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Conferenza droga
Tedoldi Giordano - 27 settembre 1990
E` difficile capire il senso e gli scopi dei messaggi
della Quattrocchi. La loro confusione rispecchia in

pieno quella dell'autrice. Non ho capito se il suo

intervento vuole portare argomenti a favore dell'a.p.

o contro, perche' dice cose che di per se' non hanno

valore. Ma poiche' il suo messaggio verte sul

significato di droga, mi sembra una buona premessa

per chiunque voglia affrontare questo discorso. Per

la Quattrocchi anche l'alcol ed il tabacco sono

droghe. Io credo che dire questo generi solo

confusione ed inoltre non e` ovviamente vero. Non e`

droga cio` che porta a conseguenze letali, altrimenti

anche il curaro lo sarebbe, ma e` piuttosto droga una

sostanza che ha un tale e tale effetto sullo stato

psico-fisico di un individuo, assunta in determinate

quantita`. Va considerato tanto l'aspetto qualitativo

che quello quantitativo. Il tabacco che si fuma nelle

sigarette e simili non puo` neanche paragonarsi ad

una sostanza drogante. Anche assunto in alta

quantita` non provoca alterazioni psichiche e fisiche

che siano rilevanti e pericolose quanto quelle delle

droghe leggere, assunte UNA volta. Non si puo`

perdere di vista questo rapporto quantitativo,

perche' non e` un vuoto paragonare "molti" ad "uno",

ma indica l'intrinseca potenza nociva della sostanza.

Lo stesso dicasi per l'alcol. L'alcol e` in

particolare una sostanza che per un soggetto puo`

essere assai dannosa presa in minime quantita`,

mentre ad un altro puo` invece dar sollievo. Il luogo

comune che un bicchierino faccia COMUNQUE bene e`

appunto falso. Ma nondimeno, al di la` di casi in cui

per particolari patologie ci si deve astenere dal

bere, l'alcol puo` essere assunto in quantita`

soddisfacenti senza provocare quegli stati indotti

dalle droghe leggere assunte una volta. Inoltre, i

danni fisici e sul sistema nervoso provocati dalle

droghe leggere sono assai piu` forti di quelli che si

generano con l'alcol usato in modo smoderato. Detto

questo, cio` che distingue infine una droga da una

qualsiasi sostanza, e` che la prima anche assunta in

quantita` minime ha COMUNQUE degli effetti dannosi e

perturba la coscienza, la seconda invece richiede una

assunzione assai maggiore della quantita` ordinaria

per provocare rilevanti danni. Quando la Quattrocchi

dice "sia l'alcol che la cocaina che il tabacco hanno

conseguenze letali in questa forma" ossia "ove la

assunzione sia ripetuta, tale da indurre assuefazione

e operata in dosi massicce," trascura tutte queste

distinzioni fatte sulla qualita` e sulla quantita`.

Non capisco su quale base scientifica accomuni gli

effetti psico-fisici della cocaina con quelli del

tabacco e dell'alcol. Anche nel senso comune c'e` una

enorme differenza. Anche assunzione ripetuta ed in

dosi massicce di caramelle alla menta ha conseguenze

letali, questo significa che sono sostanze droganti?

Come ho detto in precedenza, il problema della droga

e` anche quello di essere letale, ma ovviamente non

solo quello. Non ha molto senso dire che la cocaina

non ha conseguenze letali se assunta saltuariamente

e se le condizioni psicologiche di chi la assume non

sono tali da indurre assuefazione, come dice

Alessandra. Anche saltuariamente ha conseguenze assai

nocive ed indelebili, che si manifestano nella loro

dannosita` a distanza di tempo, anche una volta

terminato completamente di assumere la sostanza.

Inoltre, lo stato psico-fisico indotto da cocaina e`

tale da rendere l'individuo incosciente e pericoloso.

