Penso anche io che, nel momento attuale, colpire il lucro
connesso col traffico di oppiacei, possa costituire l'unica
possibilita' di controllare ed arginare il flagello della droga
e della criminalita' da essa indotta.
Lungi da me, quindi, ogni intenzione polemica in proposito.
Ma e' proprio per poter valutare meglio, in prospettiva, le
potenzialita' ed i nuovi orizzonti che la proposta
antiproibizionista dischiude, che, da qualche tempo, mi pongo un
interrogativo su cosa accadra', una volta che sia diventata
operante la legalizzazione degli oppiacei.
Come la legalizzazione dell'alcool, a suo tempo, non impedi' la
diffusione dell'eroina, cosi', temo, che a questa, possa
succedere ed affiancarsi qualche nuova sostanza, magari di sintesi.
Addirittura gia' esistente.
Non mi e' dato sapere quale possa essere la risposta dei
narcotrafficanti, ma una cosa e' certa:
Non si puo' legalizzare tutto.
Penso agli allucinogeni sintetici o semi-, ad esempio, quali il
PCP, il CRACK, a molte altre molecole, oltre al notissimo LSD.
Alle amfetamine...a chissa' quali altre diavolerie la chimica e
la biologia possono fornire.
Non credo si possa legalizzare quella roba, ben piu' dannosa
dell'eroina, generatrice di delirii e violenza.
Ne, credo, possa costituire motivo di conforto la relativa
scarsa incidenza statistica - attuale - circa il consumo di
quelle droghe.
Questa potrebbe essere la risposta dei narcotrafficanti alla
caduta dei loro profitti sorretta, sul mercato, dal recupero di
valori trasgressivi ed autodistruttivi che, all'assunzione di
droghe, a cominciare dalla nicotina e dall'etanolo, sembrano
essere spesso connesse.
Malgrado, quindi, non riesca ad intravvedere altra soluzione che
quella antiproibizionista, temo che nella sua attuazione sara'
di fondamentale importanza cercar di evitare che tanto lavoro si
riduca, almeno in parte, allo spostamento del target sia da
parte del tossicodipendente che dei trafficanti.
La scelta, purtroppo, e' assai vasta.
giancarlo