Il metodo delle comunità' "Le Patriarche" è' assolutamente esemplificativo di un approccio ai problemi che puo' essere definito "sindrome dell'assistente sociale". Vado per ordine. Ho incontrato e conosciuto diversi di questi ragazzi, e varie volte mi sono fermato a parlare con loro, invariabilmente ottenendo, dopo un po', di far formare un capannello di gente intorno al tavolo, e poco dopo, di ricevere, da parte del capogruppo, l'invito, cortese ma più spesso violento, ad allontanarmi per "farci continuare il nostro lavoro". Il Patriarca di cui si tratta e' il signorLucien Engelmaier, fondatore di una cinquantina di comunità per il recupero di tossicodipendenti, sparse in tutto il mondo, particolarmente in America Latina, Francia e Italia: convinto sostenitore della necessità' di proibire tutte le droghe, alcol compreso, come si evince dalla lettura del bollettino: in questo differisce da Muccioli! Il percorso per la disintossicazione proposto e' il seguente: entrare a far parte della comunità', lavorarci, distinguersi, essere scelto come responsabile di una nuova comunita', da aprire e gestire in qualche landa che ne sia sprovvista. Meccanismo tipo Catena di Sant'Antonio, che evidentemente presuppone ed esige che i tossicodipendenti non finiscano mai, pena la fine del business. E' questa la sindrome dell'assistente sociale: che in fondo dovrebbe lavorare per il proprio licenziamento, ma più spesso invece lavora per riproporre al mondo la necessità' della propria esistenza.
Quando i tavolinari del Patriarca mi avvicinano con la solita disgustosa frase "vuol firmare contro la droga", se non tempo e voglia di discutere, taglio corto rispondendo: "No grazie, io sono a favore".
ps: il più divertente tavolo antiproibizionista che mi e' capitato di fare è stato quello in cui, nel pieno del passeggio di sabato notte in Piazza della MAddalena a Roma, proposi lo slogan: LA DROGA E' BUONA E FA BENE; PERCIO' BISOGNA LEGALIZZARE LA DROGA PER AVERE DROGA BUONA A BUON PREZZO. Molte reazioni avrebbero potuto figurare in appendice a "Il motto di spirito e le sue relazioni con l'inconscio" del buon vecchio Sigmund.