articolo sulla Risoluzione di Francoforte pubblicato da "The Lancet" n.337 del 16.2.91-------------------------------
Lo scorso novembre, una conferenza tenuta a Francoforte si e' conclusa con una risoluzione che includeva i seguenti punti: "Il tentativo di eliminare il consumo di droga dalla nostra civilta' e' fallito. Nonostante tutti gli sforzi fatti la richiesta di droga non e' scomparsa e tutto indica che dovremo continuare a convivere con le droghe e con i consumatori di droga anche nel futuro. L'uso di droga ha il suo fondamento nelle carenze della societa' e non puo' essere prevenuto da una specifica politica sulla droga... Le priorita' della politica sulla droga devono essere drasticamente cambiate. L'aiuto ai consumatori di droga non deve piu' a lungo essere minacciato da una legge criminale. Da ora in poi dovremo limitarci a combattere il traffico illecito di droga. Chiunque voglia ridurre la criminalita', i danni, le sofferenze, le morti deve liberare i tossicodipendenti dalle pressioni delle persecuzioni legate al consumo di droga e non deve collegare l'aiuto al solo obiettivo di una totale astinenza... All'int
erno della politica sulla droga deve esserci una separazione tra la cannabis e le altre droghe illegali... Le nostre richieste quindi sono... la decriminalizzazione dell'acquisto, del possesso e dell'uso di cannabis... Il consumo di droga, vale a dire l'acquisto, il possesso e il consumo di piccole quantita' di droga, deve essere dichiarato libero da conseguenze penali".
I partecipanti non erano un gruppo di psichiatri dalla mentalita' progressista; e questo non era un raduno di ex o di aspiranti tossicomani. I delegati erano rappresentanti di citta' europee al centro del commercio illegale di droga - comandanti di polizia, medici del servizio pubblico, autorita' - che si sono incontrati per riconoscere che il proibizionismo ha fallito, per affrontare il problema dell'abuso di droga e tutto cio' che comporta, e per formulare alcune proposte costruttive.
La maggior parte dei tossicodipendenti vive nelle citta' perche' e' li' che il commercio di droga e' piu' fiorente; con l'abbattimento delle frontiere europee nel 1992 e' sempre piu' importante che le citta' intercontinentali coordino la loro politica sulla droga. La Risoluzione di Francoforte conclude con un appello per un Istituto Europeo per la ricerca scientifica sui problemi collegati alla droga da istituire in stretta collaborazione con il Consiglio della Comunita' Europea e la sezione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Inoltre i rappresentanti delle citta' hanno steso i loro piani per il coordinamento delle attivita' e per lo scambio di specialisti nel trattamento della droga e nella prevenzione, politica e salute pubblica. Sperano anche di incontrarsi annualmente; a Zurigo si terra' la conferenza di quest'anno.
Il perdurare della popolarita' del proibizionismo come misura governativa antidroga ha anche sconcertato alcuni economisti. Richard Stevenson, un economista della salute all'Universita' di Liverpool, ha a lungo sostenuto le ragioni per riesaminare questa politica e nel corso degli anni ha visto il pendolo spostarsi gradualmente dalla sua parte. Nelle sue ultime analisi egli commenta che la capacita' di recupero del mercato illegale della droga non sorprende da quando c'e' un commercio a cosi' alto profitto in tutto il mondo. Egli argomenta che finche' il profitto sara' cosi' alto le politiche dirette a soppiantare questo aspetto del mercato sono essenzialmente condannate: - Ancora peggio, soppiantare questo tipo di politica causa il costo dell'abuso di droga che ricade sull'intera societa' -.
Potrebbe la legalizzazione della droga essere un cattivo provvedimento? Per i criminali si' - come nota Stevenson, essi potrebbero odiarla. Egli non e' in disaccordo con il punto di vista che un incremento dell'uso di droga potrebbe derivare dalla sua legalizzazione, ma commenta che il totale dei tossicodipendenti e i danni collegati alla droga dovrebbero diminuire. In Olanda, per esempio, la pronta disponibilita' di eroina di buona qualita' e buon prezzo per alcuni anni non e' stata accompagnata da un rilevabile incremento dell'ammontare di tossicodipendenti. Come potrebbe lavorare la legalizzazione? Se le droghe pesanti fossero disponibili liberamente avrebbero una forma di monopolio di stato nella produzione e nella distribuzione con controlli farmaceutici che ne garantirebbero la quantita' e la qualita'. Ugualmente la maggior parte degli antiproibizionisti non crede che la legalizzazione risolverebbe tutti i problemi relativi alla droga ma il miserabile fallimento delle politiche prevalenti e' ora cosi'
generalmente riconosciuto che lo slancio verso la depenalizzazione e' sicuramente divenuto inarrestabile.