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Conferenza droga
Taradash Marco - 12 novembre 1990
Questo è il testo del mio intervento nella conferenza stampa in cui, venerdi scorso, abbiamo, con Emma Bonino, fatto il punto sulle iniziative antiproibizioniste, da New York ad Atene alla fiaccolata del 1· dicembre a Roma

PROPOSTE PER UNA POLITICA DI 'SALUTE SOCIALE' SULLA DROGA

Che in Italia, come nel resto del mondo, vi sia un grave problema droga, su questo sono tutti d'accordo. Le differenze di opinione cominciano subito dopo. Che cosa è 'droga'? Come puo' essere definito il problema? Il problema sta nelle droghe in sé o nella patologia e nel comportamento dannoso, a sé e agli altri, che l'uso di droghe puo' comportare? Ed è un problema morale, o legale, o di lotta alla criminalità, o di limitazione dei diritti individuali? E' un fatto medico, o biologico, o genetico? E' una combinazione di tutte queste cose?

L'opinione pubblica riflette le divisioni che esistono nel mondo intellettuale sulle 'vere cause' della diffusione della droga. Per essere più precisi, la discussione verte intorno ad alcune droghe, quelle illegali. Il dibattito ideologico -rilanciato di recente dalle polemiche sul cosiddetto caso Montalcini- puo' appassionare, ma rende approssimativo e -appunto- ideologico l'intervento istituzionale.

Alcune esperienze internazionali, e in particolare quella di Liverpool, operante da anni con successo, possono ormai trasformarsi anche da noi in proposte di intervento concreto basate su alcuni assunti pratici:

1. Che cosa non funziona nella politica repressiva sulla droga:

a) Non risolve il problema del consumo delle droghe proibite e non risolve quello del traffico di droga;

b) Crea una dicotomia artificiale fra droghe buone (quelle legali) e cattive (quelle proibite) che non ha alcuna base scientifica;

c) Rende difficile ogni campagna per la riduzione del consumo di alcolici e tabacco, che sono le sostanze più nocive alla salute pubblica;

d) confonde il problema della tossicodipendenza con quello della lotta al crimine, che è largamente legato all'attuale politica repressiva;

2. Che cosa puo' essere fatto:

a) E' necessario un sistema complessivo di Salute Sociale volto alla riduzione del consumo delle droghe e dei loro effetti dannosi sulla vita individuale, delle famiglie e della società.

b) Questo programma deve essere attivato anche in vista delle legalizzazione delle droghe oggi proibite. La regolamentazione legale, pur cancellando tutti gli effetti collaterali del proibizionismo, che stanno minando tragicamente i fondamenti della vita sociale, non puo' risolvere i problemi di salute legati all'uso di droghe, causati in larghissima parte dal tabacco e dall'alcol.

3. Un programma possibile di Salute Sociale avrebbe queste componenti:

a) Una sola politica sanitaria, basata sui fattori epidemiologici, tossicologici e farmacologici, per tutte le droghe, indipendentemente dal loro status di legalità.

b) Questa politica avrebbe come scopo la riduzione del danno e la sicurezza dell'uso. Le varie sostanze dovrebbero essere riclassificate non sulla base di criteri fondati sull'ideologia e il pregiudizio ma sul loro potenziale di nocività sia per il consumatore che per i terzi, sul potenziale di dipendenza, sui rischi sanitari a breve termine, su quelli a lungo termine, sui benefici personali (se ve ne siano).

c) Un attacco deciso alla cultura delle droghe legali. La pubblicità degli alcolici, almeno quella televisiva, deve essere proibita, e ogni forma di pubblicità adeguatamente tassata. Si devono attivare campagne specifiche per la riduzione del consumo tabacco e prevedere interventi sociali a vantaggio dei produttori di tabacco, che sono varie centinaia di migliaia nella CEE.

d) Stabilire programmi di intervento sulle cause politiche, sociali ed economiche che favoriscono la diffusione delle droghe proibite, identificando i diversi contesti sociali (aree dell'Italia meridionale controllate da organizzazioni mafiose, quartieri ghetto delle grandi città, ad esempio) e confrontandosi con i risultati negativi prodotti dalla politica repressiva e dalla nuova legge sulla droga.

e) Affrontare seriamente l'epidemia di Aids fra i tossicodipendenti, sviluppando il Servizio Attivo sulle Tossicodipendenze, proposto dal Cora a tutti gli eletti negli organismi regionali e locali, per la distribuzione, attraverso unità mobili di strada e distributori automatici, di siringhe sterili in cambio di quelle usate, di sostanze sostitutive, di preservativi.

 
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