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Conferenza droga
Tedoldi Giordano - 29 settembre 1990
Aut Autû
Laura, mi sembra evidente che tu voglia esporre le

tue ragioni a favore dell'a.p. in modo circostanziato

ma, consapevolmente o meno, fai molta confusione

tanto riguardo al mio pensiero quanto ai paragoni ad

altri fenomeni di depenalizzazione. Devo sacrificare

il mio egotismo per esporre pensieri di disgustose

fattezze sociali. Infatti, il mio aut aut, a

differenza di quello estetico-etico di Kierkegaard,

e` individuo-societa`. Dewey avrebbe obiettato che

questi non sono che due contrari estremi, e tra di

loro ci sono un'enormita` di sfumature. Nondimeno lo

individuo e` il mio punto di riferimento, e non credo

che si possa mai essere non-individuali, in qualsiasi

delle sfumature che tendono anche alla piu` complessa

collezione di persone accomunate sotto il nome di

"societa`." Da questo punto di vista perennemente

individuale, il mondo puo` fare quello che vuole, e

per certi versi, e` bene che lo faccia

indipendentemente da me, singolo. Non pretendo che il

mondo sia un'emanazione del mio pensiero individuale,

e` proprio quello che spero non sia. In tale contesto

non solo legalizzare la droga, che e` una forma

politica di vedere la questione, ma BEN VENGANO ogni

sorta di devianze a dispetto dell'etica piu`

scientifica. Includo assassini, stupratori, puttane,

baby-killer e quanto di piu` abietto (e angelico, per

inverso) si possa immaginare. Come individuo, anche

la morte, mia od altrui, e` giustificata e preziosa.

Nonostante cio` questo stato estatico di assoluta

individualita` calata in un mondo, si spezza spesso.

Questo perche' nel mondo ci sono altre individualita`

che, per atavici abiti mentali e per la loro

simiglianza, in quanto singole persone, alla propria

singolarita`, mi perturbano ogni solipsismo e danno

il desiderio insano di interagire e socializzare, un

desiderio al quale Io come tutti cedo. Non parlo di

volonta` di aggregarsi, che e` una degenerazione

superficiale della bramosia di cui parlo.

In una prospettiva sociale, ossia di tensione alle

individualita` esterne, ci sono delle regole, che

vanno ad influenzare le modalita` del contatto

sociale. Tutto cio` e` deprecabile, come individuo,

ma inevitabile. Queste sono le stesse regole che mi

fanno auspicare un mondo privo di alcolisti e

tossicodipendenti, o che perlomeno costoro non siano

nella norma e nella legalita`, ma estromessi da essa,

perseguitati, condannati. Ripeto, tutto cio` come

individuo e` esecrabile, ma e` un aut aut, o si

sceglie l'individuo o il sociale. Se scegliessi lo

individuo, sarebbe un Inferno per tutti, e per quanto

questo come individuo non mi dispiacerebbe, non ho

pero` il potere per realizzarlo. I totalitarismi sono

senza dubbio una manifestazione della polarita`

individuale dell'aut aut.

In una prospettiva disumana, sociale, legalizzare la

tossicodipendenza significa includere nella polarita`

sociale dell'aut aut il tossicodipendente.

Includerlo di diritto, quando non lo e` di fatto.

Infatti tipici camuffamenti della bramosia sociale

sono il lavoro, gli "interessi comuni," lo sport, la

conversazione, con qualunque mezzo si realizzi. Un

consumatore di droghe pesanti non puo` realizzare

alcuna di queste attivita`, se non con

discriminazioni e limitazioni tanto forti da non

renderle comunque attivita` sociali. Di fatto, di

natura, e` fuori dalla societa`, gli resta il suo Aut

individuale. "Legalizzarlo" non realizza alcun

integramento sociale fattivo. L'unica legalizzazione

nella socialita` e` naturale, e` di quell'individuo

che e` nel suo comportamento tale da essere sociale.

Il resto sono solo ciarle e forzature di tipo

giuridico, che hanno si` un'influenza esistenziale,

ma non tali da rendere un individuo un essere

sociale. Un forte tossicodipendente si e` precluso

ogni strada all'Aut sociale, e danneggia quello

altrui, perche' con un eroinomane non si puo`

conversare, non si puo` collaborare, non si puo`

fare una nuotata non siápuo` gareggiare in uno sport.

Parlo da un'ottica sociale, come detto.

Di conseguenza, poiche' la legge e` la supervisione

e il regolamento dell'Aut sociale, la sua

conservazione, non puo` includere in se' una legge

che permetta all'individuo di perdere la sua

possibilita` sociale, di essere membro in una

collettivita` e di interagire in modo regolare con

altri individui. Ne' puo` tramutarsi in una sorta di

assistente sociale per persone che deliberatamente

decidono di allontanarsi dalla socialita`, in nome

di una scelta "personale," che come ho detto piu`

volte non lo e`. Quella scelta "personale," spacciata

da voi come liberta` o liberalismo, uccide l'uomo

sociale ed insieme la societa`.

All'aborto non si ricorre per cause volontarie.

Nessuno che abbia la possibilita` di usare dei metodi

contraccettivi si sognerebbe mai di preferire le pene

psico-fisiche di un aborto ad un preservativo o alla

pillola. Pertanto l'aborto e` giustissimo, in quanto

si realizza per cause non intenzionali, ed e` bene

che non sia penalizzato. Ha inoltre una sua funzione,

evitare probabili sofferenze ai genitori quanto al

nascituro. Non si ha alcun motivo di ipotizzare

aborti "a go-go," pertanto, non piu` di quanto si

possano ipotizzare donne che decidano di fecondare

per il puro piacere psico-fisico insito nell'aborto,

il che sarebbe assai affascinante ma irreale. Ma

questo e` proprio quello che accade per la droga. Ci

si droga per il puro piacere psico-fisico in esso

insito, ed e` quindi ipotizzabile un consumo

variabile quanto la volonta` delle persone, che non

e` una costante affidabile. L'esempio dell'aborto non

e` quindi pertinente Laura. Inoltre - per inciso -

tra gli argomenti che ho raccolto riguardo agli

effetti dannosi delle droghe, c'e` quello di seri

danni per il feto, anche per assunzione ad esempio

di cocaina in periodi anteriori a quelli del

concepimento stesso. Anche da questo punto di vista

una delle regole biologiche della societa` sarebbe

compromessa gravemente.

Tornando all'aut aut come l'ho inteso finora, il

tossicodipendente e` come detto vivo solo nell'aut

individuale. In tal senso e` una persona al di fuori

di ogni giudizio etico o medico. Che Edgar Allan Poe

fosse un alcolizzato o che De Quincey o Coleridge o

Aldous Huxley o i pigmei usassero ed usino droghe non

me ne puo` importare meno in quanto individuo. Anzi,

sono fattori che possono contribuire a renderli piu`

dotati esteticamente, piu` interessanti, piu`

brillanti intellettualmente, e sono fattori che mai

auspicherei di rimuovere, in quanto individuo.

Ma per una dimensione sociale tutto cio` e` letale,

proprio come in ogni aut aut, il guadagno di un polo

e` la perdita dell'altro. Socializzare una

caratteristica dell'aut individuale, sarebbe

disastroso. In nuce, questo e` il giudizio che

implica il mio dissenso all'antiproibizionismo sulla

droga.

 
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