DELIBERA BLOCCATA,IN PERICOLO IL CENTRO PER I TOSSICODIPENDENTI
"Noi non chiediamo l'elemosina, ma solo quel che ci spetta. Nel 1990 dovevamo ricevere seicento milioni e invece i finanziamenti si sono fermati al 31 marzo. Da allora non abbiamo piu' visto una lira. Se,TELEFONO IN AIUTO e PROGETTO CARCERI sono andati avanti ugualmente e' solo grazie ai nostri sacrifici."
A sfogarsi cosi' e' Luca Giovannone,direttore di "Telefono in aiuto", una struttura attiva dal 1986 che fornisce aiuto terapeutico e psicologico, anche a domicilio, ai tossicodipendenti. L'unica in citta' funzionante 24 ore su 24.
I ragazzi che in qualche modo fanno capo a Villa Maraini,coordinatrice dei vari progetti nati negli anni, sono circa un migliaio. E alle sedici persone, regolarmente retribuite, che si dedicano al recupero delle persone tossicodipendenti come unica attivita', completamente assorbente, si aggiungono una ventina di volontari.
Tutto questo rischia di andare in fumo, perche' inspiegabilmente, l'assessore ai Servizi sociali, Giovanni Azzaro, ha bloccato i finanziamenti gia' approvati con regolare delibera.
Undici mesi di ritardo, qualsiasi sia il motivo, non sono ammissibili, ne giustificabili. Soprattutto quando chi ci va di mezzo sono persone gia' psicologicamente fragili.
"Perche' Azzaro non ci vuole conoscere?- chiedono i genitori dei ragazzi seguiti da Telefono in Aiuto e Progetto Carceri, che nel frattempo si sono associati e rappresentano mille iscritti-Gli abbiamo scritto piu' di centoventisei lettere, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta".
"Se il Comune di Roma non ci sovvenziona piu', per non chiudere, saremo costretti a far pagare direttamente le famiglie- rincara Giovannone- Per noi non cambia niente, anzi forse ci guadagneremmo di piu'. Ma siamo nati come servizio pubblico gratuito e vogliamo continuare ad esserlo. Non e' giusto che a pagare siano le famiglie dei ragazzi, gia' duramente provate, psicologicamente e spesso in miseria proprio a causa della droga".
Questo articolo e' apparso su IL TEMPO di Roma de