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Conferenza droga
Arnao Giancarlo - 15 ottobre 1990
Re: IPS 3187
Ho letto con una certa fatica (non conosco lo spagnolo) il messaggio IPS 3187 proposto da Roberto Cicciomessere (no 326 di Conferenza Droga). Da quanto ho capito, esso esprime una posizione abbastanza diffusa nei Paesi Latino-americani: accusare gli USA di essere il piu' grande consumatore di droga, per dimostrare che la guerra al traffico (esportata in America Latina) e' ipocrita e soprattutto inutile. Conclusione: la "guerra alla droga" va fatta, ma va applicata ai consumatori piuttosto che ai produttori.

Per sostenere questa tesi la nota IPS 3187 fa ricorso a dati epidemiologici sull'uso di droga in USA che sono o piuttsto vecchi o del tutto irrilevanti: come ad es. i 70 milioni di americani che si sono fatti un joint almeno una volta nella vita. A livello di dati, la situazione USA e' assai piu' complessa ed articolata, e ci sono segni che effettivamente il numero dei consumatori sia in diminuzione, il che e' certamente vero per es. per i consumatori di marihuana - come conseguenza dell'aumento di prezzo provocato dalla repressione. Sembra invece che aumentino i casi di mortalita', e certamente aumentano i casi di AIDS e di criminalita' - una criminalita' provocata non tanto dai delitti cosiddetti "acquisitivi", quanto dalle guerre per bande per guadagnarsi il mercato delle droghe illegali, soprattutto del crack.

E' comprensibile che una parte rilevante dei Latino Americani, investiti dall'offensiva antidroga USA (spesso intrecciata con motivazioni politiche del tutto diverse - vedi ad es. l'episodio di Panama, a un decennio dalla scadenza della giurisdizione USA sul Canale), cerchino di difendersi rovesciando i termini del problema. Ma non si puo' fare a meno di notare che questa impostazione ripropone il tema ispiratore della legge Vassalli Iervolino, della repressione rampante negli USA di Reagan - Bush - Bennet, e della nuova Convenzione ONU del 1988: non va punito soltanto chi produce e chi vende, ma anche chi consuma le sostanze illegali.

Io sono quindi del tutto d'accordo nella denuncia dell'imperialismo farmacologico USA; ma dissento completamente sulla tendenza di indurre i governanti USA a scaricare le loro contraddizioni sulle spalle della fascia "deviante" dei loro propri cittadini . L'indipendenza dei Latino-Americani dagli USA non puo' passare attraverso un inasprimento della repressione "all'interno", una repressione che peraltro gia' e' arrivata a livelli parossistici: piu' di un milione di arresti all'anno, prevalentemente fra i consumatori, test antidroga a tappeto, ecc. In particolare, riferite alla situazione italiana, certe argomentazioni che traspaiono dal documento ISP sembrano fatte apposta per dare ragione ai Craxi e ai Muccioli nostrani: visto che la repressione del traffico non serve a nulla, la repressione dei tossici o meglio dei "drogati" (tanto le droghe sono tutte uguali) e' l'unico sistema per salvarli,

Oltretutto, mi sembra piuttosto ingenuo pensare che gli USA rinunceranno ad intervenire in America Latina quando si persuaderanno che il problema della droga si risolve a casa loro.

Mi piacerebbe che su questo argomento intervenisse Anthony Henman, segretario della LIA, e studioso dei problemi sudamericani. Nel suo intervento al Congresso di fondazione della LIA (Roma, 1 aprille 1989), Henman ha testimoniato l'esistenza di posizioni del tutto diverse da quelle espresse dal documento IPS: posizioni che rivendicano alle popolazioni delle Ande il diritto all'uso di una sostanza, come la coca, che fa parte integrante della cultura locale tradizionale. Posizioni che partono da un approccio di "relativismo culturale", che sottraggono la "questione droga" al marchio ideologico di "sostanza cattiva" imposto dai paesi industrializzati (e in particolare dagli USA) a tutto il resto del mondo.

PS - Il documento IPS cita ripetutamente la rivista "High Times". Vorrei ricordare, per chi e' interessato al problema e conosce l'inglese, che questa rivista mensile (miracolosamente ancora in circolazione nonostante il clima di caccia alle streghe) fornisce notizie preziose su quanto accade in USA. Per abbonarsi, scrivere a:

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Giancarlo Arnao

 
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