Tutto questo qualitativamente non ha nulla di simile

ad alcol o tabacco, ed e` quantitativamente provocato

senza abuso. E mentre l'abuso di alcol o sigarette

non e` letale, ma certo dannoso, quello di droghe

come la cocaina lo e`. Inoltre la cocaina, a

differenza di quello che dice Alessandra, DA`

dipendenza al di la` delle condizioni psicologiche

di chi la assume. Questo significa che dopo un certo

uso saltuario, forma una dipendenza effettiva. Non

esiste uso "saltuario" per la cocaina che non dia

dipendenza, dopo un certo tempo. Forse Alessandra

intende dire che ad esempio, provata la cocaina una

volta si e` sentita male e non l'ha mai piu` presa.

D'accordo, ma questo non e` un uso saltuario. Certo

c'e` da dire che se non si inizia non si rischia di

continuare. Il fattore psicologico quindi ha gioco

solo nella prime assunzioni, non durante un uso

saltuario.

Il discorso di fondo e`: le droghe sono nocive a

causa del modo in cui sono distribuite e controllate

dalla criminalita` o sono tali intrinsecamente? La

risposta, che condensa tutto quanto ho esposto

finora, e` che il controllo criminoso della droga e`

si` motivo di ulteriore pericolo, ma non e` la causa

del danno della droga in se', che comunque resta. E`

solo un problema di morire come e quando, se subito

per droga impura o dopo anni di schiavitu` alla

sostanza in condizioni disumane. Inoltre, non solo

la legalizzazione non produrrebbe risultati in

ultima istanza positivi, ma ha tutta la serie di

implicazioni negative che ho osservato nei miei

messaggi.

Voglio fare alcune osservazioni sulla definizione di

assuefazione che cita la Quattrocchi. Tale

definizione e` inesatta quando nega che la

assuefazione sia una reazione chimica, ed e` generica

al punto d'essere inutile. Chiama assuefazione

qualsiasi cosa di cui un individuo senta forte

bisogno. Questo include una gran quantita` di cose

che non meriterebbero d'esser chiamate droga, come i

cibi, come i miei occhiali da vista, come i soldi.

Il titolo del libro, "love and addiction", tradisce

la prospettiva con cui l'autore inquadra

probabilmente la questione: assuefazione e` anche un

sentimento amoroso. Questa e` un'affermazione

suggestiva, ma parlando in termini medici e legati al

problema che stiamo trattando, e` fuori luogo. Se si

parla d'amore, sono d'accordo nel guardare in se

stessi e negli altri, per rendersi conto di quanto

sia disumano tale sentimento. Ma se si parla di

droghe bisogna osservare anche le droghe, studiarne

gli effetti in una gran varieta` di casi, definirne

la pericolosita` e la nocivita`, e se in seguito a

queste ricerche si rendera` opportuno, anche

colpevolizzarle. Il resto del brano citato sono

osservazioni sociologiche un po' superficiali, ma che

comunque non giustificherebbero l'assunzione di

sostanze nocive.

Infine, il distinguo tra sostanza e assuefazione mi

sembra non cosi` importante come lo presenta

Alessandra. La sostanza e` nociva di per se', ed

infatti l'assuefazione e` un continuo prendere quella

sostanza, non una droga nominata "assuefazione." La

assuefazione e` la caratteristica di tutte le droghe

pesanti. Di conseguenza in questo caso non si puo`

dire: eliminiamo l'assuefazione O la sostanza. Non

si puo` eliminare l'assuefazione senza eliminare la

sostanza. Nel caso delle droghe leggere la cosa e`

differente. Pur non essendo implicata assuefazione,

e` probabile la tensione a droghe pesanti, ed inoltre

resta la nocivita` della sostanza in se', anche se

presa in modo saltuario. A questo punto che non diano

assuefazione poco importa, resta il fatto che hanno

effetti destabilizzanti sulla salute mentale e fisica

dell'individuo.

 
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