condizioni psicologiche
di chi la assume. Questo significa che dopo un certo
uso saltuario, forma una dipendenza effettiva. Non
esiste uso "saltuario" per la cocaina che non dia
dipendenza, dopo un certo tempo. Forse Alessandra
intende dire che ad esempio, provata la cocaina una
volta si e` sentita male e non l'ha mai piu` presa.
D'accordo, ma questo non e` un uso saltuario. Certo
c'e` da dire che se non si inizia non si rischia di
continuare. Il fattore psicologico quindi ha gioco
solo nella prime assunzioni, non durante un uso
saltuario.
Il discorso di fondo e`: le droghe sono nocive a
causa del modo in cui sono distribuite e controllate
dalla criminalita` o sono tali intrinsecamente? La
risposta, che condensa tutto quanto ho esposto
finora, e` che il controllo criminoso della droga e`
si` motivo di ulteriore pericolo, ma non e` la causa
del danno della droga in se', che comunque resta. E`
solo un problema di morire come e quando, se subito
per droga impura o dopo anni di schiavitu` alla
sostanza in condizioni disumane. Inoltre, non solo
la legalizzazione non produrrebbe risultati in
ultima istanza positivi, ma ha tutta la serie di
implicazioni negative che ho osservato nei miei
messaggi.
Voglio fare alcune osservazioni sulla definizione di
assuefazione che cita la Quattrocchi. Tale
definizione e` inesatta quando nega che la
assuefazione sia una reazione chimica, ed e` generica
al punto d'essere inutile. Chiama assuefazione
qualsiasi cosa di cui un individuo senta forte
bisogno. Questo include una gran quantita` di cose
che non meriterebbero d'esser chiamate droga, come i
cibi, come i miei occhiali da vista, come i soldi.
Il titolo del libro, "love and addiction", tradisce
la prospettiva con cui l'autore inquadra
probabilmente la questione: assuefazione e` anche un
sentimento amoroso. Questa e` un'affermazione
suggestiva, ma parlando in termini medici e legati al
problema che stiamo trattando, e` fuori luogo. Se si
parla d'amore, sono d'accordo nel guardare in se
stessi e negli altri, per rendersi conto di quanto
sia disumano tale sentimento. Ma se si parla di
droghe bisogna osservare anche le droghe, studiarne
gli effetti in una gran varieta` di casi, definirne
la pericolosita` e la nocivita`, e se in seguito a
queste ricerche si rendera` opportuno, anche
colpevolizzarle. Il resto del brano citato sono
osservazioni sociologiche un po' superficiali, ma che
comunque non giustificherebbero l'assunzione di
sostanze nocive.
Infine, il distinguo tra sostanza e assuefazione mi
sembra non cosi` importante come lo presenta
Alessandra. La sostanza e` nociva di per se', ed
infatti l'assuefazione e` un continuo prendere quella
sostanza, non una droga nominata "assuefazione." La
assuefazione e` la caratteristica di tutte le droghe
pesanti. Di conseguenza in questo caso non si puo`
dire: eliminiamo l'assuefazione O la sostanza. Non
si puo` eliminare l'assuefazione senza eliminare la
sostanza. Nel caso delle droghe leggere la cosa e`
differente. Pur non essendo implicata assuefazione,
e` probabile la tensione a droghe pesanti, ed inoltre
resta la nocivita` della sostanza in se', anche se
presa in modo saltuario. A questo punto che non diano
assuefazione poco importa, resta il fatto che hanno
effetti destabilizzanti sulla salute mentale e fisica
dell'individuo.